La Bisbetica Domata, di William Shakespeare - #aTeatroconShakespeare

11 ago 2020

Libri

Nel mese di Luglio ho letto la prima delle commedie di William Shakespeare per il mio lungo ma coinvolgente progetto #aTeatroconShakespeare. Cercherò di parlare oggi de La Bisbetica Domata (The Taming of the Shrew)!

Fonti:

(* prese dall'introduzione al testo del libro che ho letto) L'intreccio secondario riguardante il corteggiamento di Bianca ha come fonte diretta The Supposes di George Gascoigne, traduzione della commedia di Ludovico Ariosto, I Suppositi.

Il plot principale di Caterina, il motivo della bisbetica domata, era presente nel folclore, in testi e ballate medievali. Ad esempio, A Merry Jest of a Shrewde and Curste Wyfe, Lapped in Morelles Skin, for her Good Behavyour - un anonimo racconto in versi della metà del '500; e la ballata The Wife Wrapt in a Wether's Skin. Non è documentato che Shakespeare conoscesse questi testi, in verità, ma simili storie erano molto presenti all'epoca.

 

Pensieri sull'Opera:

...io sono perentorio quanto lei è fiera; e quando due fuochi furiosi s'incontrano, consumano ciò che alimenta la lor furia. Un focherello ingrossa con un alito di vento, ma le folate violente estinguon fuoco e tutto.

(c) Il dipinto è di Edward Robert Hughes

Devo essere sincera: quest'opera non sono riuscita a gradirla così tanto, forse per il tema, forse perché non in linea con i miei gusti, forse perché ammetto con sincerità non sono riuscita a comprenderla fino in fondo. Mi viene, però, da pensare, che vista in un teatro potrebbe risultare più interessante.

La struttura di questa commedia è basata sul concetto di metateatro, “teatro-nel-teatro”: c'è un prologo iniziale che fa da cornice a un'altra vicenda messa in scena da degli attori. Una storia che in verità è divisa in due trame: da un lato, un plot che si collega al titolo dell'opera, e che vede Petruccio - un giovane arrivato a Padova per cercar una moglie con una ricca dote - tentare di domare la bisbetica Caterina. Nel Sub-Plot, invece, assistiamo, in un continuo gioco di scambi di persone, rovesciamento di ruoli e false identità, al corteggiamento di più uomini per la bella e più docile - almeno all'apparenza -  Bianca, sorella di Caterina - che però, non può sposarsi fino a quando anche quest'ultima non avrà trovato marito.

Nell'introduzione troviamo il calderaio, Christopher Sly che dopo un battibecco con un'ostessa, viene trovato addormentato ubriaco su una panca da un nobile di ritorno da una battuta di caccia con il suo seguito. Questi decide di fare uno scherzo al povero sventurato: viene condotto presso la sua dimora e con l'inganno e la finzione - grazie anche all'aiuto di alcuni attori - gli fanno credere di aver perso la memoria e di essere in verità il gran Signore del luogo. A lui viene così presentata una commedia: la Bisbetica Domata.

Da qui inizia quindi la storia di Caterina e Bianca e dei loro pretendenti. Siamo a Padova e Battista, il padre mercante delle due giovani, è alle prese con il carattere scontroso e impertinente, quasi da indemoniata, di Caterina. Le due ragazze sono come messe all'asta al miglior offerente. Sul luogo arrivano diversi giovani, quasi tutti ammaliati da Bianca, e allontanati - e spaventati - dalla scontrosità di Caterina. Ma non Petruccio che, giocando molto sulla finzione, riesce pian piano ad assoggettarla a sé. È in campagna, dopo il loro assurdo matrimonio, che si compie il vero e proprio “addomesticamento” della ragazza che, vista come una falchetta selvaggia, è costretta a subire diverse privazioni e torture fisiche-mentali allo scopo di abituarla all'uomo e al richiamo, come l'animale.

Tutta l'opera è quindi giocata sull'inganno tra finzione e realtà, sul rovesciamento di ruoli, i contrasti padri e figli, i travestimenti, la trasformazione. Tanto che alla fine viene da chiedersi - e augurarsi! - se anche il discorso finale - difficile da mandar giù per una mentalità più moderna - di Caterina non sia in verità tutta una farsa, un gioco pregno di ironia, una recita, una finzione. In fondo tutto è osservato da un ubriacone al quale stanno giocando un brutto scherzo, no?

La bisbetica domata alterna versi e prosa, è costituita da cinque atti, ed è tutta improntata sul contrasto tra riferimenti mitologici e signorili e la rozza realtà della campagna; doppi sensi, parolacce, toni scurrili. 

Tra i diversi personaggi sicuramente spiccano Petruccio e Caterina. I loro scontri verbali sono quelli che restano più impressi. Spassosi e unici, almeno inizialmente Caterina non si piega alle parole di lui, e riesce sempre a trovare la risposta giusta. Sono sullo stesso piano. Caterina appare agli occhi degli altri come una bisbetica, incapace di piegarsi. Forse anche perché non vuole essere considerata una merce di scambio, essere costretta a sposarsi senza scelta. In un certo senso possiamo vederla come una donna più evoluta rispetto all'epoca: che non si vuole sottomettere all'uomo, che non si sente compresa, e spesso si sente messa da parte anche dal suo stesso padre, che ha una predilezione per la figlia più piccola, all'apparenza più docile e remissiva, ma che si dimostrerà essere molto diversa nel finale. Direi che sia la persona più vera di tutta la commedia.

È una commedia che affronta quindi anche il tema del denaro - Petruccio cerca una donna ricca da sposare, i pretendenti di Bianca mostrano tutti i loro averi pur di aggiudicarsi la fanciulla, Battista mette quasi in vendita la sua merce, ossia le sue figlie - ma anche sulla vita coniugale. Su come spesso l'apparenza possa ingannare.

Purtroppo non so se io l'abbia compresa totalmente, ma non è riuscita a colpirmi ed emozionarmi come altre opere. Forse perché non riesco a leggerla con lo stesso pensiero della mentalità dell'epoca - che poi, in verità, in alcune società attuali funziona ancora così -: matrimoni per puro interesse, per denaro, senza amore; donne che devono piegarsi al potere degli uomini. Concetti espressi con ironia e con l'uso della finzione, per far ridere il popolo di quel periodo, eppure, personalmente non sono riuscita a ridere - se non nel primo incontro-scontro tra i due protagonisti che ho trovato molto spassoso!

Quest’opera fa parte del libro Shakespeare Opere Complete, pubblicato da Garzanti. Prefazione, traduzione e note sono – in questo caso – di Sergio Perosa.

   
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