Io speriamo che me la cavo, di Marcello D'Orta - Recensione

2 apr 2020

Libri

 

I buoni rideranno e i cattivi piangeranno, quelli del purgatorio un po ridono e un po piangono. I bambini del Limbo diventeranno farfalle. Io speriamo che me la cavo.

   

C'è un film che ricordo sempre con piacere, e che ho deciso di guardare di nuovo pochi giorni fa: Io speriamo che me la cavo, con uno splendido Paolo Villaggio. Quando il mio ragazzo mi ha proposto il libro da cui hanno tratto ispirazione per l'omonimo film, per la nostra “lettura in comune”, ho accettato subito. Avevo una gran voglia di scoprire le differenze e le affinità, cosa celassero queste pagine.

 

davQuesto libro raccoglie sessanta temi di bambini napoletani della città di Arzano che il mastro elementare Marcello D'Orta ha deciso di raccogliere per mostrare uno spaccato difficile del Sud d'Italia narrato dagli occhi dei più piccoli. Alcuni di questi temi sono ripresi nel film, anche se poi - come sempre - ci sono molte differenze, dopotutto partendo da questi testi hanno poi costruito una storia che non esiste tra queste pagine.

Tuttavia, io mi sento di consigliarveli entrambi.

Torniamo al libro. In verità non c'è moltissimo da dire, pertanto per la prima volta - o quasi - forse riuscirò a esprimere i miei pensieri in poco spazio. Come dicevo, è una raccolta di temi di alcuni bambini delle classi del Maestro D'Orta. Gli argomenti sono diversi: spaziano dalle parabole di Gesù, ai film più amati, da alcuni personaggi della Storia Italiana, alle differenze tra le città del nord e del sud, dai vari membri della famiglia, alla festa della donna, dalla descrizione della propria casa e città, ai mestieri che si vorrebbero svolgere da grandi, dalle diverse materie scolastiche, alla propria realtà di vita, e altro ancora. Insomma, c'è davvero un po' di tutto.

La narrazione è quella dei bambini che cercano di mostrare tra quelle pagine il proprio sguardo sul mondo: pensieri semplici, sgrammaticati, vividi; pagine che esplodono di colori o che ti fanno riflettere molto su tristi realtà di un sud scosso dalla povertà, dalla camorra, dalla delinquenza, dai molti problemi. Ma sono anche pagine che ti fanno ridere, tanto, tantissimo. E che ti donano molto. Sono sempre stata dell'idea che spesso siano i bambini a insegnare moltissimo agli adulti, a farci riflettere, con le loro domande, con le loro riflessioni apparentemente ingenue, ma in verità ricche di significati.

C'è tanta Campania tra queste pagine, che compare anche attraverso numerose frasi e termini in dialetto. Quando penso a Napoli, o alla Campania più in generale, ho una visione fatta di luci e di ombre. Sì, da un lato c'è quell'aspetto fosco, duro, difficile, di una realtà in cui la delinquenza è stata - o è ancora? - molto forte; dall'altra però... per me è proprio la città del Sole, e quella luce molti napoletani ce l'hanno dentro. Come questi bambini, che nonostante la realtà difficile nella quale sono costretti a vivere - strade sporche piene di immondizia, violenza e contrabbando, case che cadono a pezzi, famiglie numerose, povertà, poco cibo, lavoro minorile, ecc..., luoghi in cui lo Stato si mostra anche assente, inefficiente o corrotto - riescono anche a farti sorridere, ridere, a vedere un lato nuovo della vita. E si perdona loro anche quegli orrendi errori grammaticali, e alcune visioni un po' strane di eroi della storia e della letteratura.

È una lettura breve, ma deliziosa.  Adatta anche a questo periodo difficile, così da riuscire a ridere un po', nonostante tutto.

     
  io_speriamo_che_me_la_cavo Io speriamo che me la cavo - Sessanta Temi di BambiniNapoletani, di Marcello D'Orta Casa Editrice: Mondadori Pagine: 142 - Prima Edizione, 1990 - Voto: ♥♥♥♥
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