Isolati, di Iris Bonetti - Recensione

24 nov 2020

Libri

Oggi vi parlo di un romanzo di avventura, sopravvivenza, isolamento, amore: Isolati.
Mi è stato gentilmente inviato dall'autrice, Iris Bonetti, che ringrazio.
Sono rimasta attratta dalla trama e dai tanti pareri positivi - anche da parte di persone che ritengo sincere nell'esprimere i propri pensieri sui libri letti - e quindi ho deciso di accettare e alla fine devo dire che mi è piaciuto molto. Quasi 500 pagine che scorrono leggere come un fiume, e che alla fine ti fanno vivere emozioni e, come sempre quando si legge un buon libro, aprono la tua mente anche a riflessioni.

In questo universo il tempo si fermava al singolo giorno che ripeteva incessante il suo ciclo e i sentimenti scorrevano liberi, senza resistenze e filtri. Le istintualità, che mai in altro luogo avrebbero potuto emergere con tanta franchezza, qui si nutrivano dell'apatia di sottofondo dando un selvaggio, vertiginoso senso di libertà.

© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

Isolati esordisce con la presentazione dei sei differenti protagonisti: cinque uomini e una donna. Forse la scelta di inserire diverse pagine su di loro, anziché farci sprofondare direttamente nell'azione può turbare alcuni lettori, ma in verità ci dà modo di conoscere con cura tutti i singoli personaggi, con le loro differenti storie, i loro caratteri, e il motivo per cui il titolo del libro è stato scelto.

Infatti, sin da subito comprendiamo che con il termine Isolati non si fa solo riferimento al naufragio in un'isola deserta, a questa sensazione di essere fuori dal mondo, in un contesto e in una situazione in cui devi trovare il modo di sopravvivere; ma isolati lo sono già molto prima di questa triste, quanto importante ai fini della crescita personale, esperienza.

Ryan Walsh è uno scrittore, o meglio, un ghostwriter che vive all'ombra di un personaggio più noto e che firma tutti i suoi libri di successo. Ryan vive isolato nella sua casa in Irlanda, così immerso nelle sue storie, ma anche con la volontà di uscire da quell'anonimato per poter scrivere qualcosa di veramente suo, metterci la faccia, avere lui il successo e l'ammirazione. Ma non è così facile, forse gli manca anche il coraggio di sciogliere certi legami e imposizioni.

Avril Flores è un'aspirante attrice, arrivata a New York per realizzare il suo sogno. Eppure c'è sempre un'ombra che la fa sentire insicura, persa, incerta su quello che sta facendo: quella di sua madre, che la disprezza per la sua scelta e la fa sentire come sempre un vero e proprio fallimento. Avril vive in una realtà patinata dove per poter emergere devi fare le giuste conoscenze. Devi avere dei social ben gestiti, ma... se non ama tutto questo, come riuscire a venir fuori da quella sorta di isolamento? E come abbattere quel blocco che non le permette di credere in se stessa?

Maurice Duris è un cardiochirurgo francese che vive con un costante e persistente senso di colpa: non essere riuscito a salvare la vita del suo unico figlio, morto per un problema cardiaco. Anche la moglie ha deciso di lasciarlo. Una perdita troppo grande di fronte alla quale diventa davvero complicato continuare a stare insieme.

Ramon Pèrez è un ex studente spagnolo. C'è un termine giapponese che esprime bene la sua scelta di vita: Hikikomori, ossia, una persona che ha scelto di ritirarsi fisicamente dalla vita sociale, di confinarsi nella sua stanza, di rimanere del tutto isolato anche dalla madre con la quale vive. La sua esistenza ormai ruota tutta tra computer e videogiochi.

Javier Hernandez è un narcotrafficante messicano. Isolato pian piano da tutti i suoi rivali, tradito da una persona a cui teneva, ha dovuto assistere alla terribile morte di suo fratello, dei suoi nipoti e della sua donna.

Matt Horley è un poliziotto canadese, crede fermamente nella giustizia, ma purtroppo dovrà fare i conti con una verità terribile. Scopre, infatti, che anche nel suo settore c'è del marcio, e si ritrova ingannato e isolato.

Tutti loro, in un modo o nell'altro, per differenti motivi, si ritrovano nel medesimo aereo diretto a Bali, ma non sanno che di lì a poco le loro vite subiranno una brusca scossa.

Le leggende si dice affondino le proprie radici nella realtà, ne sono il riflesso visibile ma non lasciano tracce nel mondo concreto delle nostre vite. Sono echi del passato che tornano e si dipanano attraverso le generazioni che ne tramandano le forme e i significati, come moniti e insegnamenti al pari della storia. Ma in esse si cela qualcosa di più rispetto ai semplici fatti accaduti che la storia ci riporta. In esse spesso vive ciò che di ancestrale abbiamo perduto, che chi è attento può recuperare.

Un naufragio, un'isola deserta, cinque uomini e una donna come unici superstiti. Cosa accadrà?
Non si tratta solo di sopravvivere, di trovare i mezzi per procurarsi cibo e un riparo, ma anche fare i conti con lo spirito più selvaggio, primordiale dell'uomo, con quelle pulsioni ed emozioni che non sono più trattenute dalle regole di una società civile. Ma non solo! L'isola nasconde misteri che rischiano di mettere in pericolo le loro vite. Scheletri umani, misteriose figure, una tribù particolare che crede in spiriti malvagi ai quali dover offrire dei tributi per poter continuare a vivere serenamente.

Cosa rivela davvero l'isola? E i vari protagonisti, cosa dovranno affrontare? Riusciranno a mantenere la propria umanità e a collaborare insieme?

Quello narrato tra queste pagine è un viaggio che ci trasporta non solo in una realtà complicata e diversa dalla nostra, ma anche un vero e proprio viaggio nell'anima. Una di quelle esperienze che smuove qualcosa in ognuno dei personaggi, che li porta a cambiare, a riflettere, a sopportare pesi troppo grandi - soprattutto l'unica donna -, a fare i conti con una realtà diversa, con impulsi non facili da gestire. C'è una ricerca di un equilibrio da mantenere per poter andare avanti e non cedere alla parte oscura della personalità umana, ma anche una crescita evidente.

Isolati è una storia che mi ha coinvolta e appassionata. Ho divorato quasi cinquecento pagine in pochi giorni, curiosa di proseguire, comprendere e conoscere. Ci sono state delle scelte e degli elementi non proprio originali, a volte molto prevedibili, così come il finale. Te lo aspetti, sai che avverranno sicuramente quelle determinate cose che immagini, ma allo stesso tempo credo che non potesse andare diversamente.

La parte che ho preferito è sicuramente quella relativa alla tribù, descritta - a mio parere - perfettamente, con i loro credi, le loro usanze, la loro lingua. Sono rimasta ammaliata dall'abilità nel suonare gli alberi, ma anche dalle descrizioni dei rituali, dei loro pensieri. Mi è piaciuto moltissimo anche il concetto dei sogni che i protagonisti apprendono nel villaggio. Mi ha affascinata e incantata, e sarebbe bellissimo renderlo reale, averne la capacità.

Credo che le descrizioni siano la parte più bella del libro: lo stile di Iris Bonetti mi ha sorpreso piacevolmente, scrive bene e si avverte, ed è un piacere da leggere. Ci sono immagini vivide, che sembrano reali. È facile provare disgusto nel vedere mangiare animali - come serpenti e scimmie - crudi, o provare sulla pelle la sensazione di pericolo che può provenire dal mondo umano, da quello animale, o da quella componente soprannaturale che si respira tra queste pagine.

Sì, ci sono alcuni refusi e forse una revisione e alcuni tagli potrebbero essere necessari, eppure mi è piaciuto molto il suo modo di narrare. Coinvolge, ti trasporta nelle vicende, ti fa anche provare emozioni. Più titubanti sono, invece, in alcuni tratti i dialoghi, che non sempre mi hanno convinta.

I personaggi sono caratterizzati molto bene. Ognuno di loro ha il proprio carattere, le sue luci, le sue ombre. Forse quelli che spiccano di più, o che comunque ho preferito, sono Javier e Maurice. Da un lato abbiamo un individuo che non è facile d'amare: un narcotrafficante abituato a ottenere tutto ciò che vuole anche con mezzi violenti, a cui non importa della fragilità altrui. Arrogante, sprezzante, a tratti crudele, eppure, è un tassello importante per il gruppo, e avrà anche una sorta di redenzione.
Maurice è il padre che viaggia lontano per ritrovare in un certo qual modo il figlio morto. Il senso di colpa continua a essere un pesante macigno nella sua anima, che lo opprime, eppure finirà per compiere delle azioni importanti, quanto pericolose. Non vi voglio svelare di più.

Restò stesa tra le sue braccia arresa, perché lei era una keetai e doveva donarsi e mantenere l'equilibrio, era la visione di quel popolo e del suo spirito, così in comunione con la natura e tutt'uno con l'universo. Non poteva che essere la cosa giusta.

Collante di tutto il gruppo è sicuramente l'unica donna presente: Avril. Lei è costretta a subire e a portare con sé i pesi più grandi. Eppure, è proprio il personaggio per cui ho provato maggiori difficoltà di comprensione. Ci sono stati alcuni aspetti del suo percorso, delle sue scelte, della sua caratterizzazione che purtroppo non mi sono piaciuti, o forse che ho trovato molto distanti dal mio sentire. In testa ha continuato a pulsarmi soprattutto una domanda: come puoi concederti a qualcuno con tanta facilità dopo una violenza subita? E l'amore è così fugace, così rapido? Prima ti senti attratta da uno, poi improvvisamente c'è una scelta diversa?
Se da un lato ho compreso il messaggio di fondo dell'amore libero, primordiale, privo di tabù, slegato dalle convenzioni e regole sociali, non sempre sono riuscita a entrare in sintonia con i suoi pensieri, le sue scelte.
Forse ho una visione e un'esperienza differenti, ma ammetto che il personaggio di Avril, è quello che mi ha lasciato più punti di domanda. Questo, però, è pur sempre un punto di vista del tutto soggettivo.
In alcuni passaggi ho avvertito poca profondità per certe emozioni, per la nascita di alcuni amori, o anche in relazione a dolori vissuti sulla propria pelle. Non sempre mi sono arrivati. In altri casi, invece, ho provato molte emozioni. Soprattutto la storia di Maurice mi ha commossa.

È comunque una storia molto coinvolgente, con descrizioni davvero belle che ti aiutano a immaginare perfettamente il contesto in cui si muovono i personaggi. Avverti la sensazione di essere lì, a Nawataee in quell'isola scossa da una sorta di maledizione, tra i pericoli della giungla, i misteri che cela, le regole e i rituali di una tribù particolare. Ti senti coinvolta, ti emozioni, vivi anche tu una sorta di esperienza.
Non troverete forse il massimo dell'originalità, ma vivrete sicuramente un bel viaggio!

Lo consiglio a tutti gli amanti dei romanzi di avventura, ambientati in isole deserte; ma anche a chi è alla ricerca di una storia d'amore - forse meno consueto rispetto al solito, ma presente -.


Isolati, Iris Bonetti
Autopubblicato
Pagine: 486
Prezzo: 16.64 euro | 3.49 euro ebook
Anno di pubblicazione: 2019

Voto: ♥♥♥,75

E-book offerto dall'autrice.

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