Letto per la tappa di marzo del Gruppo di Lettura #Giappomania di ire_chan_ a tema: Raccolta di Racconti.
Prosegue il mio viaggio alla scoperta della letteratura giapponese. A febbraio, purtroppo, non sono riuscita a leggere alcun titolo di Murakami (ma conto di farlo appena possibile), però pur avendo molte letture programmate ho deciso di partecipare al tema di Marzo che prevede la lettura di una raccolta di racconti. Per caso, nelle mie ricerche, ho trovato questo libriccino che mi ha subito attratta per il tema: ossia l'amore. Difatti, il titolo è Amore, un'opera di Inoue Yasushi, uno dei maggiori scrittori giapponesi del Novecento.
Si tratta di tre racconti a sé stanti, ma legati dal filo rosso di tale sentimento. Scordiamo, però, l'amore sdolcinato e pieno di passione che ritroviamo in molti romanzi e racconti occidentali. Qui è tutto più semplice, pacato, quasi rispettoso. Ci sono varie sfumature, che trasmettono anche una sorta di malinconia, di ricordi, ma anche di speranza.
Una persona che non conosce l'amore non può capire il dolore di chi lo ha perso.
Quando mi trovo a parlare di letteratura Giapponese ho sempre una sorta di difficoltà. Non avendo studiato nulla della cultura orientale, ho veramente pochi elementi per parlarne in maniera opportuna. Tuttavia, non sono una critica letteraria, bensì una semplice lettrice che desidera diffondere il suo amore per i libri partendo dalle emozioni e dalle riflessioni che questi mondi di carta riescono a sprigionare in me.
Amore, di Inoue Yasushi è un piccolo scrigno che racchiude al suo interno tre semplici e differenti storie unite da questo importante sentimento. Come dicevo, però, non troviamo l'amore sdolcinato o le grandi descrizioni piene di passione. Sono riflessioni sull'amore, brevi storie che evocano ricordi: flashback di un amore passato e finito, o un amore solido spezzato dalla morte ma ancora vivido nel cuore, o ancora l'amore come speranza di fronte all'idea di porre fine alla propria esistenza a causa del disonore o anche per la perdita dell'amore stesso.
Tre brevi racconti che si leggono con leggerezza, in poche ore, che lasciano un sorriso o una quiete malinconia; e in cui le descrizioni dei luoghi ti pongono dinnanzi a una sorta di quadri. I luoghi diventano molto importanti e perfettamente collegati con i sentimenti e le reazioni dei diversi protagonisti.
In Giardino di Rocce c'è una giovane coppia - unita da un matrimonio combinato - che si ritrova a Kyoto in viaggio di nozze. Uomi conduce la sua giovane sposa Mitsuko presso l'incantevole Giardino di Rocce del Ryōanji :
...una distesa uniforme di sabbia bianca al cui centro erano disposte solo alcune rocce, ma si aveva la sensazione che da quella semplice composizione emanasse un'atmosfera severa che colpiva il cuore di chi la guardava.
Arrivati sul luogo i due sembrano in un certo senso allontanarsi almeno mentalmente l'uno dall'altra: quel giardino evoca ricordi dolorosi per Uomi. Ma anche in Mitsuko qualcosa accade.
Amore perduto, quindi, ma anche la consapevolezza di non lasciarsi andare dalla corrente, e non scendere a facili compromessi, anche se la vita potrà essere più ardua, più complicata. Anche se c'è il rischio di cadere nell'infelicità.
Nel racconto Anniversario di matrimonio il protagonista è il vedovo Shunkichi, il quale viene invitato da tutti a trovare un'altra moglie. Anche qui assistiamo a un flashback, a un dolce ricordo della sua vita con la sua Kanako. In quel ricordo vengono rievocate così le difficoltà di un'esistenza di povertà, ma anche il problema di entrare in sintonia o perlomeno accettare i possibili difetti dell'altro. Eppure, basta anche qui un viaggio, un percorso in due, una separazione in un ambiente particolare, a comprendere molte cose su un tale sentimento d'amore. Un amore semplice, solido. Di fronte al quale risulta quasi impensabile trovarne un altro.
Infine, il racconto che mi ha colpita di più: La morte, l'amore, le onde.
Quello che ormai non mi sorprende quasi più è questo rapporto con la morte che sembrano avere i Giapponesi. In più di un'occasione leggendo vari romanzi o racconti della loro letteratura ho riscontrato questo tema. E anche in quest'ultimo racconto - come nel secondo del resto - se ne parla. Protagoniste sono due persone diverse che non si conoscono ma si incontrano in un piccolo hotel incastonato in una scogliera scoscesa. L'ambientazione perfetta per compiere un ultimo gesto: il suicidio. Sugi vuole morire perché oppresso dal disonore. Ha preparato la sua morte seguendo un programma ben preciso: si concede, infatti, tre giorni per concludere un libro - il viaggio in Oriente di Willem van Ruysbroeck - e poi si getterà dalla scogliera verso quella placida distesa blu del mare, interrotta dall'infrangersi delle onde sulle rocce. Ma in quel medesimo luogo c'è una giovane donna, Nami, che sembra trovarsi lì per il medesimo motivo: Mors - Morte, per aver perso l'amore. Eppure, è un racconto che dona speranza e che fa riflettere sull'importanza della vita. Il loro incontro aprirà a profonde riflessioni sul senso dell'esistenza. Vale la pena morire per disonore o per aver perso l'amore? Non ci possono essere altre strade?
Come si comprende, quindi, non ci troviamo davanti a storie dense di miele o di passione; ma a differenti modi di vedere l'Amore. Un sentimento del quale forse non si smetterà mai di parlare, di descrivere, di comprendere e di diffondere, ma capace di rivelare al cuore emozioni diverse.
Personalmente ho molto apprezzato questi brevi racconti. Nella loro semplicità danno modo di riflettere anche dopo giorni, e ho amato particolarmente le descrizioni degli ambienti, e l'importanza che hanno i luoghi stessi di influire anche in un certo qual modo sulle azioni e sulle emozioni umane.
E se tentassi di vivere?