Il genere giallo non è mai stato tra i miei preferiti. Me ne sono tenuta distante a lungo, soprattutto dopo aver tentato una volta, e aver avuto una cocente delusione. Ma ci sono nomi molto importanti che mi attiravano, come Arthur Conan Doyle o... Agatha Christie. Complici le mie amatissime bancarelle dell'usato - quanto mi mancano! - ho preso tre titoli a pochi euro, e ho deciso di dare una possibilità prima alla Christie. Risultato? Ho divorato due libri in due giorni, totalmente rapita dalla sua scrittura, dal caso da risolvere, nel - vano - tentativo di capirci qualcosa prima della soluzione finale. Non ci sono riuscita, purtroppo. Ma, questo è il motivo per cui ho adorato i due libri di cui vi parlerò qui e nel prossimo articolo: se riesci a sorprendermi fino alla fine, e farmi maledire perché gli indizi erano evidenti - solo dopo capisci tutto - allora per me hai vinto.
La Christie ha la capacità di scombussolarti la mente. Inserisce tanti personaggi, tanti piccoli indizi apparentemente inutili, ma che poi si rivelano essenziali. E con la sua scrittura ti coinvolge totalmente. Io non riuscivo proprio a chiudere il libro. Dovevo sapere. Nel mio secondo tentativo ho anche provato a prendere appunti!
Ma veniamo al libro.
La mia prima scelta è caduta su “Dieci piccoli indiani”, molto colpita dalla trama e dal fatto che qui non esistono i due investigatori più conosciuti: né Poirot né Miss Marple.Dieci poveri negretti se ne andarono a mangiar: uno fece indigestione, solo nove ne restar. [...]
Protagoniste sono dieci persone totalmente estranee tra di loro, che ricevono degli inviti particolari per soggiornare in una splendida villa a Nigger Island. Chi per un'offerta di lavoro, chi per curiosità, chi per opportunità, tutti accettano e si ritrovano in quest'isola, simile a una gigantesca testa di negro. In questa villa però, il presunto ospite che tende a firmarsi U.N.O, non è presente. Ad attenderli c'è anche un'insolita e misteriosa poesia incorniciata e appesa sopra il caminetto delle loro camere: una vecchia filastrocca per bambini un po' inquietante, che si rivelerà essere molto importante ai fini della trama. Altro elemento che risulta curioso e interessante è la presenza di dieci dieci piccole statuine, dieci negretti.
La prima sera si riuniscono tutti nel salotto dopo una sontuosa cena, quando sentono una voce improvvisa, inumana, penetrante. Questa fa un vero e proprio elenco dei loro nomi e cognomi e dei... crimini che hanno commesso, li accusa tutti di essere degli assassini! Sarà l'inizio di un vero e proprio incubo, che li porterà tutti a sospettarsi a vicenda, soprattutto quando ci sarà - di lì a poco - la prima morte. Ma a chi appartiene quella voce? Chi è l'assassino? Qualcuno esterno alla villa o si annida proprio in mezzo a loro? E perché a ogni morte scompare una delle statuine? Cosa c'entra la poesia con quello che sta succedendo?
Be', non posso dire di più. In fondo è un giallo, e bisogna indagare!
Dieci piccoli indiani è un giallo costruito secondo il cosiddetto enigma della camera chiusa: i delitti, infatti, avvengono tutti in un contesto circoscritto, chiuso, una villa su un'isola da cui non si può scappare. Non c'è un detective che può indagare sul caso. Tutti i personaggi possono essere colpevoli. Eppure, qui il caso risulta ancora più complesso, se si pensa all'esito finale di quella filastrocca. Chi è stato a creare tutto quel gioco macabro? Io sono rimasta spiazzata. Era la prima volta che leggevo un romanzo della Christie, quindi non conoscevo per nulla la sua scrittura e la sua abilità nel creare una trama simile, ma quando tutto si è rivelato non avevo parole. L'unica cosa che ho urlato è stato: GENIO!
Oltre alla ricerca di questo assassinio “invisibile”, c'è anche un aspetto più psicologico, se così possiamo dire. Tutti - o quasi - si ritrovano a fare i conti con la propria coscienza, con ciò che hanno effettivamente commesso, con i demoni della propria anima. C'è chi non è pentito, ma c'è anche chi non riesce a cacciare i fantasmi che ancora lo inquietano. Quindi è interessante anche da questo punto di vista. C'è anche il tema della giustizia. O meglio, di farsi giustizia da soli, quando la legge non è capace di farlo in maniera adeguata. Elemento che a mio avviso si presenta anche in “Assassinio sull'Orient Express” di cui poi vi parlerò.
Curiosi sono anche i giochi di parole, come U.N.O, unknown, o la filastrocca stessa.So che dei suoi libri sono state realizzate anche delle rappresentazioni teatrali, e a mio avviso si prestano assolutamente bene. In effetti, sia in questo caso, sia ancor di più nel prossimo libro di cui parlerò, sembra di assistere a una vera e propria opera teatrale, con attori che mettono in scena un vero e proprio dramma.
Insomma, non sono un'esperta né di gialli né della Christie, ma ho amato quest'opera, e ve la consiglio moltissimo. Ti rapisce, ti ammalia, ma ti fa anche disperare perché è veramente complicato comprendere chi sia l'assassino, far combaciare tutti i pezzi del puzzle. Ogni volta che sei convinta di una soluzione, l'autrice rimescola le carte, e ti fa impazzire. Ma, per me, è questo quello che un vero giallo deve fare: farti arrivare alla fine con il fiato sospeso e non svelare tutto troppo presto.
Se non lo avete ancora fatto, leggetelo!
... e nessuno ne restò.
Dieci Piccoli Indiani, Agatha Christie Casa Editrice: Mondadori Traduzione di: Beata della Frattina Pagine: 210 Voto: ♥♥♥♥♥