All'inizio dell'anno vi avevo parlato del primo libro di Johannes Bückler, una lettura davvero interessante ed emozionante. Dopo, Non esistono piccole storie, di recente ho recuperato anche il secondo, Non esistono piccole donne, che si concentra più nello specifico su tutte quelle storie apparentemente minori di donne che hanno lasciato una traccia importante nella Storia, ma che molto spesso sono state messe da parte, in taluni casi dimenticate, per far prevalere gli uomini.
Anche in questo caso non sono rimasta delusa, anzi adoro particolarmente la capacità di Bückler di dar voce alle donne stesse, per poi lasciare qualche riflessione finale con lo scopo di far aprire gli occhi a chi legge, davanti ai soprusi, ai torti e alle violenze subite. Ma anche alla forza, alla determinazione, e al coraggio di certe donne, che nonostante tutto hanno realizzato i propri sogni, la propria arte o, in qualche modo, hanno contribuito al progresso nella scienza.
Queste letture sono perfette non solo per conoscere personaggi dell'arte, della letteratura, della Storia, ma anche persone più “comuni” di cui si parla sempre troppo poco, per dar loro la possibilità di esprimersi, di aver voce. Una voce spesso negata, che brilla con forza in queste pagine.
Tante, piccole storie, che di piccolo in verità non hanno proprio nulla. Tante donne importanti, che non andrebbero mai dimenticate, ma anzi, è importante conoscere la loro vita, quel che hanno fatto, farle riemergere anche nei libri di scuola dove per troppo tempo sono state escluse a differenza dei loro “colleghi” uomini.
Perché in Italia, su 100 vie, solo 8 sono intitolate a donne? E di queste, perché oltre il 50 percento è rappresentato da Madonne e sante? Come è possibile che i premi Nobel assegnati a scienziate siano solo una ventina, dal 1901 a oggi? E soprattutto, perché i ruoli di rilievo nella ricerca e nelle istituzioni vengono affidati in numero esiguo alle donne?
Quante donne non hanno visto riconosciuto il proprio lavoro, o peggio, sono state dimenticate?
Appunto. Quante? Sicuramente troppe.
Per questo era necessario porvi rimedio.
Basterebbero queste parole per spingervi a comprare e leggere questo libro. Chi si celi dietro lo pseudonimo di Johannes Bückler non si sa, ma quella che è certa è la sua capacità di narrare storie importanti in pochi tweet o, in questo caso, in poche pagine pregne però di emozioni e riflessioni. È come assistere a una sorta di intervista, o meglio, la donna, la bambina, o l'anziana sono poste sotto una luce calda ed è concesso loro di parlare. Sì. Possono elevare la loro voce, nonostante la morte, il disprezzo o i soprusi subiti in vita. Raccontano le loro vite, i loro sogni, la loro arte. Eppure c'è anche, molto spesso, una sorta di nota sarcastica soprattutto contro un maschilismo e una società patriarcale che per troppo tempo, nel corso dei secoli - e purtroppo tuttora - hanno messo le donne da parte, impedendo loro di ricevere premi per una scoperta fatta, di correre in una gara, o semplicemente di indossare un paio di pantaloni o un determinato costume. Le donne hanno dovuto sempre lottare nel corso dei secoli, e ancora oggi c'è tanta strada da fare. Libri come questo, a mio avviso, aiutano a ricordare i passi fatti, a conoscere le vite di diverse donne che hanno donato tanto al mondo, ma che per troppo tempo sono state dimenticate o facilmente rimosse, donne che a causa di troppi pregiudizi non hanno potuto avere il giusto riconoscimento.
Non esistono piccole donne è un tributo a loro, ai loro piccoli passi verso un cambiamento di vita; alle loro lotte per i diritti civili o quelli naturali.
Pensiamoci bene: quante donne dell'arte o della letteratura compaiono nei libri scolastici? Poche, vero? E quando parliamo di resistenza, quanto poco si parla delle azioni delle donne durante la Guerra? Anche qui, le storie su di loro sono molto poche in relazione agli uomini. Eppure, hanno fatto tanto per aiutarci a vivere questa libertà che abbiamo ora la fortuna di avere. In questo libro troverete alcuni nomi noti, altri forse davvero sconosciuti. Dipende poi dal nostro bagaglio culturale: io ad esempio molte di queste donne non le conoscevo, di altre ho letto qualcosa solo negli ultimi anni, altre ancora mi sono care, come la mia amata Artemisia Gentileschi con cui questo volume ha inizio.
Come nel precedente testo, anche qui le storie sono suddivise per dieci tematiche:
- Arte e Letteratura
- Nazismo
- Razzismo
- Resistenza
- Ribellione
- Scienza
- Sport
- Storia
- Vittime
- Altre storie
L'autore (o autrice?) sembra quasi parlare con loro, offrendo la possibilità di raccontare la loro storia. Poche pagine per ogni donna, ma ricche di messaggi importanti, di vite molto spesso spezzate, delle difficoltà dell'essere donna in epoche e società patriarcali, del coraggio di continuare a scegliere i propri sogni nonostante tutto. Storie che danno coraggio, molte altre che trasmettono un forte senso di rabbia e disagio. Tutte interessanti, tutte degne di essere conosciute. E dopo aver concesso a loro la parola, è Johannes Bückler che chiude ogni brano con delle riflessioni importanti, sovente con domande che lasciano al lettore una serie di sentimenti, di sensazioni, di domande o anche risposte.
Proviamo a fare degli esempi, se vi dicessi questi nomi, quanti di voi ne hanno sentito parlare?
Lavinia Fontana, Diane Nemerov Arbus, Savina Rupel, Angelika Raubal, Claudette Colvin, Breonna Taylor, Rita Rosani, Helen Hulick, Maud Leonora Menten, Junko Ishibashi Tabei, Wu Zetian, Elena Luisi, Mary Ann Bevan...
Vi dicono qualcosa questi nomi? Sono solo alcune, poche, delle donne che troverete tra queste pagine.
Pittrici, scrittrici, fotografe, musiciste, resistenti, ribelli, scienziate, ma non solo. Ci sono anche storie di madri che hanno perso i loro figli in maniera assurda e ingiusta, solo per il colore delle pelle; bambine che hanno dovuto sopportare atteggiamenti meschini per poter studiare, donne torturate dai fascisti che nonostante il dolore non hanno mai parlato, altre che hanno fatto importanti scoperte scientifiche per poi vedersi rubare il lavoro dai colleghi uomini; ma anche vittime della mafia e del terrore, donne affette da malattie gravi che hanno deturpato il loro volto, il loro fisico, e per questo derise e criticate. Ci sono storie che trasmettono rabbia, altre che fanno affiorare le lacrime, ma anche testimonianze di forza, di coraggio, che ti fanno provare una forte forma di ammirazione per loro, per ciò che hanno fatto.
Sapevate che Lavinia Fontana fu la prima a infrangere la regola che impediva alle donne di non dipingere nudi? E di Lee Miller, fotoreporter di guerra che testimoniò con le sue fotografie le terribili immagini dei campi di sterminio nazisti?
Quale storia si cela dietro il quadro Il ritratto di Irène Cahen d'Anvers di Renoir? O, chi fu la prima vera vittima della follia di Hitler?
Eravate a conoscenza che nella Villa Contarini Giovanelli Venier, a Vò, sono stati rinchiusi numerosi ebrei, soprattutto donne, anziani e bambini, prima di essere trasferiti nei lager?
Prima di Rosa Parks, poi, e della sua importante azione, ci furono altre donne e ragazze che fecero lo stesso, tra cui Claudette Colvin.
Ma ci sono anche donne che hanno lasciato un segno importante nella storia: come Wu Zetian, la prima imperatrice della Cina, o Caterina d'Aragona che fu la prima donna nella storia europea a diventare ambasciatrice.
Ma sono solo alcuni esempi che spero possano incuriosirvi ancora di più.
Non sono forse molto brava a parlare in modo opportuno di questo libro, ma Johannes Bückler ha una capacità narrativa che di certo vi ammalierà, come ha fatto con me.
Ve lo consiglio con tutto il cuore.
Però state attenti. Il fascismo lo abbiamo sconfitto una volta, ma voi siete ben lontani dall'aver sconfitto il male che alimenta le sue radici profonde. Che comincia sempre dalle piccole cose. E quando queste accadranno, vi chiederete: è lui?
Qualcuno proverà a convincervi che «no, non è lui, tranquilli, sono solo piccole cose».
Non credetegli. Reagite, anche alle piccole cose.
Perché se non lo farete, un giorno vi accorgerete di averlo ormai dentro, quel male. E tutto intorno. E sarà troppo tardi.
- da Per lui, mio figlio. Norma Pratelli Parenti.
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