Le nuove edizioni illustrate da MinaLima e pubblicate in Italia dall'Ippocampo, mi hanno sempre attratta con forza. Hanno esercitato su di me un magico richiamo. Insieme al mio compagno siamo riusciti a collezionarle tutte fino a ora. Dopo il meraviglioso Il Giardino Segreto di Frances Hodgson Burnett, ho deciso di buttarmi in queste settimane “natalizie” tra le pagine de La Bella e la Bestia, nella versione di Madame Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve.
Sono ovviamente partita senza farmi troppe aspettative, consapevole di non ritrovare tra queste pagine la versione Disney che amo molto. E alla fine ho trovato una fiaba diversa sì, ma ugualmente interessante. Non eccezionale, ma godibile. Sicuramente molto più magica e più legata non solo alle antiche fiabe, ma anche al folclore e a quel Piccolo Popolo che tanto amo.
Ama chi ti ama, non lasciarti sorprendere dalle apparenze, e liberami dalla mia prigione.
C'era una volta un ricco mercante che aveva dodici figli: sei ragazze e sei ragazzi. Le loro vite erano piacevoli, e non pensavano ancora di contrarre matrimoni: i maschi perché ancor troppo giovani, le femmine - fiere delle ricchezze - non osavano decidere quale tra i molti pretendenti scegliere.
Ma una sferzata avversa e improvvisa del destino li fece sprofondare in una situazione davvero misera. La casa andò a fuoco, e il ricco mercante perse - a causa di naufragi o corsari - tutte le sue navi. Non restava che raggiungere la piccola dimora di campagna.
Tra le figlie, l'ultima - di cui non si conosce il nome ma che tutti chiamano la Bella per la sua bellezza interiore e d'aspetto - fu quella che si rassegnò con maggior fermezza a quella situazione, a differenza delle sorelle, che ben presto iniziarono a invidiarla. La Bella era gioiosa, amabile, generosa, sensibile, attenta, possedeva tutte quelle doti capaci di suscitare affetto e stima da alcuni, o sentimenti negativi da parte delle altre ragazze che non riuscivano a dimostrare la stessa risolutezza, lo stesso spirito positivo anche nelle condizioni più disperate.
Un giorno, il padre ricevette la notizia che una delle sue navi era stata ritrovata con un ricco carico. Prima di intraprendere il viaggio, domandò alle figlie cosa desiderassero in dono. Se da un lato tutte le sorelle avanzarono numerose richieste di gioielli e vestiti, dall'altro la Bella desiderò solo una semplice rosa.
Il viaggio di ritorno si presentò arduo. Fu costretto a partire nella stagione invernale, più scomoda, e con il tempo più inclemente. Stanco, affamato, e ormai sorpreso dalla notte, si fermò all'interno di un tronco cavo di un albero in una foresta e lì trascorre quelle freddi ore.
Al mattino, vide un castello lì nei pressi, dove decise di andare per chiedere aiuto, per mangiare qualcosa prima di rimettersi in cammino. Il silenzio sembrava pervadere le stanze di quel Palazzo, e scoprì anche la presenza di una tavola riccamente imbandita.
Non arrivò nessuno, e così, il mercante decise di osservare altri spazi, fino a quando nel giardino notò delle bellissime rose e pensò alla sua Bella. Ma, non appena osò raccoglierne alcune, fu interrotto dall'arrivo burrascoso di... una Bestia!
Questa, arrabbiata e infastidita da un simile atteggiamento, gli disse che gli avrebbe risparmiato la vita se avesse portato indietro con sé una delle sue figlie.
La Bella, al ritorno del padre, avvertendo anche un senso di colpa per aver chiesto quella rosa, decise in un certo senso di sacrificarsi.
Ed è così che inizia la storia dell'incontro tra la Bella e la Bestia. Fatta di sogni particolari, di vita anche magica e avventurosa nello splendido palazzo, tra una moltitudine di libri, serate a teatro - tramite ingressi magici - scimmie pronte a servirla, e l'incantevole suono degli uccelli. E sì, anche di brevi incontri serali con la Bestia.
Mi fermo qui con la trama, per non togliervi il piacere di conoscere meglio la storia.
È meglio avere un marito con un buon carattere piuttosto che averne uno che ha per unico merito un bell'aspetto. Quante ragazze ci sono che sono state fatte sposare con Bestie ricche, ma assai più bestie della Bestia, la quale è tale solo per l'aspetto esteriore, e non per sentimenti e per le azioni?
La Bella e la Bestia è uno dei miei cartoni Disney preferiti. Ho sempre amato non solo la preziosa biblioteca nel castello e la passione unica di Belle per i libri, ma anche questo messaggio importante di andare oltre la mera apparenza, perché dietro un aspetto spaventoso può celarsi un cuore più grande, la vera bellezza.
MA... se anche voi amate questa fiaba Disney, fermatevi. Rimuovete i ricordi, e approcciatevi a questa lettura senza aspettative e non pensando a possibili collegamenti tra film e libro.
Se, almeno inizialmente, può presentare degli elementi affini con quella Disney, poi se ne discosta moltissimo. No, non ci sono i servitori trasformati in oggetti parlanti e animati, né il perfido Gaston (anche se le sorelle non sono da meno!), né tantomeno una rosa incantata.
È una storia molto diversa da quella che conosciamo: qui ritroviamo molti elementi del folclore e della magia. Pensiamo, soprattutto, alle fate che hanno un ruolo molto importante ed essenziale per comprendere i motivi per cui il principe sia diventato Bestia, ma anche del vero passato della Bestia, aspetti del tutto nuovi. Si fa molto leva anche sui sogni che la Bella fa ogni notte nel castello, e che riguardano un misterioso e bellissimo principe e una dama.
Una fiaba che forse non arriva alla bellezza delle versioni cinematografiche/animate, ma che risulta ugualmente interessante.
Tra le righe si può anche scorgere una sorta di denuncia per la società dell'epoca, soprattutto per l'obbligo di contrarre matrimoni combinati e non per amore, con uomini che spesso possono essere più bestie della Bestia stessa.
Ho ritrovato, almeno secondo me, anche qui il messaggio dell'andare oltre le apparenze. Sì, la bestia è mostruosa, apparentemente disturbante e noiosa, ma andando avanti e approfondendo la verità, si cela qualcosa di ben diverso. Non fermiamoci a quello che i nostri occhi osservano a un primo impatto che può sembrare del tutto negativo, ma andiamo oltre, ricercando la vera essenza della persona.
Rispetto alle versioni successive, poi, troviamo anche altre storie d'amore oltre a quella principale. Storie strettamente connesse con i due protagonisti. Da amante delle fate, o comunque del Piccolo Popolo più in generale, sono sinceramente rimasta colpita da questi elementi, da queste parti di trama che non conoscevo.
Pur essendo un testo del 1700, l'ho trovato molto scorrevole. E poi, questa edizione, è impreziosita da mappe, pop-up, illustrazioni dei MinaLima che ti lasciano totalmente immergere nella storia. Secondo me è un ottimo regalo per il Natale in arrivo, o per qualsiasi altra occasione. Da donare sia ai più piccoli, ma anche agli adulti amanti delle fiabe, che desiderano ancora sognare e perdersi tra le pagine intrise di magia e personaggi di altri tempi.
Non la ritengo una storia che mi ha totalmente coinvolta, né perfetta, ma è sicuramente una versione che mi ha trasmesso molta curiosità e per certi elementi l'ho trovata molto vicina ai miei gusti personali.
Ve lo ripeto, però. Avvicinatevi a questo libro, senza paragonarlo alla splendida versione Disney, o rischierete di rimanerne veramente delusi.