Amate i racconti fantasy con protagoniste donne indomite e coraggiose?
Se sì, oggi vi presento una raccolta di quattro racconti che potrebbe essere giusta per i vostri gusti!
A me, in generale, piacciono molto quei libri che mettono in luce le donne. Proprio per questo motivo quando ho scoperto questo libro sul profilo stesso dell'autore, Alfonso Zarbo, ho provato una grande curiosità, colpita anche dalla bellissima copertina, opera di Michaela Menicacci. Avevo iniziato a leggerlo a dicembre ma poi, complici le vacanze e il ritorno in famiglia e un periodo più buio che ho dovuto affrontare e che mi ha tenuta in parte distante dalla lettura, l'ho ripreso e concluso solo di recente.
Non più Furie senza amore. Non più solo brutalità, vendetta, invidia e inganni. Siamo anche il più inarrestabile sentimento di giustizia.
Furiae, Storie Fantasy di Donne Ribelli, è una raccolta di quattro racconti fantasy scritti da Alfonso Zarbo, e accumunati dalla presenza di donne indomite, coraggiose, che non si piegano alle regole di un mondo maschilista, patriarcale o misogino. Donne che si ribellano a leggi assurde che le vorrebbero sottomesse, donne che scelgono la propria vita, che si oppongono, che lottano, anche per amore. L'amore verso una sorella, verso un uomo, verso un padre, o anche verso se stesse.
In Furiae, che dona il titolo alla raccolta, protagoniste sono le Erinni, le Furie - appunto - e in particolare si dà voce a Tisifone, furia della Vendetta, che è costretta dagli Dei a dare la caccia a sua sorella Aletto - Furia del Furore - perché ha infranto il giuramento sacro (sacro castigo) che le unisce. Ha osato innamorarsi di un umano. Insieme alla terza sorella, Megera, Furia dell'Ira, giungono sulla terra per compiere la vendetta voluta dagli Dei. Ma... si può uccidere una Furia? Di questo racconto, tra i miei preferiti, mi è piaciuto moltissimo il tema della Giustizia e anche il sacrificio in nome di un amore più grande, quello per una sorella. Tisifone aiuta a comprendere quanto sia importante perseguire un fine più nobile: quello della giustizia, dell'amore, dell'andare oltre rigide imposizioni.
Sempre in viaggio, senza nessuna idea precisa di che cosa fare né di dove andare, se non quella di lasciarmi portare dal vento come una piuma. Appartengo al mondo della daga e della spada, questo so, e resto fedele alle mie pulsioni.
In Come falene nella polvere da sparo ci troviamo in un viaggio che parte dalla Spagna fino alle Americhe nel 1600. Siamo quindi nel periodo dei conquistadores, in un mondo di daga e spada, ma anche di violenza contro il diverso da sottomettere, da conquistare per l'oro, contro quegli indios dell'El dorado visti come figli del diavolo. Ma quel senso di inferiorità colpisce anche le donne, considerate agli occhi di Dio, fragili, inferiori, da domare. Eppure, c'è anche chi si oppone a questo. C'è chi sceglie la libertà, anche a costo di indossare altri abiti o altri nomi, che non vuole essere domata o rinchiusa in un convento. Libertà, è quindi la parola per questo racconto che, se da un lato mi ha coinvolto meno degli altri, dall'altro mi ha permesso di conoscere un personaggio storico e leggendario di cui non sapevo nulla!
Dovevo raggiungere Tirelia e decidere chi volevo essere: se la bambina che lo amava o la guerriera che lo odiava.
Il terzo racconto, Sotto Eterno Assedio ci porta, invece, nell'antico Egitto, tra dune di sabbia e antiche usanze. Qui troviamo Naaktara, una “bambina-guerriera”, una principessa in un mondo di uomini, che si reca alla ricerca di suo fratello nella Duat, l'oltretomba egizio. Un fratello amato, ma da cui si sente abbandonata. Un fratello che ora vorrebbe solo uccidere, per vendetta, ma anche per conquistare quel trono della Città del Falco che le spetta di diritto dopo la morte del crudele padre. È il racconto più lungo, che mi ha molto colpita. Non solo perché troviamo una bambina che è dovuta crescere in fretta, ritrovandosi davanti a una scelta terribile, ma anche per il rapporto tra un fratello e una sorella. Un amore profondo, che rischia di essere distrutto da qualcosa di più ampio, dal potere di Dei che smuovono il destino degli uomini, ma anche da guerre che sembrano non avere fine. Naaktara e suo fratello Tirelia si alternano, mostrando pensieri ed emozioni, fino a riunirsi. In una sorta di viaggio che dall'ombra della morte può portare alla luce di una nuova esistenza. Se dovessi dare una parola anche a questo racconto, sarebbe sicuramente Amore. Naaktara insegna anche ad andare oltre le antiche usanze, soprattutto quando sono così assurde, e a cercare di comprendere le scelte degli altri, perché a volte forse sono compiute più per amore che per egoismo, più per sacrificio che per cattiveria.
Perché continui a chiamarmi bambina? Io mi chiamo Rosa!
Infine, con E fine della Storia, andiamo in Italia, nella Lombardia del XII secolo. Il racconto che ho preferito, una piccola fiaba oscura, forse perché amo anche moltissimo il Folclore, e la piccola Rosa ha conquistato il mio cuore, con la sua dolcezza ma anche il suo coraggio. Siamo nei giorni della merla, e un soldato, Grifo si trova presso la Locanda del Drago, dove tra gli altri fa la conoscenza della piccola Rosa, alla quale in breve tempo si affeziona. Una notte il villaggio è sconvolto dalla presenza di inquietanti fantasmi, e dall'arrivo di una piccola merla bianca, di cui Rosa si prende cura. Una merla che pian piano diventa sempre più nera, come colpita da una strana malattia o forse da un maleficio. Che cosa accade? E come liberarsi di quegli spettri? Grifo e Rosa troveranno un modo, ma richiede non solo tanto coraggio e amore, ma anche l'importanza di correggere scelte sbagliate.
Rosa è solo una bambina, ma ha una grande forza. Rosa vuole ritrovare suo padre, ed è disposta a tutto per riunirsi a lui. Una storia di maledizioni, di fantasmi, di Benandanti, inganni e mistero. Ma soprattutto di Coraggio, la parola più giusta per questo splendido racconto.
Ma non si è mai troppo grandi per addentrarsi in una fiaba oscura.
In generale la raccolta mi è piaciuta, sia per i temi affrontati sia per le ambientazioni che, a mio parere, sono la vera forza della narrazione. Per mio gusto personale ho preferito Furiae e E fine della storia, ma anche gli altri due racconti mi hanno trasmesso molta curiosità sia per personaggi storici di cui non sapevo nulla, sia per l'ambientazione descritta, l'oltretomba egizio. Temi e personaggi di cui sarebbe interessante scoprire di più.
Insomma, una raccolta molto interessante, che non ho trovato un capolavoro ma che ha allietato delle ore di lettura.