Oggi ricorre l'anniversario della nascita di uno dei miei scrittori preferiti: J.R.R. Tolkien. Quale occasione se non questa per parlare di uno degli ultimi libri che ho concluso? Ebbene sì, nei giorni natalizi ho deciso di affrontare la mia prima lettura in lingua originale - dopo troppo tempo! - scegliendo un libro che volevo leggere da moltissimo: Letters from Father Christmas. In Italia è stato pubblicato dalla casa editrice Bompiani con il titolo Lettere da Babbo Natale.
Se pensiamo a Tolkien, lo immaginiamo come un (sub)creatore di mondi fantastici. Noto ai più per i famosi Lo Hobbit, Il Silmarillion e Il Signore degli Anelli, in verità ha scritto molte altre storie minori.
In questo volume sono state raccolte tutte le lettere che Tolkien scriveva ai suoi quattro figli, John, Michael, Christopher e Priscilla, nelle insolite vesti di un uomo molto speciale e particolare: Babbo Natale.
Io ho avuto l'opportunità di leggerlo in un'edizione davvero preziosa: quella deluxe pubblicata da Harper Collins.
Well here comes Christmas! That astonishing thing no 'commercialism' can defile unless we let it.
La prima curiosa lettera indirizzata a Mrs Tolkien e a Master John Francis Reuel Tolkien arrivò a casa dei Tolkien nel 1920, quando il primogenito aveva solo tre anni. Una lettera direttamente dal Polo Nord, e scritta e firmata con mano tremolante da Babbo Natale in persona!
Fu solo l'inizio. Ogni Natale o anche i giorni precedenti la festività, infatti, numerose lettere arrivarono in risposta ai quattro figli di Edith e John Ronald Reuel Tolkien - John, Michael, Christopher e Priscilla -, nei successivi venti anni e anche più, ad accompagnare i regali. Tutto si concluse nel 1943 con l'ultimo pensiero per Priscilla da parte del suo vecchio amico Babbo Natale.
A impreziosirle c'erano spesso dei disegni ricchi di colori che ben rappresentavano i fatti narrati. In quelle pagine, caratterizzate da una calligrafia tremolante, a volte colorata, Babbo Natale descriveva di volta in volta tutte le avventure e disavventure che coinvolgevano lui ma anche i suoi fidi aiutanti e amici, tra cui numerosi elfi - più avanti fa la sua apparizione anche il segretario Ilbereth - gnomi, piccoli e grandi orsi, renne, ma anche pericolosi goblin contro i quali combattere, l'Uomo della Luna, ma soprattutto il suo fido, buffo, e pasticcione Orso Polare che, insieme ai suoi nipoti Paksu e Valkotukka, ne combinano di tutti i colori!
Lettere caratterizzate non solo dalla grafia dell'uomo, ma anche dagli interventi divertenti dell'Orso Polare, con l'alfabeto runico dei goblin, o anche aggiunte dell'elfo Ilbereth.
Infilate in buste bianche come la neve, con il timbro delle Poste Polari, e francobolli speciali, ed etichette con indicazioni particolari come ad esempio "per via di elfo, urgentissimo", venivano trovate vicino al camino o spesso ricevute dal postino, complice del loro padre.
L'edizione deluxe proposta da Harper Collins Publisher, a cura di Baillie Tolkien - seconda moglie di Christopher Tolkien - è davvero meravigliosa: al suo interno, infatti, sono raccolte tutte le immagini delle lettere originali, complete dei disegni, e dei francobolli disegnati da Tolkien.
Durante la lettura mi sono spesso fermata a immaginare questo grande uomo che ha cercato di infondere la bellezza della magia nei suoi figli. Lo vedo lì, a vergare su quei fogli quelle frasi tremolanti, quei segni simili a rune, quella scrittura più sottile e precisa dell'elfo; o a disegnare con colori lucenti e vivi i suoi soggetti, per meglio rappresentare tutti i fatti descritti a parole. E ancora, con la complicità di un postino, a far arrivare le lettere. E, con l'immaginazione, ecco che vedo i piccoli Tolkien correre davanti al camino ad aprire le lettere, a leggerle con curiosità e tante risate, per le molte disavventure spesso provocate dall'Orso Polare, o dall'attacco pericoloso dei Goblin. La magia della scrittura, dell'immaginazione, del disegno vanno a unirsi all'affetto immenso di un padre per i propri figli; alla sua voglia di avvolgere la loro infanzia in un alone di magia che potrà sempre rimanere fisso come un lume nei loro cuori, anche da adulti.
Tra risate, combattimenti, scoperte, e disastri si respira anche una sorta di malinconia. Perché i figli non resteranno bambini per sempre. Pian piano i nomi dei grandi svaniscono dalle intestazioni delle lettere, ma non dal cuore del buon Babbo Natale, che spende sempre almeno una parola di affetto, un saluto, per quei John, Michael, Christopher fino alla piccola Priscilla, che hanno smesso forse di credere in lui, ma che lui non potrà mai dimenticare.
Ho letto queste lettere con molto piacere. Ho riso tantissimo soprattutto grazie all'Orso polare, e ho provato anche un senso di profonda tenerezza. Sono quelle storie da narrare ai più piccini, ma anche da riscoprire una volta adulti, per ritrovare quella magia tipica dell'infanzia: quegli occhi che s'illuminano con facilità, quei cuori ancora non corrosi dalla ferocia degli adulti, della difficile realtà piena di responsabilità, dalle piccole-grandi disillusioni del mondo dei grandi. Quegli adulti che molto spesso perdono quello spirito, quella spensieratezza, la capacità di gioire e rallegrarsi delle piccole cose, di perdersi nella bellezza della fantasia, di credere nella magia di una storia.
Una lettura bellissima che vi consiglio.
Magari, all'avvicinarsi del prossimo Natale, prendete questo libro, apritelo, e dedicate una lettera al giorno ai vostri figli. O perché no, sprigionate la vostra creatività, lasciatevi ispirare da Tolkien, e ideate loro un regalo simile. Sicuramente apprezzeranno.
Fategli respirare la magia del Natale, della fantasia, il più a lungo possibile.
Grazie, ancora una volta, caro Tolkien per le tue storie, per la tua fantasia, per la tua creatività. Sì, sono lettere personali per i tuoi bimbi, non destinate alla pubblicazione, ma mi hai fatto respirare di nuovo bellezza. E spero che questa magia potrà avvolgere il cuore anche della mia nipotina alla quale ho regalato la versione italiana.