Come dicevo nel precedente articolo, provo una particolare curiosità verso il tema Chernobyl. Ho sempre tentato di informarmi, e nel corso degli anni di guardare o leggere qualcosa. Per questo mese accanto a un libro di testimonianze sicuramente più intenso, ho deciso di prendere anche un graphic novel: Chernobyl. Di cosa sono fatte le nuvole di Paolo Parisi.
Oggi vi propongo alcune brevi riflessioni a riguardo.
Ho trovato questo graphic novel in biblioteca durante le mie ricerche sul tema. Senza pensarci troppo l'ho prenotato e divorato in pochi minuti.Le didascalie sono poche, si dà più spazio alle immagini.
Immagini che parlano, che donano emozioni.
All’improvviso le nuvole iniziarono a sparire, una dopo l’altra, in maniera strana. Il cielo diventò grigio. Ricordo un'enorme nube arancione. Si spostava verso di noi. Poi più nulla.
La storia inizia con Nikolaj, un bambino che scopre di aver presto una sorellina. Poi lo vediamo in un fiume con sua zia, incerto se buttarsi o meno in acqua. Quando all'improvviso le nuvole svaniscono, il cielo diventa grigio, una nube arancione si sposta verso di loro. Poi più nulla.
Lo ritroviamo poco dopo in ospedale, insieme ad altri bambini. Tutti calvi. Tutti attaccati a una flebo.
Il bambino interroga un dottore: “ci sono tante nuvole oggi”, dice. “lei sa di cosa sono fatte?”.
Altri capitoli. Altre scene. Altri personaggi.
Ci spostiamo a Pripjat e Chernobyl. Conosciamo un uomo che vuole scrivere un libro inchiesta sul disastro in cui ha perso suo padre. Ma anche un medico che si sente un colpa per non aver salvato sua moglie. Un reduce di guerra abbandonato a se stesso dopo aver perso le gambe. I rimasti nella “città fantasma” che vivono di poco e tra loro un'anziana signora che ancora spera nel ritorno del figlio.
Diverse storie, narrate in maniera semplice, nei toni del grigio.
Immagini toccanti, che spingono a riflettere su quanto un errore assurdo possa costare tanto a un luogo, ma soprattutto a troppe persone.
Su quanto l'uomo sia capace di mettersi nei guai con le sue stesse mani.
E le nuvole sono una costanza in quei paesaggi desolanti. Così come la neve che sembra avvolgere e forse nascondere ogni cosa.
Secondo me come primo approccio è interessante, si legge davvero in un soffio, ma mi aspettavo qualcosa di più. Mi ha lasciata un po' tiepida, nonostante alcune immagini tocchino le corde più delicate del cuore.
Nella postfazione, poi, c’è una cronologia rapida di quello che accadde in quella terribile notte e nei mesi seguenti; un glossario che va a spiegare termini tecnici o sigle, e anche delle riflessioni sul nucleare, anche alla luce dei nuovi fatti accaduti a Fukushima in Giappone.