La Rosa Bianca, di Stefano Palma

30 ott 2021

Libri

Qualche anno fa ho visto un film intitolato La Rosa Bianca - Sophie Scholl.
Se devo essere sincera mi ci sono soffermata inizialmente in maniera superficiale: la rosa bianca è il mio fiore preferito.
Eppure è stato un modo per scoprire una realtà storica che non conoscevo.
Al Salone del Libro, nello stand del Treno della Memoria (Comunità che dal 2005 accompagna ogni anno migliaia di studentesse e studenti da tutta Italia in un percorso educativo che culmina nella visita dei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau), mi ha subito colpito questo fumetto. Eccola lì, Sophie, con in mano i volantini da distribuire per la sua città, e suo fratello Hans deluso da un Regime in cui, inizialmente, forse credeva.

Non ho resistito e l'ho subito preso e letto. Inizio subito con il dire che secondo me è un ottimo modo per far conoscere lo spirito dei giovani attivisti della Rosa Bianca alle nuove generazioni. Attraverso il graphic novel, infatti, l'impatto con la Storia è più immediato. Sono restituiti i volti e i tratti di un'epoca apparentemente lontana, e tutti possiamo avvicinarci ancora di più non solo alla vita - purtroppo breve - di questi ragazzi e ragazze, ma anche al loro messaggio di fondo, che risuona ancora più forte oggi.
Quindi, consiglio a tutti di recuperarlo, ma soprattutto a chi non conosce per nulla la storia di Sophie e Hans Scholl e degli altri membri della Rosa Bianca, e soprattutto ai più giovani, motore del cambiamento.

© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

Prima di lasciarvi andare alle immagini, il consiglio è di leggere i tre interventi nella prefazione, da parte di Paolo Paticchio, presidente del Treno della Memoria, di Christel Antonazzo, curatrice del progetto editoriale, e del Prof. Daniele De Luca, storico delle Relazioni Internazionali dell'Università del Salento, perché aiutano a inquadrare meglio non solo le figure di questi giovani, ma anche della Storia presa in esame.
Quello che mi ha colpito molto e che si riflette poi anche nei disegni, nella parte finale, è questo collegamento tra passato e presente, tra la resistenza-passiva di quei ragazzi e ragazze (non solo della Rosa Bianca, ma anche gli stessi partigiani erano molto giovani), e i giovani di oggi che, mossi dal medesimo spirito, continuano a sollevare le loro voci contro un odio che torna a crescere anche nella nostra società, e delle politiche marcie. Proteste che incarnano il motto della Rosa Bianca:


Uno spirito forte, un cuore tenero.

È importante possedere uno «spirito forte», credendo con convinzione nei propri ideali umani, e nei propri sogni, e battendosi per essi, ma allo stesso tempo c'è bisogno di «un cuore tenero», focalizzandosi sull'empatia, sul mettere al primo posto l'individuo, i suoi bisogni e il rispetto delle sue libertà, prima di ogni strumentalizzazione politica. Questo messaggio ha lasciato traccia in me, soprattutto alla luce dei recenti fatti. Quanto la politica vecchia e basata sull'odio per il diverso o le persone più vulnerabili sta rovinando questo paese? Eppure c'è anche una speranza: le nuove generazioni. Ieri stavo riflettendo molto su questo. Penso a mia nipote, che a tredici anni ha già proprio questo spirito forte e un cuore tenero. Penso ai tanti ragazzi e ragazze che ieri non hanno spento la luce, nonostante le tenebre di un sistema politico corrotto e becero, e penso che forse c'è ancora speranza. E che sì, i giovani possano essere il vero motore del cambiamento.

Così come lo sono stati Sophie, Hans, Christoph, Willi, e Alexander. Studenti e studentesse - al quale si unì anche il professor Huber - che, mossi da ideali anche di natura cristiana ed empatica, hanno scelto di opporsi a un Regime in cui non credevano più, e tramite una resistenza-passiva hanno cercato di smuovere il popolo tedesco, spesso cieco o troppo impaurito per alzare la propria voce contro il massacro e le politiche del terrore del Terzo Reich.

Molto spesso, infatti, si tende a pensare che quello accaduto sia causa di una colpa collettiva: tutti i tedeschi sono nazisti, violenti, bestie pronte a uccidere senza rimorso. Ma è davvero così? In verità c'è stato anche chi ha osato sollevarsi, chi ha aiutato, chi si è mosso per opporsi.

I ragazzi e le ragazze della Rosa Bianca erano studenti che a un certo punto scelgono di dire no; e lo fanno non in maniera eroica, ma tramite una forma di resistenza-passiva - appunto - con l'uso di volantini, della parola più che della spada, per cercare di far aprire gli occhi ai loro connazionali. Messaggi che venivano distribuiti soprattutto nella città in cui studiavano, Monaco di Baviera, e nei quali chiedevano a gran voce di resistere alla “Bestia” e ai suoi complici, di impedire a quella macchina da guerra di continuare a funzionare, a uccidere persone innocenti, prima che tutte le città fossero ridotte a un cumulo di macerie e che la Germania venisse odiata e disprezzata. Invocavano la libertà di parola, di fede, un'Europa unita. Voci che risuonano anche oggi.

Purtroppo la loro attività ebbe vita breve, perché nel febbraio del 1943, dopo un processo di sole cinque ore, Sophie, Hans e Christoph furono condannati a morte per ghigliottina, mantenendo però anche in quel contesto il loro solido coraggio, senza mai voltar le spalle ai propri ideali.

In questo fumetto di Stefano Palma, liberamente ispirato a "La Rosa Bianca" di Inge Scholl - sorella maggiore di Sophie e Hans - l'autore ha cercato di riportare su carta, con l'uso del bianco e nero, tutta la loro breve esistenza, mettendo in luce anche forse il loro modello di vita ed educazione, e le sue idee fortemente anti-naziste: loro padre.


In momenti di grandi difficoltà sale al potere gente di tutte le risme. 
Con la povertà e la disoccupazione, quando la pura e semplice esistenza è minacciata e il futuro appare solo come una parete grigia e impenetrabile, la popolazione presta facilmente ascolto a promesse e lusinghe, senza chiedersi da chi provengano. 

Vorrei solo che andaste nella vita retti e liberi, anche se è difficile.  


Sophie e Hans parteciparono inizialmente, come tutti, alla vita politica e sociale del Terzo Reich, confluendo ad esempio nella Gioventù Hitleriana e subendo il fascino della Propaganda Nazista. Ma di lì a breve, entrambi, furono delusi dall'ideologia che l'organizzazione trasmetteva, ma anche dagli orrori della guerra.

Ed è così che scelgono di ascoltare la loro coscienza, fanno una scelta: quella di restare umani. E lottano fino all'ultimo istante della loro vita.

Sophie, Hans e gli altri, sono stati un faro di luce nelle tenebre del Nazismo, ma possono essere anche un modello prezioso per la nostra epoca. E questo Stefano Palma lo riflette anche nelle ultime pagine di questo delizioso quanto importante graphic novel: dal passato si arriva al presente, come se quei volantini non avessero mai smesso di volare, di arrivare ad altri giovani, spingendoli ad aprire la mente, a comprendere quanto sia importante restare umani, lottare per la libertà, per un mondo migliore, per l'amore, per tutti i nobili ideali in cui tutti dovremmo credere.

Ho riscontrato nel testo qualche refuso, e conoscendo la storia non ho trovato nulla di nuovo, però a mio avviso è una lettura che consiglio davvero con tutto il cuore di trasmettere ai più giovani. Fari di luce in quest'epoca che torna a essere forse troppo buia.

  Libertà di parola, libertà di fede, difesa dei singoli cittadini dall’arbitrio dei criminali Stati fondati sulla violenza: queste sono le basi della nuova Europa.

IL LIBRO

La Rosa Bianca. Uno spirito forte, un cuore tenero.
Stefano Palma
Casa editrice: Edizioni Ergot
Pagine: 82
Prezzo: 10.00€
Anno di pubblicazione: 2020
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