Come riuscire a descrivere questi cinque intensissimi giorni al Salone Internazionale del Libro di Torino?
Potrei iniziare da una parola: Rinascita.
Veniamo tutti da quasi due anni veramente difficili. L'ombra di questa pandemia globale aveva frenato un po' tutto ma, possiamo dire che aveva bloccato anche noi, come singoli.
Se mi volto indietro, vedo una me terrorizzata, chiusa in casa, piena di rabbia prima e di incertezze e paure dopo. C'era la tristezza nel non riuscire a raggiungere i parenti lontani, nel vedere tutti quegli eventi a cui tenevi rimandati di volta in volta, la difficoltà di scorgere un futuro. In tutto questo caos soprattutto emotivo, in questa terribile stasi, io sono riuscita a non crollare ancorandomi ai libri e agli affetti. I libri sono stati il mio modo di evadere, di respirare.
Anche quando si poteva di nuovo uscire, non stavo bene. Inizialmente mi sentivo soffocare da quella mascherina, e fare una semplice passeggiata era quasi un motivo di ansia. Avvertivo la percezione di essere quasi in uno di quei libri o film distopici, ma questa era la realtà. Schivavo le persone, mi tenevo a distanza, mossa dalla paura di contrarre quel terribile virus e trasmetterlo a chi amo.
Ma poi è arrivata la scienza e, per quanto mi riguarda, ha portato con sé una nuova luce di speranza. Ho visto quella strada giusta per tornare a riemergere da questo buio opprimente.
Avevo paura di andare al Salone in mezzo a tutto quel fiume di gente?
Inizialmente sì, ma una volta lì è scattato qualcosa che non saprei descrivere.
Era come tornare a rinascere. Tutte quelle paure, quella voglia di tenermi distante, sono in parte svanite. Ho avvertito la sensazione di riprendere a vivere. Una gioia incontenibile.
Questo è stato il mio secondo Salone, anche se il primo vissuto in maniera completa. Tuttavia mi sentivo di nuovo come quei bambini che saltellano felici di fronte a certe cose che ai loro occhi appaiono come piccole meraviglie.
Il Salone per me è un contenitore di meraviglie.
Sono partita anche da un obiettivo: vivere tutto al massimo, partecipare a più eventi, soffermarmi su ogni stand (o quasi), e laddove possibile riuscire anche a scorgere quei volti che finora sono rimasti solo “virtuali”. Purtroppo con la frenesia di tutte le cose da vedere e da ascoltare non sono riuscita a incontrare molte persone, ma alcune sì (ciao, Ambra!), e ne sono davvero felice! Essere fermata e riconosciuta è stato anche molto bello. Forse allora non sono proprio quel puntino poco luminoso in quel mare di contenuti presenti sul bookstagram. (Grazie, Eleonora! Magari in occasioni future, riuscirò a mettere da parte un po' il mio carattere introverso!).
Oltre ad andare per piacere personale, sono stata anche una delle inviate di Let's Book, quella bellissima comunità di amanti di libri di cui ormai faccio parte da diverso tempo. Ho prodotto una marea di storie, cercando di dar luce alle tante realtà editoriali presenti tra i vari Padiglioni. Un racconto fotografico, ma anche attraverso video, al quale è stata unita la narrazione di Sonia e Stefano, i creatori di questo mondo bellissimo, di quella che è un po' una piccola famiglia di lettori forti! E così, allo stesso tempo, ho cercato di portare con me tutti quelli che ci seguivano, cercando di trasmettere un po' della bellezza che mi circondava ai tanti che purtroppo non hanno potuto essere fisicamente lì. Spero di avervi emozionato, in qualche modo. E cercate di non provare un'invidia nociva: vi capisco eh, fino a due anni fa mi trovavo nella medesima situazione, guardavo gli altri andare e io sognavo da casa. Sono riuscita anche a incontrare Elisa, la più “piccola” del gruppo, e non vedo l'ora di conoscere anche gli altri!
Il mio scopo - e anche quello del mio compagno - era anche quello di scoprire nuove realtà editoriali di cui ho solo sentito parlare o che non conoscevo minimamente. Perché anche questo, per me, è l'intento del Salone: la scoperta di altre case editrici, magari anche piccole e indipendenti, ma che possono contribuire a regalare a noi lettori nuovi mondi, nuove scoperte, aggiungendo quel tocco di originalità che non può mancare, quella caratteristica peculiare che li possa far risaltare in quel fiume di stand. Alle case editrici più grandi e note ho dedicato spazio solo il lunedì. Sia chiaro, non per cattiveria, anzi. Io apprezzo moltissimo le pubblicazioni dei grandi gruppi editoriali (Mondadori, Feltrinelli, Adelphi, Rizzoli ecc.), ma secondo me non hanno bisogno di troppa pubblicità. Anche perché i loro libri li trovate con molta tranquillità in libreria.
Su questo tema ho due considerazioni personali da fare:
Sono felice di aver conosciuto nuovi mondi editoriali, spesso nati solo negli ultimi anni, che ci hanno raccontato con passione il loro messaggio, i loro libri, il loro scopo. Soprattutto in queste piccole realtà si sente quel contatto umano e quel forte amore per il lavoro, che ti spinge ancor di più a voler prendere quei libri, e scoprire le loro storie. E infatti, noi non siamo riusciti a resistere in più di un'occasione.
Ma ce ne sono state molte altre - tra quelle “piccole” - che mi sono sembrate tutte copie di copie, e che non sono riuscite ad attrarmi, già dal primo colpo d'occhio. Per carità, sono la prima a dire che le copertine non fanno il libro, ma secondo me sono una componente molto importante. Perché in quel caos infinito di libri, il primo sguardo cade proprio lì.
Secondo me il punto è questo: se vuoi emergere in questo complicato mondo editoriale, lo devi fare con un progetto chiaro, ben definito, e soprattutto originale. Non con copertine con font che lasciano a desiderare, o immagini a volte anche un po' trash scovate sul web. Perché alla fine, davvero, ho avuto la sensazione di vedere stand tutti molto simili.
Mentre altre realtà ci sono riuscite benissimo a emergere e colpirmi: come Marotta&Cafiero, il cui motto e il cui intento è davvero molto interessante - “Dove prima si vendeva la droga, oggi si spacciano libri” - e poi i ragazzi mi hanno davvero incuriosita, oltre ad essere davvero simpatici; ma anche Polidoro Editore che tra le altre cose ha scelto di recuperare classici del Novecento Italiano poco conosciuti, anche qui sono stata conquistata dalla passione della ragazza che mi ha parlato di alcuni libri (se poi mi citi il Gobbo di Notre Dame, è fatta). Aggiungerei anche Prehistorica Editore, per tutti gli amanti della letteratura francese, anche in questo caso meno nota; o Hacca Edizioni, una realtà marchigiana - per mia gioia, aria di casa! - che ci ha decisamente conquistato; o ancora Rina Edizioni che riscopre voci di donne del passato, o Utopia improntata alla selezione rigorosa di letteratura di qualità, e 21Lettere che punta più sulla qualità che sulla quantità, pubblicando solo sei libri all'anno. Be', poi c'è ABEditore, che ha davvero fatto il botto. Ma ne ero certa. Sapete quanto la ami come casa editrice.
Questi ovviamente sono solo alcuni esempi per farvi comprendere che laddove c'è quel pizzico di originalità e cura, voglia di sorprendere anche tentando strade nuove, allora puoi davvero emergere! Poi, ripeto, è un mio personalissimo pensiero.
Effettivamente, per quanto riguarda quelle più conosciute sembrava di essere all'interno di negozi. Sia chiaro, il contatto umano può sempre esserci, ma ho vissuto una percezione diversa, come entrare all'interno di grandi librerie di catena. Per questo mi viene da dire: è giustissimo comprare quello che più ci piace - io, ripeto, leggo moltissimi libri delle Case editrici più famose - ma in eventi simili, diamo risalto anche a quelle piccole realtà editoriali che forse possono regalarci perle nascoste o comunque trasmetterci quella bellissima passione che si scorge anche dai loro occhi, e i cui titoli non sono facili da trovare nelle librerie.
Gli stand più belli, a mio personale giudizio, sono stati quelli di ABEditore, perfettamente in linea con la loro linea editoriale, Prehistorica Editore, preciso e molto curato, e L'Ipoccampo Edizioni. Quest'ultimo aveva due sezioni. Ammetto che li apprezzo moltissimo soprattutto perché, partendo da alcuni loro libri del momento, apportano una cura per ogni dettaglio: e così ti ritrovavi ad attraversare un bellissimo angolo parigino, oppure potevi percorrere la via di mattoncini gialli per raggiungere Oz! Bellissimi e molto originali e diversi ogni anno.
Il Salone è stato anche Eventi.
Ora, su questo lato ci sono state cose positive e altre negative.
L'organizzazione qui non è stata proprio il massimo, soprattutto sul lato prenotazioni. Sono state aperte delle giornate di anteprima, ma inserendo orari che poi non corrispondevano alla realtà. E far prenotare sei ore prima dell'evento, è stato un po' un casino. Il sito crollava, infatti noi non siamo riusciti a farcela per Zerocalcare, ma siamo stati fortunati con MinaLima.
Diciamo che poi la mia ansia mi ha aiutata molto. Il primo giorno di anteprima sono andata a curiosare sul sito dieci minuti prima e ho notato che era già possibile prenotare, ecco il motivo per cui sono riuscita ad andare agli eventi di Alberto Angela, Giuliano Sangiorgi, Luciana Littizzetto, Dacia Maraini, Roberto Vecchioni, e Alessandro Barbero.
Per me è stato importante e meraviglioso partecipare a tutti questi incontri. Avevo proprio voglia non solo di vedere dal vivo autori e autrici che apprezzo moltissimo, ma anche di ridere un po', e ascoltare frammenti di musica. Quella musica che da troppo tempo è messa da parte, bloccata, non solo dalla pandemia ma anche da un governo che sta mettendo la Cultura troppo spesso ingiustamente da parte. Mi auguro che le cose possano cambiare presto. Perché anche la Cultura è fondamentale, e non va fatta morire. Anzi, io continuo a essere dell'idea che dovrebbe essere il punto fondamentale per la nostra società.
Ho anche partecipato al commovente omaggio a Luis Sepùlveda - scomparso di recente a causa di questo maledetto covid -, con la presenza di sua moglie Carmen Yáñez, che ci ha deliziato con i racconti del loro amore, tra risate ed emozioni. Mi si è stretto il cuore pensando che qualche anno fa, il suo “Lucio” io ho avuto la fortuna di incontrarlo. Non lo dimenticherò mai.
Il Salone è stato anche emozioni e firma copie.
Siamo riusciti ad ottenere non solo l'autografo dei MinaLima - adorabili! - ma anche della mia cara Dacia Maraini alla quale ho dedicato questo mese per il mio progetto, e che ascolterei per ore, e di due autori di quelli che per me sono i migliori graphic novel letti finora: Teresa Radice e Stefano Turconi. Che gioia averli visti, e aver arricchito le nostre copie de Le ragazze del Pillar con dediche e disegni. Sono immensamente felice.
Il Salone ha avuto anche le sue pecche, inutile negarlo. Tra prenotazioni assurde, e cose non proprio così precise nell'organizzazione degli eventi, si poteva fare di più. Ma, l'importante è essere ripartiti, no?
Finalmente tantissimi lettori - si parla di 150.000 presenze - sono tornati in quella sorta di Tempio della Cultura, e si è veramente respirato un clima di festa, di gioia, di spensieratezza, di bellezza. Nonostante tornassi a casa ogni sera stravolta, il giorno seguente ero già pronta a ripartire piena di energia.
Un'altra cosa bella è quella sensazione di sentirsi meno sola quando si parla di libri. Spesso può accadere, per noi lettori forti, di ritrovarci a non essere compresi nel citare libri o autori, nel voler andare spesso in libreria o altro, e invece lì c'era comprensione, unione. Anche nelle lunghe code, in attesa, ci si ritrovava a parlare con perfetti sconosciuti, che però sembravano quasi amici con cui parlare di libri. È una sensazione che non so spiegare perfettamente a parole, ma mi faceva sentire viva, e finalmente a casa.
Qualcuno in questi giorni mi ha detto “Marta, qui sei proprio bella, si vede che il Salone ti dà la carica”. In verità mi sentivo come al solito veramente brutta in foto, ma sapere che invece rifletteva altro mi ha fatta sorridere. Sì. Accedere al Salone, o a qualsiasi evento di libri e cultura, andare a Teatro, mi fa sentire talmente bene da dimenticare almeno per qualche ora gli aspetti più negativi della vita.
Ci saranno sempre cose che stonano, e anche in questo caso ho osservato molto e certe volte sono rimasta veramente perplessa di fronte a certi atteggiamenti, ma la bellezza ha trionfato.
Forse resterò sempre quel puntino poco luminoso nel bookstagram (che poi io ho sempre preferito i blog),
forse non sarò sempre riconosciuta o non riceverò tremila libri in regalo dalle case editrici, - libri che poi magari mostri e poi non leggi, ma vabbè -,
forse non avrò mai grandi numeri di seguaci (che poi in verità mi mettono anche un po' d'ansia, ma davvero mi leggete? Se sì, con tutta la mia umiltà, grazie di cuore),
ma alla fine sono fiera del mio percorso, della voglia di condividere le mie riflessioni sui libri letti, del “lavoro” che faccio in collaborazione con Let's Book o con le case editrici che forse hanno riconosciuto in me qualcosa, e mi hanno regalato i loro libri. E in fondo questo è l'importante.
Devo lavorare un po' sul mio imbarazzo e la mia introversione, espormi magari di più, lo so. Ma vedremo. Spero di arrivare, anche nel mio piccolo.
Spero di emozionare.
Spero di spingervi a leggere le storie che tento di raccontare, e di trasmettervi un po' del mio immenso amore per la lettura.
E se anche raggiungessi solo una persona, sarebbe per me già una vittoria.
Questo è stato il mio Salone.
Vi auguro di poterlo vivere anche voi, il prossimo maggio!
Dai, che si torna a rinascere!
E come ha detto anche Alberto Angela alla fine del suo discorso sull'incendio di Roma - che ha paragonato al virus - “Forse è tornata la luce dopo l'incendio”.
Concludo con piccoli consigli per i prossimi Saloni:
- Portate da casa qualcosa da mangiare, perché i prezzi lì dentro sono veramente assurdi.
- Purtroppo - quasi sempre, poi ci sono state delle eccezioni - vi toglieranno le bottigliette d'acqua all'entrata. Sì, dentro costerà molto, ma per fortuna hanno messo delle fontanelle per riempire poi di volta in volta la bottiglietta.
- Il Salone è anche code, code e code. Agli eventi - soprattutto i più grandi - è meglio andare almeno mezz'ora prima, per trovare posto. Ma ci sono code anche per i firmacopie, per prendere cibo, per andare in bagno. Insomma, dovrete valutare tutte queste cose nel costruire il vostro percorso.
- Ma una volta entrati, godetevi ogni minimo istante! Sì, il portafoglio alla fine piangerà, il vostro fisico ne uscirà distrutto (anche se con tutti quei km fatti mi sento già più in forma!), ma la vostra anima si riempirà di una nuova, intensa, luce.
Ultimo pensiero, permettetemelo.
Grazia a te, amore mio per avermi fatto compagnia in questo splendido viaggio.
Anche se a volte non ci comprendiamo e finiamo per discutere per sciocchezze, è stato bello percorrere tutti quei padiglioni fianco a fianco. Sei uno spendaccione, e non dovresti comprare tutte le cose che mi attirano, ma ogni giorno che passa penso che ho avuto veramente tanta fortuna nel trovarti. E ti tengo stretto.
P.S. Ma tra poco verremo sommersi da tutti questi libri. Aiuto.
a presto,
Marta
Ps. Il bottino di una coppia in cinque giorni di Salone. Ehm.
Tutte le foto le ho fatte io in queste giornate, ma trovate molto altro nelle Storie in evidenza della mia pagina instagram: marta.sognatrice
Se vi va, seguitemi! :)