La congiura, di Federica Introna - Recensione

1 lug 2020

Libri

Lettura di giugno per #unannoconlastoria challenge instagram di Samanta (samlibrary94) e Marta (libriattraversolospecchio) a tema Roma Imperiale (69 a.C. - 476 d.C.)

Quella narrata tra queste pagine è una storia che non conoscevo ma che mi ha subito affascinata: la vita di Epicari, una liberta che non teme di morire pur di difendere la libertà. Come ormai saprete, il romanzo storico è uno dei generi che più amo leggere, e se come protagonista c'è almeno una donna forte e coraggiosa, la mia passione si fa più viva. Forse perché nei libri - soprattutto se riprendono storie vere - cerco sempre quegli aspetti che vorrei tanto avere anche io. Più coraggio, più passione, più forza - nonostante in diversi momenti della mia vita, io sia riuscita a rialzarmi e affrontare problemi con le mie sole forze -.

La libertà e la dignità del Senato sono la libertà e la dignità dello Stato!

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La congiura, di Federica Introna ha vinto il Concorso Il Mio Esordio - promosso da Newton Compton in collaborazione con Il Mio Libro e la Scuola Holden - e narra le vicende storiche di una cospirazione politica ordita da un gruppo di senatori, militari, letterati contro l'imperatore Nerone: la Congiura Pisoniana. Tra questi uomini spicca, però, anche una donna: Epicari, una liberta, che non ha paura di far sentire la sua voce e di spronare ancor di più quegli uomini per difendere una libertà che tale imperatore ha da troppo tempo soppresso.

La narrazione prende avvio dall'arrivo di Marco Anneo Mela presso la casa di suo fratello, il filosofo Seneca, ed è qui che gli racconta la storia della sua amata Epicari.

Torniamo indietro di sette giorni, e siamo a Baia nel 65 d.C. la località termale nei campi Flegrei, presso la nobile casa di Gaio Calpurnio Pisone. Qui tra laute e raffinate cene e bagni termali, alcuni tra i più influenti uomini della Roma Antica discorrono del comportamento sempre più oppressivo e tirannico dell'imperatore Nerone. Eppure, se a parole sembrano voler reagire, gli animi appaiono ancora assopiti. Tra senatori, militari e letterari, c'è anche Epicari che viene invitata a parlare. Le sue parole sembrano infiammare gli animi dei presenti, incitando quegli uomini all'azione, a non restare più fermi e impassibili, ma a lottare per la libertà. Ed è pronta a esporsi anche lei, nel tentativo di coinvolgere quante più persone possibili. Stanca di tale attesa e di tutte le cautele dietro le quali si nascondono i cospiratori, si reca lei stessa presso i comandanti della flotta di stanza al Miseno, e in modo particolare si rivolge al navarco Volusio Proculo. Costui era stato uno degli esecutori dell'omicidio di Agrippina, madre di Nerone, ma nonostante l'aver commesso un atto così crudele per conto dell'Imperatore stesso, non aveva ottenuto nessun avanzamento di carriera. Un uomo simile, avrebbe potuto essere la leva giusta per l'azione, no?

Accanto ai movimenti di Epicari e alla Congiura di Pisone, c'è anche un misterioso omicidio da risolvere: Sergio Prisco è stato assassinato. Ma da chi? E per quale motivo?

Questo romanzo storico mette in luce un fatto di Storia Romana di cui si sa forse poco - perlomeno io non lo conoscevo - ma di cui Publio Cornelio Tacito ha descritto nei suoi Annales, elogiando soprattutto la figura di Epicari, e da cui l'autrice ha preso ispirazione per questo suo romanzo.

“ [...] morì, proteggendo, lei, donna schiava affrancata, con un esempio davvero illustre in una situazione così importante, uomini estranei e pressoché sconosciuti, mentre uomini liberi, cavalieri e senatori romani, che non erano ancora stati torturati, tradivano ciascuno i propri parenti più cari. ” (Ann. XV 57).

Delazioni e tradimenti portano Epicari proprio dinnanzi a Nerone. La giovane viene imprigionata pur in mancanza di prove, e successivamente torturata. Ma al contrario di molti uomini che pur di non essere sottoposti a tortura tradiscono persone amiche, o anche famigliari, lei non si sottomette mai. Mai rivela alcun nome. Mai tradisce. Ed è per questo che una tale figura affascina così tanto. Un esempio di donna forte, piena di coraggio, disposta anche a morire pur di difendere la propria dignità e quella di una Roma vessata.

Tra queste pagine emerge la sua storia di schiava, e poi liberta. I suoi amori, il primo più fisico, giovanile; l'altro più maturo. Interessante e affascinante è anche il capitolo sulle schiave combattenti. Si nota poi la ricerca storica, molto attenta e curata: tramite l'uso di numerosi termini dell'epoca - che però non rendono il testo così complesso, grazie a uno stile chiaro e coinvolgente -, di descrizioni dei luoghi e di alcune tradizioni. Ti sembra di percorrere i luoghi della Roma Imperiale, accedendo anche alle acque termali.

Non si tratta però di un romanzo pieno di azione, anzi. Per cui se cercate un libro ricco di movimento, non è adatto. Siamo di fronte a qualcosa di più psicologico, a una serie di sotterfugi, discorsi, intrighi, riflessioni. Scelte e azioni che svelano pian piano la vera natura di alcuni soggetti storici realmente esistiti. Personaggi avidi e ambiziosi, meschini e inerti, così privi di coraggio da denunciare anche - in alcuni casi - i famigliari più cari, come una madre. Un'umanità in cui si riflettono luci e ombre, coraggio e codardia, amori e tradimenti. L'autrice dona spazio a ogni personaggio storico, da coloro che partecipano alla cospirazione, all'imperatore Nerone e alla sua Poppea, ma anche a uomini crudeli al suo servizio, come il feroce prefetto del pretorio Gaio Ofonio Tigellino. Anche se, la sua attenzione si focalizza sempre sulla protagonista, anima e luce del romanzo. E, in effetti, i capitoli su di lei sono i più interessanti e coinvolgenti, a mio parere. Anche se sicuramente ci sono alcuni elementi di fantasia, soprattutto sul lato sentimentale - forse - di Epicari, a mio avviso si armonizzano perfettamente con la storia, regalandoci personaggi perfettamente umani.

Epicari è una donna di umili origini, educata però ai profondi valori della società antica; coraggiosa e libera, non ha paura di confrontarsi con un mondo patriarcale, maschilista, e lotta con tutte le sue forze per quel concetto di libertà che in fondo le appartiene da sempre. e di cui forse potremmo dire che può divenirne simbolo.

Una figura che resta impressa. Un'eroina che non si può dimenticare, e di cui sono felice di aver letto la storia.

Alla verità, se è dolorosa, tendiamo a opporre resistenza. Quando finalmente le permettiamo di attraversarci, invece, riprendiamo a percepire la parte di noi che avevamo dimenticato: spesso bisogna forzare le imposte, ma poi la luce torna a rischiarare le stanze del nostro animo.

Concludo dicendo che è un romanzo che sicuramente consiglio, a tutti gli amanti della storia della Roma Antica e a chi ha voglia di conoscere un personaggio femminile davvero potente, e indimenticabile.


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La Congiura, di Federica Introna Casa editrice: Newton Compton Pagine: 251 Prezzo: 9.90 euro cartaceo, 4.99 euro ebook Anno di Pubblicazione: 2017 Voto: ♥♥♥.75
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