Solaris, di Stanislaw Lem - Recensione

24 feb 2020

Libri

   

Di fronte all'isteria di massa di questi giorni, io preferisco parlare di cose belle, perché altrimenti cedo più che alla paura - sono abbastanza tranquilla, in verità - alla rabbia per la stupidità umana.

E allora parliamo di libri, soprattutto delle mie ultime letture.

Il mese di Febbraio della #fantadistochallenge - sfida di lettura che sto seguendo su Instagram sui generi Fantascienza e Distopico, creata da Ambra di Sono solo libri - ha come tema “un libro che tratti terrestri su un altro pianeta” ed io ho scelto Solaris di Stanislaw Lem.

Ritenuto un capolavoro della fantascienza filosofica, non è una lettura facile, anzi. Personalmente non lo consiglierei a chi volesse approcciarsi per la prima volta al genere fantascientifico, perché è un libro lento, molto filosofico, e in alcune parti forse - almeno a mio parere - anche pesante e che alla fine ti lascia in una sensazione di sospensione, con tante domande e poche risposte.

       

Noi uomini partiamo per il cosmo pronti a tutto: alla solitudine, alla lotta, al martirio e alla morte. Anche se per pudore non lo proclamiamo a gran voce, spesso siamo convinti di essere persone straordinarie. In realtà quello che vogliamo non è conquistare il cosmo, ma estendere la Terra fino alle sue frontiere. Certi pianeti saranno desertici come il Sahara, altri glaciali come il polo o tropicali come la giungla brasiliana. Siamo nobili e umanitari, non vogliamo asservire altre razze ma solo trasmettere loro i nostri valori e, in cambio, impadronirci del loro patrimonio. Ci consideriamo i cavalieri del Santo Contatto, e questa è la menzogna numero due: la verità è che cerchiamo soltanto la gente. Non abbiamo bisogno di altri mondi, ma di specchi. Degli altri mondi non sappiamo che farcene, quello che abbiamo ci basta e ci avanza. In alcuni pianeti speriamo di trovarne il modello ideale e civiltà migliori della nostra, in altri speriamo di scoprire l'immagine del nostro passato primigenio. Tuttavia, di quel mondo, c'è anche qualcosa che rifiutiamo, da cui ci difendiamo... Il fatto è che non arriviamo dalla Terra come campioni di virtù o come monumenti dell'eroismo umano: ci portiamo dietro esattamente quello che siamo e quando l'altra parte ci svela la nostra verità - il lato che ne teniamo nascosto - non riusciamo ad accettarla! [...] Quello che volevamo: il contatto con un'altra civiltà. E adesso che ce l'abbiamo, vediamo che si tratta solo della nostra mostruosa bruttezza, della nostra follia e della nostra vergogna ingrandite al microscopio!

     

hdrSolaris è il nome del pianeta scoperto dai terrestri più di cent'anni prima della nascita del protagonista della storia. Appartenente a un altro sistema solare, la sua superficie è quasi completamente coperta da una sorta di oceano gelatinoso, con poche terre emerse. Solaris è stato costantemente oggetto di studio da parte degli esseri umani, soprattutto perché orbitando intorno a due soli - uno rosso e uno azzurro - si riteneva impossibile la presenza di forme di vita, che potevano essere distrutte dall'alternarsi dell'intenso calore e del freddo glaciale.

Eppure Solaris vive. È un pianeta vivo, pensante. Un immenso e sconfinato mare che pulsa di vita, interagisce con gli astronauti, e condiziona anche il movimento del pianeta stesso. Questo ha portato molti scienziati a volerne sapere di più, a comprendere l'attività del pianeta, a sondare l'ignoto, creando così anche una vera disciplina la Solaristica e una vera e propria biblioteca di studi e casi, di missioni e pensieri, dalla quale però risulta ancor difficile trovare risposte.

La storia ha inizio con l'arrivo dello psicologo Chris Kelvin nella stazione spaziale sospesa sopra l'oceano di Solaris, nella quale sono già presenti tre scienziati, Snaut, Sartorius e Gibarian. Qui scopre subito che qualcosa non va: non viene accolto nel migliore dei modi, i colleghi si comportano in modo alquanto strano e misterioso, restando spesso chiusi all'interno dei loro appartamenti/laboratori personali, e scopre del suicidio del terzo essere umano - Gibarian del quale è stato allievo e collaboratore, e non riesce a comprendere chi sia quella misteriosa donna nera che gira nei corridoi e ritrova accanto al corpo senza vita del collega.

Ma i misteri non sono finiti. Il mattino dopo, infatti, vede nel suo appartamento una donna, del tutto uguale a sua moglie, suicidatasi qualche anno prima, dopo un loro forte litigio. Qui hanno inizio le tante domande, la ricerca di manuali della Solaristica, di fonti da cui cercare di trarre risposte, di esperimenti verso queste presenze - i visitatori o Creazioni F. - che tormentano in un certo senso i tre uomini. Come se fossero delle apparizioni, delle allucinazioni inquietanti che portano alla luce qualcosa di rimosso, qualcosa che in verità ancora pulsa nel loro inconscio, che brucia come un senso di colpa, e che sono iniziate dopo aver sottoposto la superficie del mare a una massiccia dose di raggi X. Proiezioni materializzate del contenuto dei loro cervelli circa determinate persone. Queste “apparizioni” quasi perfettamente umane, non possono essere distrutte con facilità. Infatti, nonostante i tentativi, tornano a rigenerarsi e non sembrano riuscire ad allontanarsi dall'essere umano.

Ma cosa sono veramente? È Solaris che sembra voler giocare con i terrestri? È il suo modo di comunicare con loro? E gli esseri umani possono davvero essere in grado di superare i limiti della conoscenza, di andare oltre, e trovare un contatto con quello strano essere pensante?

Solaris non è solo un viaggio verso un altro pianeta, ma anche un viaggio all'interno del proprio Io, dell'essere umano stesso. Non è un semplice racconto del rapporto tra Alieni e Umani, ma anche riflessione sull'impossibilità dell'uomo di comunicare davvero con l'universo, e anche una sorta di confusione nell'uomo stesso, che si trova di fronte non solo all'ignoto, ma anche al rimorso, alle sue paure, ai suoi sogni e incubi, il lato oscuro che si è cercato a lungo di tenere nascosto.

È una lettura a mio modesto parere molto complessa, che ancora dopo qualche giorno, mi lascia un po' turbata, e un bel po' confusa. Trovo, infatti, difficoltà a parlarne.

Per me il punto forte è sicuramente l'originalità: non è il solito libro con terrestri che vanno alla conquista di altri pianeti, o di rapporti con Alieni totalmente diversi da noi, ma qui c'è un Pianeta che è vivo, che è un'unica forma di vita, immensa, che sembra comunicare con l'uomo prelevando frammenti del suo inconscio, creando materializzazioni dei propri pensieri, ricordi, sogni, incubi, che però molto spesso appaiono molto più umani degli stessi terrestri. Harey, la moglie di Chris, ad esempio, per le scelte che compie e i suoi pensieri di fronte alla scoperta di una determinata realtà, dimostra una forte umanità.

Però non sono un'amante di quelle letture che ti lasciano un po' in sospeso, che fanno affiorare troppe domande alle quali non sai trovare molte risposte, o con finali aperti. Forse anche per questo non sono riuscita ad apprezzarlo totalmente. Le parti in cui il protagonista legge i vari studi della Solaristica, poi, pur essendo interessanti per comprendere meglio il Pianeta, le ho trovate pesanti, a tratti noiose. Ho trovato anche un po' di difficoltà nel visualizzare nella mia mente quanto letto.

Tuttavia soprattutto per gli amanti di fantascienza e di filosofia, non è una brutta lettura. Anzi. È interessante. Ma ancora una volta mi scontro un po' con quei romanzi definiti capolavori, purtroppo.

Quindi, lo consiglio? Non a tutti. Non a chi cerca una lettura semplice, o comunque ricca di avventure. Perché non ne troverete. Mentre è perfetto per chi ama la filosofia, i ritmi lenti, le descrizioni minuziose, l'indagare su come l'uomo si ponga davanti all'ignoto, a ciò che non conosce e con cui non riesce a comunicare, ma anche davanti alla sua solitudine, a se stesso.

     
solaris Solaris, di Stanislaw Lem Casa Editrice: Sellerio editore Palermo Traduzione di: Vera Verdiani Pagine: 301 Prezzo: 14 euro Voto: ♥♥♥.5
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