Antigone, di Sofocle

17 ott 2020

Libri

Lettura scelta per la tappa di Ottobre de #Iltesorogreco di @sorrideredibrutto e @eccoilibri a tema: Teatro Greco.

Quando ho visto il tema del mese per il progetto volto alla riscoperta dei tesori della Grecia, ho deciso di buttarmi, desiderosa di riempire i molti vuoti, che purtroppo ho, su questo argomento. Non ho mai letto nulla di Teatro Greco, quindi quella che seguirà sarà davvero una mia semplice riflessione sull'opera letta. Non so quanto sia giusta, ma... il bello della lettura è anche cercare di avere una propria visione. Poi, se l'avete studiata e volete condividere il vostro sapere, vi attendo nei commenti!

Da amante delle tragedie e delle figure femminili non ho saputo resistere a due storie in particolare: quella di Antigone narrata da Sofocle, e quella di Medea narrata da Euripide (e poi ripresa, nell'edizione letta, da Seneca), di cui vi parlerò in un prossimo articolo.

Due donne molto forti, benché diverse.
Due donne che non possono non rimanere impresse, per il loro coraggio, la loro determinazione a non piegare la testa di fronte agli uomini e alle leggi assurde che intendono imporre. Restano vivide, soprattutto perché parliamo di un periodo in cui il ruolo delle donne è quello di esseri sottomessi al volere e al potere degli uomini.

Antigone: Non per odiare io sono nata, ma per amare.

 

© una valigia ricca di sogni

Rappresentata per la prima volta ad Atene alle Grandi Dionisie - celebrazioni pagane dedicate al dio Dioniso - del 442 a.C., Antigone fa parte del ciclo di drammi ispirati alla triste sorte di Edipo, re di Tebe, e dei suoi discendenti.

Il nuovo re di Tebe, Creonte emana un editto secondo il quale è assolutamente proibito dare sepoltura al corpo di Polinice, fratello di Antigone e Ismene, accusato di aver assediato la città come un nemico, e morto sul campo contro il fratello Etèocle - al quale, invece sono concesse le onoranze funebri.
In questa tragedia conosciamo subito Antigone, la quale non accetta una tale legge, e afferma sin da subito che si opporrà, per poter dare riposo eterno al fratello morto, anche a costo della sua vita.
Ed è ciò che effettivamente farà.
Scoperta dai soldati, viene portata dinnanzi allo zio Creonte, che la fa rinchiudere in una grotta, condannandola a morte.
Ma questo potere tirannico dell'uomo, porterà solo alla sua distruzione. Suo figlio Emone, infatti, innamorato di Antigone, si ucciderà a seguito della morte dell'amata, così come sua moglie, apprendendo della morte del figlio.

Antigone, come dicevo, si dimostra da subito una donna forte e coraggiosa, disposta anche a morire pur di seguire le leggi del cuore, per amore della sua famiglia. È un'opera che mette in contrasto le leggi divine, non scritte, con quelle di Stato, che si avvicinano però più a un concetto di Tirannia, di un despota che non osa avere obiezioni, che non riflette sul possibile danno arrecato agli altri.
Creonte è chiuso nelle sue idee e soprattutto non vuole che qualcuno, soprattutto una donna, possa svilire il suo potere.
Siamo in un'epoca in cui le donne avevano ben poco potere, e Antigone si ribella, non solo al re ma anche a quelle tradizioni sociali che vedono la donna sottomessa all'uomo. Antigone però non lo fa per rovesciare il potere, per modificare le leggi, bensì per seguire le ragioni del cuore. Non sopporta il pensiero che il corpo del fratello non possa trovare pace e sia lacerato dai cani, sottoposto alle intemperie. Antigone è umana, e ha il coraggio di perseverare nel suo intento, di seguire quello che ritiene più giusto.

Interessante è quindi il contrasto con sua sorella Ismene che, invece, incarna l'ideale femminile dell'Antica Grecia. Lei non ha il medesimo coraggio di sua sorella, anche se in seguito vorrebbe morire accanto ad Antigone.
Ma anche il contrasto tra padre e figlio, tra l'uomo virile - e chiuso nel suo potere - e il ragazzo innamorato della sua donna, che sa guardare oltre.

Una tragedia sul potere di stato, ma anche sull'importanza di seguire il cuore.
Le leggi sono importanti, è vero, ma quando queste vanno a colpire la dignità umana sono ancora considerate giuste? Se il tiranno emana editti contro delle minoranze, contro chi è diverso, va acclamato e seguito? Pensiamo a tutte le dittature che ci sono state e che continuano, purtroppo, a essere presenti anche oggi. Sono giuste? Io non credo.
Sono queste le domande che possono sorgere dalla lettura di questa tragedia. Antigone diventa una sorta di simbolo anche attuale di tutte quelle persone che lottano contro delle leggi ingiuste e lesive dei diritti umani. Perché se da un lato un mondo senza leggi può scatenare il caos, dall'altro bisognerebbe non lasciarsi soggiogare dal potere stesso, trincerarsi nelle proprie idee spesso colme di follia e malsane.
E questo Creonte lo scopre quando ormai è troppo tardi, e delle persone innocenti sono morte.

Sono sorpresa da come queste opere di un passato tanto lontano, possono essere estremamente attuali. La bellezza dei classici, dei pensieri che in fondo si riflettono anche nel nostro presente.

Ci sono ancora troppi Creonte oggi, ma finché esisterà anche una sola Antigone, ci sarà ancora speranza.


Antigone, di Sofocle
Casa Editrice: Einaudi
Traduzione di: Massimo Cacciari
Pagine: 46
Prezzo: 8,50 euro (Edizione presa in prestito in biblioteca)
Anno di pubblicazione: 2007

Voto: ♥♥♥♥

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