Dal 10 febbraio sarà trasmessa in televisione la seconda stagione de L'Amica Geniale, tratta dai libri di Elena Ferrante. Come sapete, ho molto amato il primo, e ho deciso di recuperare anche il secondo, in vista della serie tv.
Questo ritorno alla vita di Lila e Lenù mi ha un po' turbata, ma resto affascinata profondamente dalla scrittura della Ferrante, che ti rapisce, colpisce, ti avvinghia a sé, non permettendoti quasi di distogliere l'attenzione. Ti fa sprofondare nel rione di Napoli, tra quelle strade piene di polvere, nelle case povere - o ricche - di famiglie numerose, o ti trascina con sé a Ischia, e in questo caso, anche - in parte - fuori da Napoli, lontano.
Insomma, mi è piaciuto tanto. Perché, anche se avrei preso a schiaffi quasi tutti i personaggi, protagoniste comprese, è proprio questo ciò che amo dei libri: la capacità di far affiorare in te delle emozioni, belle o brutte che siano; la possibilità di allontanarti un po' dalla tua realtà, dai tuoi pensieri, per entrare in quelli di qualcun altro. E magari farti riflettere.
Non ero capace di affidarmi a sentimenti veri. Non sapevo farmi trascinare oltre i limiti. Non possedevo quella potenza emotiva che aveva spinto Lila a fare di tutto per godersi quella giornata e quella nottata. Restavo indietro, in attesa. Lei invece si prendeva le cose, le voleva davvero, se ne appassionava, giocava al tutto o niente, e non temeva il disprezzo, lo scherno, gli sputi, le mazzate.
Storia del nuovo cognome, pubblicato da E/O edizioni, riprende la storia di Elena e Lila da dove l'avevamo lasciata nel precedente romanzo. Lila si è sposata con Stefano, il figlio di Don Achille, ma la felicità provata è subito spezzata dall'arrivo dei fratelli Solara che frantumano le certezze della ragazza, le fanno aprire gli occhi sulla sua scelta forse troppo affrettata di sposare un uomo che forse non è proprio così distante da suo padre, l'uomo terribile per cui tutti provavano paura e soggezione. Stefano ha infranto una promessa, ha donato quelle scarpe ideate e realizzate da Lila, proprio a Marcello. Per la giovane protagonista è un affronto, un colpo al cuore, una delusione, una pugnalata alle spalle. Ma ormai è tardi. Ormai non è più Lila Cerullo, ma Carracci, e nella Napoli degli anni 50/60, è difficile svincolarsi dall'autorità del marito, anche se lei darà molto filo da torcere a Stefano, in numerose occasioni.
La narrazione prosegue; continua questo viaggio di Lenù tra i ricordi della loro giovinezza, mostrando a noi lettori non solo quel che accade nel Rione, ma anche la moltitudine di pensieri che affollano il suo animo, e quel legame-scontro sempre presente tra lei e la sua migliore amica-nemica Lila.
Anche in questo secondo capitolo si avverte con forza questo rapporto strano tra di loro: da un lato sono profondamente legate, e sembrano non poter far a meno l'una dell'altra, collegate da una forza che a tratti opprime dall'altra fa respirare, e dalla quale non sanno sottrarsi, nonostante tutto; dall'altro ci sono molti atteggiamenti che ti portano a chiedere dove sia l'amicizia tra loro. Scontri di pensieri, voglia di prevalere l'una sull'altra, di essere migliori. Offese gratuite. C'è sempre quella sorta di rivalità e di invidia, che francamente turba un po'.
Ho provato più volte la voglia di prendere a schiaffi non solo molti degli uomini e donne tratteggiati dalla penna della Ferrante, ma anche le due protagoniste. Di fronte alle loro scelte, alle loro azioni, avevo il forte desiderio di urlare. Ma secondo me sta anche qui la forza di questi personaggi: non sono perfetti, hanno le loro debolezze, le loro paure, i loro limiti. Diventano quasi delle persone reali ai nostri occhi. Personaggi di carta, che divengono persone di carne.
Descrivere cosa accade, in una serie, è molto complicato, perché rischierei di svelare troppo, di farvi perdere anche il gusto di recuperare questi libri - se ancora non li avete letti -, quindi cercherò di dire poco, e puntare più alle mie impressioni.
Come già detto, questo secondo libro affronta gli anni della Giovinezza di Lila e Lenù. Non sono più bambine, ma si apprestano a divenire delle donne. È il periodo in cui si va alla ricerca della propria identità, della propria strada, e si devono prendere decisioni importanti per il futuro. Ma le due prendono percorsi molto diversi.
Da un lato abbiamo Lila, la bambina che non ha potuto continuare con lo studio, che è stata costretta a lavorare, ma alla fine si è ribellata: con l'intento forse di sottrarsi a quella povertà, ha deciso di sposare Stefano, all'apparenza diverso dal suo temibile padre, ma che in questo secondo capitolo, si rivela avere proprio il medesimo sangue. Lila molto giovane, è ormai una donna sposata, costretta a rispettare un marito per il quale ha scoperto di non provare davvero un sentimento, a lavorare, ma il suo carattere forte, coraggioso, impulsivo e ribelle continua a venire fuori, nonostante le mazzate, nonostante i pericoli.
Dall'altro c'è Lenù, la narratrice, in cui è ancora forte quel senso di inferiorità che non riesce ad allontanare da sé, soprattutto in presenza di Lila. Lenù si è sempre sentita meno brava, meno bella, meno capace, meno coraggiosa. Eppure, si impegna tanto nello studio, è molto apprezzata, e riesce a raggiungere sempre ottimi risultati. Quando finalmente riesce a staccarsi un po' dall'ombra di Lila, si respira un po' la vera Lenù. Sembra per un attimo acquisire una nuova consapevolezza di sé, rendersi conto che da sola è riuscita a uscire da Napoli, da quel rione, dalla povertà, da quelle persone che parlano ancora il dialetto, che non hanno studiato, ancora ancorate al passato, a delle idee ristrette anche nei rapporti tra uomo e donna. Un mondo a cui sarà sempre legata, ma dal quale ha sempre avuto l'aspirazione di venirne fuori.
Sono tanti i motivi di scontro, gli allontanamenti tra le due. Uno in particolare, nell'estate a Ischia, rappresenterà una vera e propria frattura. Diciamo anche che sarà una delle ragioni principali che condurrà entrambe a prendere delle scelte importanti e spesso difficili.
C'è un ritorno alla povertà, e un viaggio lontano; c'è un sogno realizzato, un libro scritto, e un nuovo futuro. Una nuova nascita, e nuovi legami. Ci sono personaggi che forse reputavi in un certo modo, nel primo, ma che in questo rivelano la loro vera natura, non così distante dai rispettivi padri che spesso criticano. C'è tanto in questo libro. Un romanzo che ho divorato e mi ha fatta arrabbiare per via di scelte che non ho capito né condiviso, un'amicizia che non riesco a comprendere ma che mi tiene incollata a quelle pagine, grazie anche a una scrittura potente, che ti avvince, ti attrae intensamente.
Ho capito solo in seguito che so essere quietamente infelice solo perché sono incapace di reazioni violente, le temo, preferisco restare immobile coltivando il rancore. Lila no.
Di Lila amo tantissimo il suo coraggio, la sua curiosità, la costante voglia di conoscere, di ribellarsi a “leggi” che non accetta e trova assurde, ma dall'altro lato, non sopporto quando vuole fare del male gratuito a chi è riuscita ad avere delle opportunità in più. Amo la sua voglia di non mollare, di lottare per ottenere ciò che vuole, ma allo stesso tempo sopporto poco la sua invidia e costante voglia di essere in un certo qual senso migliore. Eppure dietro quella forza che ostenta, si scorge anche la sua fragilità. Lila non sembra avere davvero uno scopo preciso: lotta con tutta le sue forze per ottenere quello che vuole, ci mette tutto l'impegno, riesce a raggiungere l'obiettivo, ma poi qualcosa si spezza, e lei stessa sembra perdersi. Spesso non è veramente amata per il suo carattere tagliente, difficile, ma allo stesso tempo tenta di aiutare gli altri. Molte volte con i suoi atteggiamenti allontana e ferisce Lenù, ma poi a lei sempre si rivolge. La sua ancora, l'unica che riesce a comprenderla e alla quale si aggrappa.
Anche se sei meglio di me, anche se sai più cose, non mi lasciare.
Elena la sento per certi versi affine a me, o meglio del lato che non sopporto di me stessa. Vorrei gridarle di smetterla di farsi tanti problemi, di voler apparire sempre perfetta, o allo stesso livello degli altri, ma di essere semplicemente quella che è. Vorrei spingerla a vedersi con altri occhi, non sempre inferiore a Lila, Nino e altri, ma a guardare gli ottimi risultati raggiunti, l'apprezzamento che gli altri hanno di lei. A scorgere dove è riuscita ad arrivare, quale sogno è riuscita a realizzare. Allo stesso tempo però, sono cose che vorrei dire anche a me stessa. Io Elena in parte la capisco, forse perché anche io mi sento spesso come lei. Inferiore, sempre in attesa, sempre dopo gli altri. Però una cosa non la capirò mai di lei: la sua ossessione assurda e inutile per Nino. In questo capitolo la domanda che più mi sono posta è stata: ma che ci trovate in Nino?!? Ma non vi svelo perché. Elena, poi, non riesce ad amare veramente i ragazzi con cui sta. A volte dà la sensazione di far certe scelte solo per recuperare Lila, per raggiungerla, per non sentirsi costantemente seconda. Perdendo così se stessa, facendo del male agli altri ma soprattutto a se stessa (in una scena, in particolare, avrei voluto vomitare, urlare, lanciare il libro contro il muro, prendere a testate Lenù - mi calmo -).
Così diverse, eppure unite. Ma la loro amicizia resterà sempre per me un punto di domanda. Può essere davvero vera, se c'è così tanta invidia e spesso rancore? Non so.
Anche questo libro comunque mi ha molto colpita, forse leggermente meno del primo. Ma per ora continuo a consigliare questa serie, nella speranza di recuperare presto i prossimi volumi!
Storia del nuovo cognome, di Elena Ferrante Edizioni E/O Pagine: 470 Prezzo: 19,50 euro (io li ho trovati tutti e quattro in promozione su ebay!) Voto: ♥♥♥♥♥ -