L'importanza di essere onesto, di Oscar Wilde

30 apr 2021

Libri

Tappa di aprile per il progetto #gdlgrandtour dei classici europei, ideato da libri_per_vivere e in.limine su Instagram.

Piccola cartolina dall'Irlanda.
Oggi si vola in quella magica terra con una commedia davvero divertente di Oscar Wilde.
Per me non è nuova, conoscendo la storia grazie a un bellissimo film che vede il mio amato Colin Firth e Ruper Everett come protagonisti! Però è stato un piacere leggerla, staccando un po' da letture molto più impegnate e a tratti drammatiche.
Ammetto di avere un'anima tendente al tragico. Le mie letture spaziano sempre su temi importanti o su argomenti che possono commuovere, quindi consigliare libri che possano scatenare risate è difficile. In mio soccorso arrivano le opere teatrali, che sono un buon modo per staccare un po' dal dramma e sorridere. Anche se dietro alle risate si può nascondere una sorta di critica sociale e dei comportamenti umani. Come in questo caso, no?
La bellezza di alcuni classici sta anche nell'uso dell'ironia per cercare da un lato di mostrare quella che è la realtà dei fatti della società in cui l'autore (o autrice) vive, ma dall'altro lato anche di condannarla in un certo senso. Penso ad esempio alla mia amata Jane Austen, nei cui libri usa una splendida ironia per far riflettere e mostrare il mondo in cui vive.

Anche Oscar Wilde lo fa, in questa splendida opera tra l'assurdo e il non-sense che mi ha regalato qualche piacevole momento.
Premetto che del volume presente ho letto solo L'importanza di essere onesto. Non appena avrò un po' di tempo, mi dedicherò anche alle altre opere.

 ...l'ideale per me è stato sempre sposare un uomo chiamato Ernesto. C'è qualcosa nel nome di Ernesto che ispira fiducia.

        
 © una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice


L'importanza di essere onesto (The Importance of Being Earnest) è una commedia teatrale di Oscar Wilde costituita da tre atti, scritta nel 1895 e rappresentata per la prima volta il 14 febbraio dello stesso anno al St James's Theatre di Londra. Nel 1899 fu poi pubblicata l'edizione a stampa.

Il punto focale della commedia sta nel gioco di parole - in inglese - tra l'aggettivo earnest e il nome Ernest che si pronunciano nel medesimo modo.
Earnest definisce una persona coscienziosa, affidabile, onesta ed ecco perché il nome Ernest diventa importantissimo per le due donne protagoniste che sognano da sempre di sposare un individuo chiamato in tal modo. E cosa possono fare i due corteggiatori se non mutare i loro nomi e battezzarsi una seconda volta in nome dell'amore provato per le due fanciulle?

Lady Bracknell: A dire il vero, a me non piacciono i fidanzamenti lunghi. Danno ai fidanzati la possibilità di conoscere il carattere l'uno dell'altro prima di essersi sposati, e questo non è mai prudente.

Protagonisti sono, infatti, due uomini dell'aristocrazia inglese: da un lato Jack Worthing, trovatello dalle dubbie origini, e dall'altro il suo ozioso amico Algernon Moncrieff.
Nel primo atto ci troviamo nella nobile casa Londinese di quest'ultimo, e i due amici parlano delle due rispettive doppie-vite. Algernon, infatti, scopre che l'amico non si chiama Ernest come dice a tutti, e Jack viene a sapere dell'invenzione di un presunto amico invalido - Bunbury -, dietro il quale si cela una scusa che Algernon usa spesso per allontanarsi da certi eventi ai quali non vuole partecipare e rifugiarsi nella quiete della campagna.

Jack possiede una dimora in campagna e per poter andare liberamente a Londra per condurre una vita di piaceri e incontrare l'amata Gwendolen Fairfax, finge di avere un fratello in città chiamato Ernest.
Durante il colloquio tra i due, poi, emerge che l'uomo sia il tutore della giovane Cecily Cardew, per cui Algernon prova subito una certa curiosità!

Per fortuna in Inghilterra l'educazione non produce nessun effetto. Se lo producesse, sarebbe un pericolo serissimo per le classi alte, e probabilmente porterebbe a delle violenze in Grosvenor Square.

Nel secondo atto si sposta tutto in campagna ed è qui che “il gioco di equivoci” dei due uomini si fa ancor più forte. Algernon, infatti, vuole conoscere Cecily e raggiunta la casa, finge di essere il presunto fratello minore di Jack. Ma quando anche Gwendolen arriva nella dimora, iniziano una serie di fraintendimenti spassosi, che in principio portano le due donne a litigare, e poi, scoperta la bugia, le due si alleano, allontanando i pretendenti.

Nel terzo atto arriva anche Lady Bracknell, zia di Algernon e madre di Gwendolen, che abbiamo già avuto modo di conoscere nel primo, e pian piano si arriva alla risoluzione della storia, con il consueto lieto fine tipico delle commedie.

Oscar Wilde l'ha definita “una commedia frivola per persone serie”; un'opera che si basa totalmente sull'uso di paradossi, di capovolgimenti, di situazioni assurde ai limiti del non-sense. Si tratta di una sorta di satira contro la falsa moralità del periodo Vittoriano, soprattutto degli appartenenti all'Alta Società che basavano tutto sull'apparenza, piuttosto che sulla sostanza. Apparire è molto più importante dell'essere.
Questo si evince soprattutto in Jack. L'uomo, infatti, ha un patrimonio, due case, una certa rispettabilità, ma essendo un trovatello, non ha un vero nome. E questo risulta inaccettabile per Lady Bracknell, che lo scarta subito come pretendente di sua figlia, perché non avendo un nome, non esiste. E che importa delle possibili qualità, del suo amore per la donna, di tutti i suoi possedimenti!

Gwendolen: Se non mi fate aspettare troppo, vi aspetterò per tutta la vita.

Interessante nell'introduzione all'opera è il riferimento alla tragedia di William Shakespeare, Romeo e Giulietta. Qui, infatti, il nome non conta nulla, ma è più importante la persona. Che cos'è un nome, in fondo? Anche con uno diverso, la persona resta ugualmente amabile. Resta semplicemente se stessa. Nell'opera di Wilde invece, il nome è fondamentale per ottenere l'amore. Gwendolen e Cecily vogliono assolutamente sposare un uomo chiamato Ernest, perché a loro avviso incarna tutte le qualità che cercano, e perché quel suono produce certe vibrazioni e scalda il cuore. Vogliono sposare un nome dunque, e i loro corteggiatori sono disposti anche a battezzarsi una seconda volta pur di averle.

L'azione poi è poca, la parola è predominante. Si ironizza su un mondo in cui conta di più quello che i personaggi dicono, rispetto a quello che fanno.

Gwendolen: Verissimo. Nelle cose importanti, lo stile, non la sincerità, è quello che conta.

L'edizione che ho letto è quella della Newton Compton, che contiene anche le scene tagliate. Da principio, infatti, l'opera era composta da quattro atti. Qui, poi hanno tradotto anche i nomi (Giovanni, Agerone, Cecilia, Guendalina), ma io ho preferito nella mia riflessione lasciare quelli originali.

Ho molto amato questa commedia, l'ho trovata assurda ed esilarante.
Il personaggio che più mi ha fatto ridere per le sue frasi assurde, e per incarnare forse perfettamente lo spirito dell'epoca, basato soprattutto sulle apparenze, è quello di Lady Bracknell.

Un'opera che si legge davvero in poco tempo, sorprende, e riesce a far ridere molto; ma allo stesso tempo tratteggia con ironia l'ipocrisia e la superficialità della società dell'epoca.

Vi consiglio di recuperarla, e vedere anche il film di cui parlavo sopra!

Lady Bracknell: Vi consiglierei, signor Worthing, di cercare di trovarvi al più presto qualche parente, e fare uno sforzo  preciso per presentarmi  almeno un genitore, dell'uno o dell'altro sesso, prima che la season sia finita.
Worthing: Non vedo proprio come potrei. Posso però presentarvi la borsa.

IL LIBRO

L'importanza di essere onesto, e altre opere
Oscar Wilde
Casa editrice: Newton Compton Editori
Traduzione di: Lucio Chiavarelli, Ginevra Vivante, Aldo Camerino
Pagine: 288
Prezzo: 4.90€ / E-book: 1.99€
Anno di pubblicazione: 2011
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