La commedia degli errori, di William Shakespeare - #aTeatroconShakespeare

1 set 2020

Libri


La tappa di agosto per il mio lungo progetto alla scoperta o riscoperta delle opere del Bardo inglese, è stata La commedia degli errori.

La commedia degli errori (o degli equivoci) è una delle prime opere scritte da William Shakespeare, e tra le più brevi.⁣


Fonti:

La fonte principale - ma non l'unica - è “Menaechmi” di Plauto. Ma il bardo inglese, come sempre, l'arricchisce di nuovi dettagli, forme, temi. In questo caso “raddoppia il doppio”: i gemelli non sono solo due, ma quattro, aumentando così gli elementi di comicità e confusione, tra i personaggi ma anche per il pubblico/lettore.⁣

Altre possibili fonti sono: Amphitruo, di Plauto, un brano della Confessio Amantis di John Gower, e rimandi alla Bibbia o al Paolo degli Atti degli Apostoli.

Pensieri sull’Opera

Vale di più la libertà degli uomini di quella di noi donne?  

? © McLoughlin Brothers⁣

L'opera si apre con una sorta di cornice al gioco di equivoci che seguirà: Egeone, mercante di Siracusa, è condannato a morte dal duca di Efeso - “cittá di streghe e misteri”, in cui è ambientata l'opera. Ma riesce ad ottenere qualche ora in più, muovendolo a pietà con la sua storia.⁣

Egeone, a seguito di una tempesta, ha perso sua moglie e uno dei suoi gemelli (insieme al suo servo, anch'egli gemello) e ora è lì giunto per cercare il figlio rimasto, partito con il suo servo alla ricerca del fratello.⁣

Si creano così continue gag esilaranti, avvenimenti spassosi e pieni di confusione, scambi di identità continui tra i due Antifoli e i due Dromio che non vengono riconosciuti neanche da mogli e cognate.⁣

Il tutto è concentrato in un giorno.⁣

Sono una goccia d'acqua nell'oceano che invano cerca un'altra goccia, e poi, non riuscendo a trovar chi le somigli, angosciata, non vista, si disperde.

Una commedia davvero divertente ma anche interessante per il concetto della fragilità dell'identità e delle relazioni umane. Chi siamo veramente? E gli altri ci conoscono davvero o vedono solo l'apparenza?⁣

Pensiamo, ad esempio, al fatto che neanche le persone più vicine - come la moglie o il servo - riescono a riconoscere il vero marito o padrone. Tutto si basa sull'apparenza, allora?

Anche qui c'è un dialogo tra donne, sulla sottomissione ma anche sul ribellarsi a tale situazione. Adriana - moglie di Antifolo di Efeso - e sua sorella Luciana discutono sul ruolo e le virtù che deve avere una donna. Se Luciana incarna con le sue parole il modello della donna sottomessa al marito, Adriana inizia a interrogarsi sui motivi di tali differenze tra uomo e donna, pensieri che hanno uno spirito più moderno, e che si riflettono bene anche in epoche successive a quelle di Shakespeare, anche l'attuale in cui viviamo.
C'è, inoltre, il rapporto tra servo e padrone.⁣

Questa è città di streghe, di misteri: è dunque tempo che la lasci. Quella che mi chiama marito, la detesto con tutta l'anima; invece la sorella, piena com'è di grazia e di parole dolci e suadenti, mi ha quasi portato a tradire me stesso. Ma non voglio macchiarmi di una colpa di tal genere; non udrò più quel canto di sirena.

Personalmente l'ho trovata davvero spassosa. Mi è piaciuta moltissimo, pur nella sua brevità. Immaginandola in un contesto teatrale, anche gli spettatori risultano totalmente coinvolti, dovendo riuscire a comprendere insieme ai personaggi quale sia l'Antifolo di Efeso o quello di Siracusa, il Dromio di Siracusa o quello di Efeso. In uno scambio continuo, fraintendimenti che scatenano risate. Divertimento assicurato!
Insomma, da un inizio quasi tragico - il rischio della morte del padre - si giunge al consueto lieto fine, passando in un gioco ilare che sorprende.

Quest’opera fa parte del libro Shakespeare Opere Complete, pubblicato da Garzanti. Prefazione, traduzione e note sono – in questo caso – di Guido Fink.

Voto: ♥♥♥♥.75

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