Sono giorni un po' difficili, non posso negarlo.
Provo tante emozioni negative che mi spingono a non aver la forza di far nulla, o quasi. Anche scrivere diventa complicato, eppure al pensiero di mettere da parte le mie passioni, mi assale ancor di più un forte senso di tristezza e delusione per me stessa. Così, ci provo. Voglio raccontarvi le mie ultime letture che, per fortuna, anche se lentamente, proseguono e almeno da questo punto di vista mi regalano belle sensazioni.
Uno dei miei obiettivi di lettura è quello di recuperare tutti i lavori di una delle mie autrici preferite: Jane Austen. Devo dire di essere a buon punto, perché mi mancano solo gli scritti giovanili - Juvenilia - e poi avrò concluso il mio viaggio nella sua splendida penna. Successivamente però mi piacerebbe leggere anche biografie e saggi su di lei. Alcuni ne ho, quindi non sarà un problema.
A Novembre ho ripreso in mano un testo che avevo lasciato da parte qualche mese fa per via di un atteggiamento nei miei confronti che non ho gradito. La lettura era diventata poco stimolante, e quindi ho preferito fermarmi, e tornare tra queste pagine con più calma e con una diversa predisposizione. Per buona parte è stata, quindi, una rilettura. Lady Susan lo avevo recuperato diversi anni fa, e ho provato le medesime sensazioni positive; I Watson mi è piaciuto tantissimo anche se purtroppo si ferma troppo presto; e finalmente ho concluso anche Sanditon! Ho subito due pensieri da fare:
- Vorrei tornare indietro nel tempo, per consentire alla cara Jane di continuare i suoi testi, avendo più tempo e meno dolore. Perché sento che, soprattutto i Watson, avrebbe preso un posto molto alto nella mia personale classifica.
- La penna della Austen resta splendida. Amo leggere le sue opere perché, anche se giungono più o meno tutte al medesimo finale, non mi stancano mai, grazie anche al suo stile ironico e arguto.
Preferirei insegnare in una scuola (e non credo ci sia niente di peggio), piuttosto che sposare un uomo che non mi piace per niente.
- da I Watson -
Tornare tra le pagine dei romanzi di Jane Austen è come compiere uno splendido viaggio verso casa. Sai che difficilmente troverai una delusione, al massimo in questo caso potrai trovare una sorta di tristezza. Non per i temi in sé, ovviamente, quanto immaginando quella penna che rimane sospesa, per via di un dolore famigliare o perché la morte ha bussato anche alla sua porta. Ma potrai anche provare un forte senso di stupore nel conoscere Susan Vernon, un'antieroina manipolatrice e ipocrita, che però riuscirà a suscitare una sorta di simpatia. Io, francamente, l'ho adorata nonostante il suo carattere alquanto controverso e distante dalle eroine Austeniane.
Iniziamo proprio da lei.
Lady Susan è un romanzo epistolare che si compone di 41 lettere, che riescono a mettere a nudo, in poche pagine, gli intrighi e i caratteri dei vari personaggi. Tra tutti, come è ovvio, emerge soprattutto la figura di Susan Vernon, considerata la più scaltra civetta di tutta l'Inghilterra! Effettivamente, sin dalle prime lettere è facile rimanere sorpresi da un personaggio così differente dalle altre sue eroine. Nonostante sia rimasta vedova da solo pochi mesi, Lady Susan non rinuncia alla vita di società, e grazie alla sua forza persuasiva riesce a manipolare e affascinare soprattutto gli uomini che incontra, nonostante siano sposati o promessi sposi di altre donne. Dalle lettere che scrive alla sua amica Mrs Johnson, però, emerge un carattere davvero freddo e calcolatore, anche nei confronti della sua unica figlia, Frederica, che rappresenta per lei più un peso di cui liberarsi che altro. Verso di lei, infatti, non si avverte l'affetto sincero di una madre, ma quello di una donna che non si interessa dei sentimenti di quella figlia timida e tanto diversa da sé, ma le vuole imporre - a suo modo - un matrimonio ben preciso, nonostante i suoi rifiuti.
Altre madri avrebbero insistito perché le loro figlie accettassero all'istante un partito così buono, ma io non mi sono sentita di imporre a Frederica un matrimonio contro il volere del suo cuore, e invece di adottare un misura così drastica, ho semplicemente fatto in modo di renderle la vita insopportabile, cosicché sia lei ad accettarlo di sua volontà. Ma adesso basta con questa fastidiosa ragazza.
Siamo di fronte anche a una protagonista non più giovane, ma ancora molto affascinante: dal suo aspetto nessuno le darebbe più di venticinque anni, anche se in realtà deve averne dieci di più. [...] in lei si fondono, in maniera straordinaria, bellezza classica, grazia e vivacità.
Attraverso queste lettere, Jane Austen riesce non solo a mettere in mostra un personaggio diverso dal solito, e piuttosto controverso, ma anche l'ipocrisia della borghesia del tempo, quegli atteggiamenti di apparente gentilezza, dietro la quale si celano calcoli ben precisi, sempre in relazione ai matrimoni giusti da combinare per ottenere una vita ben dignitosa.
Pur essendo un'opera ancora acerba, scritta dalla Austen in giovane età ma pubblicata postuma, si scorge anche tutta la sua incantevole ironia. Ad essere sincera, nonostante la meschinità di Lady Susan, mi sono ritrovata a ridere in più di un'occasione.
Gli uomini, qui, vengono facilmente manipolati, usati, e incantati; tutti persuasi dall'arte dialettica e dal fascino di una donna che sa come conquistare e tessere i rapporti per un proprio tornaconto. Scaltra, fredda, a tratti una vera e propria stronza - lasciatemelo dire -, eppure è un personaggio che continuo ad adorare.
Se volete provare a leggere un romanzo più breve di quest'autrice e diverso dagli altri, vi invito a provare proprio con Lady Susan!
I Watson e Sanditon, invece, sono due romanzi che per varie ragioni sono rimasti inconclusi, con mio enorme dispiacere. Nel primo caso, Jane non riuscì a terminarlo perché si ritrovò a vivere proprio quello che stava scrivendo: nel 1805 suo padre morì, lasciando le sue figlie in una situazione finanziaria molto difficile. Sanditon, invece, fu l'ultima sua opera, purtroppo interrotta per via della sua morte.
Perché consiglio ugualmente di leggere dei romanzi incompiuti? Perché nonostante tutto, sin dalle prime pagine, si riesce a percepire la sua scrittura, i temi a lei più cari, e personaggi che hanno tutte le carte in regola per entrare nei cuori dei lettori. Dal mio punto di vista, mi ha colpito di più I Watson, perché ci ho ritrovato dei riflessi di alcune delle sue opere maggiori - io ci ho visto qualcosa delle sorelle Bennet nella descrizione delle quattro Watson, o almeno è stata una mia sensazione -.
In camera del padre Emma era al riparto dalla terribili mortificazioni di una condizione sociale non adeguata a lei, e dalla discordia familiare: la durezza di cuore provocata dalla ricchezza, la presunzione di una mente limitata e l'ostinata stupidità di un carattere impossibile.
De I Watson, in realtà, grazie al nipote della Austen, possiamo comprendere quale sarebbe potuto essere il possibile finale. Protagonista è Emma, ultima di quattro figlie e due fratelli, che dopo aver trascorso gran parte della sua giovane vita presso sua zia, è costretta a tornare a casa, in una famiglia che ormai non conosce più, e gravando così anche con il suo “peso” nelle finanze del padre malato. È una storia in cui si riflette, quindi, quella che è la vita della famiglia Austen in quegli anni. Le giovani Watson sono nubili, senza un soldo, e con un futuro sempre più incerto. Ed Emma, in particolare, si sente a disagio - complice anche suo fratello e la moglie - a vivere di nuovo lì. Non mancano però i balli, sempre sapientemente descritti, e gli uomini ricchi da conquistare e sposare. I temi cari a Jane Austen ci sono tutti, così come Emma appare molto simile come pensiero a Elizabeth Bennet: contraria al matrimonio per convenienza, che invece difende sua sorella Elizabeth. Eppure tra queste righe, nonostante non manchi la sua ironia, si avverte anche una sorta di malinconia forse proprio dovuta al periodo difficile che l'autrice stava affrontando. Ecco, io ho la sensazione che avrei amato tantissimo questo romanzo, ma già, con questi pochi capitoli, Jane è riuscita a conquistarmi.
... chi non ha sentito parlare di Sanditon? La migliore: essendo una stazione balneare appena emergente, è davvero la migliore località tra tutte quelle che si possono trovare lungo la costa del Sussex: prediletta dalla natura, e destinata a diventare anche la prediletta dagli uomini.
Sanditon, come dicevo, è l'ultimo romanzo.
Qui, accanto ai soliti temi, ne troviamo dei nuovi, oltre che a una differente ambientazione. Protagonista è Charlotte Heywood, una ragazza di Willingden, piccolo villaggio di campagna nel Sussex, che viene invitata dai coniugi Parker a trascorrere un periodo di vacanza a Sanditon, località balneare alla moda, di cui Mr. Parker tesse costantemente le lodi. In questo luogo farà la conoscenza di numerosi personaggi, caratterizzati sempre con molta cura dalla penna della Austen. In quel periodo Jane Austen soffriva di una malattia che pian piano degenerò nella sua morte, e in queste pagine, senza perdere la sua consueta ironia, si parla di malattia - soprattutto nei tre ipocondriaci fratelli Parker -, ma anche di speculazione edilizia. Mr. Parker è ossessionato dalla volontà di ingrandire la cittadina balneare, portando un numero sempre più crescente di turisti, incrementando così anche i suoi affari. Sarebbe stato sicuramente interessante riuscire a leggere il romanzo completo, anche perché rispetto ai precedenti presenta diversi elementi nuovi, mantenendo comunque sempre lo sguardo sui possibili matrimoni d'interesse o d'amore.
Vi piace Jane Austen? Avete letto anche questi romanzi?
Io non vedo l'ora di recuperare anche Juvenilia per avere così un quadro completo di tutte le sue opere!