Quest'anno non riesco ad avvertire l'atmosfera natalizia, forse anche perché non sono riuscita a tornare a casa. Il primo Natale lontano dalla mia famiglia mi riempie di tristezza. Mi consola il fatto che non sarò sola, ma con il mio compagno. Tuttavia, ho deciso di cercare tra le pagine almeno un po' di quella che per me è la vera essenza di questa festa.
Una delle prime letture che ho recuperato è stata “La leggenda della rosa di natale” di Selma Lagerlöf, un breve volumetto di Iperborea che racchiude vari racconti densi delle atmosfere e della magia della Svezia. Non si tratta di storie totalmente natalizie, eppure tra le righe si possono leggere messaggi importanti, fiabe che hanno una determinata morale, personaggi sapientemente descritti con i loro vizi e le loro virtù, con i loro sbagli e le loro redenzioni. Sono storie anche molto “spirituali”, che mischiano un po' la religione al paganesimo, al folclore.
Sedetevi davanti al camino - se lo avete -, preparate una bella cioccolata calda, e iniziate a leggere pian piano questi racconti, perdetevi tra i paesaggi innevati, nella natura che dona insegnamenti, nella magia delle antiche fiabe.
È stata chiamata «Rosa di Natale», e ogni anno a fine dicembre fa spuntare dalla terra i suoi steli verdi e i suoi fiori bianchi, come se non potesse mai dimenticare che un tempo fioriva nel grande giardino di Natale di Göinge.
La leggenda della rosa di Natale è una raccolta di sette storie che fanno rivivere la Svezia delle antiche fiabe, dei miti e delle leggende, dei racconti che venivano tramandati al lume di una candela nelle lunghe e fredde notti nordiche.
Selma Lagerlöf, prima donna della storia insignita del prestigioso Premio Nobel per la Letteratura nel 1909, ci fa totalmente immergere non solo nella ambientazioni tipiche del Nord Europa, tra cime innevate, e magiche foreste, ma anche sprofondare nell'animo umano.
Nel primo racconto che dà il nome a questa raccolta, un anziano abate e uno scettico frate converso assistono increduli a una magia tutta natalizia. La foresta di Göinge nella notte di Natale si trasforma in un giardino pieno di bellezze per festeggiare la nascita di Gesù. La meraviglia delle descrizioni si lega anche a un gesto prezioso, a un dono nel gelido inverno.
Ci perdiamo poi nell'insegnamento importante che la natura stessa - più in particolare un ruscello - dona a un superbo e presuntuoso suonatore di violino (Il suonatore di violino); nei generosi gesti di un'anziana solitaria alle anime dei defunti (La vecchia Agneta); nelle credenze di antichi tesori che possano sostenere le persone, perché credere in qualcosa può aiutare ad andare avanti (Il tesoro dell'imperatrice).
E ancora, un re che comprende grazie alla triste storia di un parroco quanto sia più importante il valore umano dei suoi cittadini, rispetto a un tesoro prezioso quanto terribile (La miniera d'argento), o quanto sia ingiusto disprezzare qualcuno solo perché povero. Andando oltre le apparenze, infatti, si può trovare qualcosa di ben più importante, come una musica che allieta i cuori e commuove (La marcia nuziale). O, infine, una fanciulla che, perduto il suo amore in mare, cerca di riportarlo in vita attraverso l'immaginazione e i sogni (Vineta).
Sono storie che non sono - ad eccezione della prima - ambientate nel periodo natalizio, ma che riescono a trasmettere al lettore alcuni messaggi importanti e preziosi. Fiabe che celano una morale, racconti che non hanno un vero e proprio lieto fine, ma che riescono ugualmente a instillare la bellezza di un dono, di un gesto prezioso, di una possibile redenzione. Riuscire a credere nella magia di una foresta che si trasforma e concedere il perdono, una seconda possibilità a chi ha commesso del male; dare attenzione alle anime dei defunti che non dovrebbero essere dimenticate, e riempire così il vuoto della propria solitudine. Comprendere quanto sia più importante l'essere umano, del mero denaro. Non dimenticare la persona amata, ma allo stesso non lasciarsi avvolgere dal germe della follia e smettere di vivere. Quietare la propria insolenza e superbia, e ricordarsi dell'amore della propria madre.
Brevi racconti che scaldano il cuore e spingono a ricordare quali siano le cose più importanti, veramente essenziali.
Ecco, secondo me, queste storie che arrivano dalla lontana Svezia, riescono a incarnare quello che - almeno a mio avviso - è la vera essenza del Natale.
Non una festa in cui comprare regali spesso neanche pensati per la persona, non un modo per riempirsi lo stomaco lasciando freddo il cuore, ma... cercare nel profondo della nostra anima i valori veramente importanti.
Selma Lagerlöf ci fa sprofondare tra le lande nordiche, nelle bellezze naturali che possono anche fungere da forza motrice per l'uomo per aiutarlo a comprendere i suoi errori e cercare di rimediare.
Se cercate un libro natalizio un po' diverso dal solito e siete amanti della atmosfere nordiche questo è il titolo giusto!