È tardi, è tardi, sai?
In questi giorni sono diventata un mix di Bianconiglio che deve correre perché ha fretta e un bel Bradipo che si muove con estrema lentezza e zero voglia di fare. Non ho avuto momenti facili, ultimamente, e così mi sono fermata, concessa del tempo per riprendermi. Perché sono ormai consapevole che bisogna seguire quello che chiede il nostro corpo e anche la nostra mente. Solo che, guardando il calendario mi sono anche accorta di una cosa: tra una settimana - se tutto va bene - sarò in viaggio verso casa e quindi ho pochi giorni per recuperare tutti i libri di cui vorrei parlarvi! Perdindirindina (?)!
Ci provo, anche perché dal 20 al 30 il blog e i social - molto probabilmente - andranno in pausa. Quindi, quel che è fatto è fatto.
Inizio a consigliarvi un libro meraviglioso che ho letto lo scorso mese e che, secondo me, può essere un ottimo regalo per natale, sia per ragazzi (dai 12 anni) sia per gli adulti. Una storia che ha elementi duri, inutile negarlo, ma che allo stesso tempo è una carezza, un libro coccola da leggere con accanto però un bel pacchetto di fazzoletti!
Di questo libro trovate già la mia recensione sul sito di Let's Book, ma mi piace poter dedicargli del tempo anche sul mio blog.
«Non avere fretta», gli disse lei.
«Ogni cosa a suo tempo», bisbigliò lui, arrossendo.
«Lo dice il signor Tom»
Buonanotte, signor Tom «è un commovente romanzo dalle atmosfere dickensiane».
È bastata questa frase sul sito della casa editrice Fazi, per conquistarmi. Amo Dickens, amo i romanzi che riescono a commuovere, e amo le storie di rinascita, con protagonisti anziani e/o bambini. Insomma, questo libro aveva tutte le carte giuste per piacermi tantissimo, e così è stato. In patria - Inghilterra - è stato un romanzo molto apprezzato tanto da figurare tra i cinquanta libri più amati di sempre dagli inglesi e vincere diversi premi. Inoltre sono stati realizzati anche film e opere teatrali. In Italia è arrivato da poco, ma non può non conquistare i cuori dei lettori.
Siamo nel 1939, in pieno conflitto mondiale e il governo di Londra ha deciso di allontanare i più piccoli verso le campagne, per poterli salvaguardare dalla minaccia delle bombe. I piccoli vengono così spediti, quasi come pacchi postali, in maniera piuttosto libera tra le varie famiglie, e non sempre le cose vanno così bene. In molti, infatti, scappano per tornare dai propri genitori, incuranti della guerra. Tra di loro, c'è anche William Beech, un bambino magrolino e spento, dallo sguardo costantemente impaurito, che dimostra meno anni di quanti in realtà ne abbia. Willie - così lo chiama sua madre - è affidato a un uomo solitario di oltre sessant'anni, Thomas Oakley (Tom), all'apparenza burbero e molto diffidente. Se da principio l'unione tra i due può apparire assurda, pian piano ne scopriamo - insieme a loro - la bellezza, la profondità, la rinascita.
Sì, perché sia William sia Tom sono due solitudini che s'incontrano, due vite spezzate che possono ricucirsi insieme. Anche se le loro cicatrici non potranno mai svanire, possono però essere alleviate dal balsamo di un nuovo, potente, amore.
Com'era possibile che una persona non avesse più voglia di vivere, si domandò Will, quando c'erano così tante cose cui valeva la pena di stare al mondo? C'erano i temporali notturni e il vento e il fragore del mare e la luna. C'erano libri da leggere e disegni da fare e la musica.
William è un bambino fortemente turbato. Ha paura di tutto, anche del dolce cane dell'uomo, Sammy. Ha il terrore di compiere anche il più piccolo gesto, pronto ad assumere un atteggiamento di difesa da un possibile colpo. La sua infanzia è turbata da una madre che ha spento in lui ogni luce; affetta da un fanatismo religioso che spaventa e che ricorda moltissimo la terribile madre di Carrie di Stephen King. Will ha lividi su tutto il corpo, e sebbene abbia quasi nove anni, non sa leggere né scrivere. L'unico libro che è obbligato a conoscere è la Bibbia.
Tom è un uomo solo che, a causa di un grave lutto, ha deciso di allontanarsi dalla piccola comunità del villaggio di Little Weirworld, dove è ambientata perlopiù questa storia. Sembra diffidente, scontroso. È come se anche lui si sia spento troppo tempo prima. Eppure, vedrà in quella piccola creatura un modo per tornare a vivere, per rinascere. Qualcuno di cui prendersi veramente cura.
In sei mesi avviene proprio un cambiamento, a piccoli ma importanti gradi, che permette a entrambi di tornare a risplendere. Will capisce l'importanza della famiglia, ma anche dell'amicizia che non ha mai avuto. E pian piano scopre i suoi meravigliosi talenti, oltre che tutte quelle piccole cose che rendono la vita più bella. E tu, lettore, ti commuovi nel vedere quasi davanti ai tuoi occhi quel bambino mutare in maniera così intensa: è tanto il calore che senti dentro, tanta la gioia, che però si frantumano quando arriva la lettera di sua madre. William deve tornare nella fredda e triste Londra, in cui ritroviamo un po' quelle atmosfere dickensiane di cui parlavamo prima. Cosa accadrà? Sua madre sarà cambiata? E i rapporti tra Will e Tom finiranno così?
Per la trama voglio fermarmi qui, perché rivelarvi troppo secondo me fa perdere la bellezza della lettura.
La scrittura di Michelle Magorian è molto semplice, scorre limpida e chiara, per cui è facile anche per i ragazzi approcciarvisi. È un libro che si divora in pochi giorni, perché è difficile staccarsi dal villaggio e dalle vite non solo di Tom e Will, ma anche degli altri abitanti, tra cui spicca soprattutto Zach, un esuberante bambino, figlio di due artisti di teatro, anche lui tra gli sfollati di Londra.
Oltre a essere una storia di rinascita, di formazione e di crescita, è anche a mio avviso un vero e proprio omaggio all'amicizia, ma riflette anche l'importanza del lasciar emergere la propria personalità, i propri talenti, non opprimendo i bambini, ma facendo loro scoprire la magia tra le pagine di un libro, tra i colori di un disegno, o nella recita di una grande opera classica. C'è l'amore per il teatro, soprattutto di Shakespeare, ma anche per la letteratura (Dickens stesso viene citato più volte), l'incanto per la musica, ma anche per la natura.
Un libro tutto suo. Solo suo. L’unico altro libro che avesse mai posseduto era la Bibbia, ma era un tomo vecchio e polveroso, che prima di arrivare a lui era appartenuto a qualcun altro. Quel libro, invece, era nuovo. Le pagine erano bianche e lisce ed erano piene di immagini meravigliose che raffiguravano degli animali coi vestiti.
Una storia di luci e ombre, perché anche se nel villaggio di campagna la guerra non sembra distruggere tutto, i suoi echi si avvertono: tra soldati spezzati nel fisico e nell'animo, famiglie separate, e inutili vittime; oltre alla paura che si riflette nell'accortezza di nascondere la luce dietro pannelli scuri, o nel portare sempre con sé una maschera anti-gas o costruire rifugi.
Non si possono però nascondere i temi più duri. C'è tanta dolcezza, ma anche qualcosa di più cruento, soprattutto a causa del personaggio della madre di William. C'è l'abuso, la violenza fisica e psicologica, ma anche il terrore della guerra.
Ombre, quindi, ma pure luci che l'autrice riesce a bilanciare sapientemente: la tenerezza dei rapporti umani, la bontà dell'uomo che non arriva mai a essere troppo sdolcinata.
Insomma, è un libro di una tenerezza assurda, ma anche duro. Una coccola, ma anche una riflessione importante. Commuove, riscalda il cuore, e sarà difficile da dimenticare. Tom, Will, Sammy, Zach e anche gli altri si sono incastrati tra le pieghe della mia anima, e credo che lì resteranno.
Regalatelo a chi amate, o anche a voi stessi.
Non ve ne pentirete.