... lui è il demonio di Fleet Street!
Il 31 ottobre ho avuto la possibilità di assistere alla Prima dello spettacolo “Sweeney Todd - il diabolico barbiere di Fleet Street” presso il Teatro Colosseo di Torino.
Amo il musical e conoscevo bene la storia avendo visto il film di Tim Burton, ma ammetto la mia ignoranza sulla versione teatrale di Stephen Sondheim e Hugh Wheeler. Su questo punto, quindi, sono andata a vederlo come una novità, non avendo voluto informarmi, ma lasciandomi rapire dal lavoro italiano.
La storia tormentata di Sweeney Todd nasce nel 1842 dalla penna del drammaturgo inglese George Dibdin Pitt, per diventare prima film nel 1936, poi musical e poi ancora film nel 2008 nella versione pluripremiata di Tim Burton con Johnny Depp ed Helena Boham Carter.
Il musical, con le musiche di Stephen Sondheim e tratto dal libro di Hugh Wheeler, è stato portato in scena con incredibile successo nei teatri più famosi di Londra e di Broadway con interpreti d’eccezione quali Angela Lansbury ed Emma Thompson.
Amo moltissimo anche quegli spettacoli dalle tinte un po' - o molto? - cupe, basti pensare che uno dei miei preferiti in assoluto è L'Ultima Strega che per alcuni elementi me lo ha un po' ricordato.
Di cosa parla?
È la storia di Benjamin Barker un uomo onesto, un barbiere di Fleet Street, che viene accusato ingiustamente, arrestato e spedito ai lavori forzati in una colonia penale in Australia. Questo a causa del Giudice Turpin che, invaghitosi della moglie dell'uomo, così bella e piena di virtù, pensa “bene” di disfarsi di lui e abusa di lei.
La povera Lucy ormai sola e violata decide di avvelenarsi e lascia sua figlia nelle mani di quell'uomo spregevole.
Quindici anni dopo, Benjamin è riuscito a scappare e decide di tornare a Londra assumendo un altro nome: Sweeney Todd. Il suo intento è recuperare la sua famiglia, ma quando scopre tutto quel che è accaduto dalle parole di Mrs Lovett - proprietaria dell'emporio di pasticci di carne sotto la sua bottega - nasce in lui una tale rabbia e una grande sete di sangue e di vendetta.
In un continuo di colpi di rasoio e una scia di sangue che sembra infinita, scopriamo anche altri personaggi che ruotano attorno alla vita dell'uomo: da Anthony, un giovane marinaio che lo ha salvato, e che poi avrà un vero e proprio colpo di fulmine con Johanna - la figlia di Sweeney Todd -, a Tobias, un ragazzino ingenuo e buono che subisce molto ma alla fine avrà un ruolo importante, al Giudice Turpin e le sue ossessioni torbide e meschine, a un barbiere italiano rivale, Pirelli, a una mendicante pazza che comparirà più volte sulla scena.
Fino ad arrivare pian piano a un finale tragico ma anche ricco di sorprese.
Finalmente il mio braccio è di nuovo completo!
Ho amato questo musical da ogni punto di vista.
Ho subito ammirato la scenografia di Francesco Fassone, a tinte dark, con quella sorta di tende che ricordano delle ghigliottine pronte a cadere sulle varie teste, perfettamente collegate alle lame usate dal protagonista; le luci (di Riccardo Padovan) e quella sensazione di perenne oscurità e minaccia, intervallate da lampi di rosso sangue ogni qual volta che schizzava - eh sì, ci sono schizzi! - dal collo delle vittime.
E i costumi? Meravigliosi, davvero. Così perfetti per l'epoca (1800), così curati in ogni dettaglio, così belli da vedere: uno spettacolo. Complimenti sinceri al lavoro certosino di Lella Diaz.
La bellezza affiora con maggior forza anche dalla presenza di 12 elementi d'orchestra sotto la direzione del Maestro Paolo Zaltron. Credo da sempre che la musica dal vivo doni qualcosa in più a uno spettacolo, perché non c'è niente di “artificioso”, registrato dalla tecnologia, ma è tutta opera del talento artistico umano.
E si nota anche da questo la bravura e la preparazione degli artisti, la capacità di entrare in sintonia, di creare una sorta di alchimia tra attori e musicisti.
Infine il cast.
Alcuni nomi mi erano già noti, artisti che ho potuto vedere su altri palchi, con ruoli differenti; altri, invece, per me erano una novità.
Come il protagonista, Lorenzo Tognocchi, un perfetto, cupo e folle, Sweeney Todd. È riuscito a conferire quella tristezza, quel profondo senso di rabbia e di vendetta che sono propri del personaggio. C'è ingiustizia, amore, ma anche cecità: gli occhi vengono appannati da quella forte sete di sangue e vendetta e non riesce a scorgere oltre, a comprendere.
Da innocente finisce in qualche modo a divenire carnefice, colpendo anche altre persone che non c'entrano nulla pur di arrivare al suo fine ultimo. Ma alla fine sorge nello spettatore una domanda: puoi davvero provare odio per lui?
Tognocchi è stato, per me, davvero bravo e non è “scomparso” - anche se era molto difficile! - di fronte a quella che per me è una sorta di Dea del Musical: Francesca Taverni.
Per me lei ancora una volta ha dimostrato il suo immenso talento ed è stata assolutamente perfetta.
Pur essendo un'opera complicata - non me ne intendo tecnicamente, ma anche un neofita può comprenderlo di fronte a quelle vocalità da mantenere e a quella serie di duetti che a volte diventano quartetti - , ascoltarla ti fa sembrare tutto molto più semplice. Lei interpreta Mrs Lovett, una cinica e folle donna che prova una sorta di amore per Sweeney Todd e lo aiuterà a trovare un modo perfetto per nascondere i suoi crimini. Complice, strana, è uno dei personaggi più interessanti e degni di nota, e la Taverni ruba il palco a tutti. È difficile distogliere lo sguardo da lei, non rimanere ancora una volta estasiati dalla sua bravura. Ogni volta riesce a donare sfumature nuove e giuste ai suoi personaggi, e così vediamo una Francesca sempre diversa che fa ridere, rabbrividire o emozionare fino alle lacrime.
Altri attori conosciuti per il loro talento e che ancora una volta confermano la loro bravura sono Simone Leonardi nelle vesti del terribile e viscido Giudice Turpin, e Luca Giacomelli Ferrarini come Anthony, un giovane marinaio che torna a Londra, la sua casa, con tutta la speranza e l'ingenuità di chi è giovane e non ha ancora, forse, conosciuto i soprusi di una realtà corrotta, ma che ben presto scoprirà sulla sua pelle il marcio della città, soprattutto quando si innamorerà di Johanna, la figlia di Sweeney Todd, portata sul palco da Federica De Riggi.
Il giudice Turpin e Anthony provano due diversi sentimenti per la ragazza: o meglio, il primo che dovrebbe essere quasi come un padre nei confronti di Johanna, ben presto rivela il suo animo ancora marcio, putrido, pieno di pensieri viscidi. Sembra un serpente, sì, che avvolge le sue vittime con le sue spire, e cade sempre di più in quelle stesse spire della corruzione, del vizio, di un profondo degrado morale. È il vero personaggio negativo della storia, colui che se ne frega dei sentimenti del prossimo e fa uso del suo potere per ottenere ciò che vuole, anche distruggendo famiglie. Dall'altro lato abbiamo l'amore puro e genuino di un ragazzo disposto a tutto per salvare la donna di cui è innamorato. Il personaggio più positivo delle vicende narrate. Forse una delle poche se non l'unica vera luce in tutto quel buio.
Due interpretazioni diverse, ma altrettanto belle.
Tra le novità - per me - i due che più mi hanno colpito sono Tobias e la Mendicante. All'apparenza due personaggi secondari, quasi messi in secondo piano, ma poi... vi invito a scoprirlo!
Sia Annalisa Cucchiara sia Michelangelo Nari mi hanno convinta totalmente e piacevolmente sorpresa.
Da un lato abbiamo una donna pazza che risulta a tratti irritante nel chiedere costantemente elemosina e senso di pietà, ma nel finale capisci. E provi un profondo sentimento di tristezza.
Dall'altro Michelangelo Nari riesce a trasmettere tutta l'ingenuità e la dolcezza di un ragazzino, Tobias, che si ritrova a vivere in un mondo spietato, senza rispetto, ma capace allo stesso tempo di provare affetto e un senso di protezione verso colei che gli dimostrerà - almeno all'apparenza - attenzioni e quel genere di amore di cui a lungo è rimasto privo.
Tutto l'ensemble (Manuela Tasciotti, Chiara Di Girolamo, Sofia Caselli, Elisa Dal Corso, Michel Orlando, Ciro Salatino, Niccolò Umberto Minonzio, Francesco Bianchini) e i ruoli minori (divertente Pirelli, barbiere italiano, interpretato da Domenico Nappi e crudele il messo - Vitantonio Boccuzzi - al servizio del giudice), hanno contribuito a portare in scena un'opera complessa dal punto di vista tecnico, ma davvero bella.
Essendo la Prima ho notato delle piccole imperfezioni, ma non hanno inficiato sull'esito finale.
Ultima menzione a una scena che mi ha profondamente turbata e alla quale ho applaudito a piene mani: quella del manicomio. Lì, l'ensemble mi ha davvero lasciata senza fiato. Bellissima, e molto intensa, per quanto anche triste e drammatica.
Sweeney Todd è stato un rischio, ma anche una bellissima prova.
Portare un musical meno conosciuto e molto complesso, in un paese come l'Italia è rischioso. So perfettamente che molte persone preferiscono vedere il già visto o il già conosciuto, terreni non nuovi, opere che suscitano solo risate. Ma la mia riflessione e invito è anche questo: apritevi alla bellezza, al nuovo. Provate ad andare a teatro cercando di scoprire anche cose diverse, anche quelle opere che possono far male, che trattano temi difficili, che ti possono portare alle lacrime e profondi turbamenti interiori, a quegli spettacoli che fanno riflettere.
Sì, è bello ridere. Sì, è bello rivedere uno spettacolo tanto amato. Io per prima l'ho fatto.
Ma anche opere come questa - e altre come Next To Normal o L'ultima strega, per citarne alcune, - riescono a donarti moltissimo. E spesso è proprio lì, in quegli spettacoli quasi del tutto sconosciuti, che si trova la vera bellezza, che si trova la perla che non dovrebbe essere persa, ma anzi consigliata, condivisa, amata.
Complimenti a Claudio Insegno alla regia, a Emiliano Palmieri per l'adattamento delle liriche e a tutta la produzione di questo bellissimo spettacolo.
Continuate a rischiare, e voi, spettatori, apritevi al nuovo.
Veramente. Ve lo consiglio con tutto il cuore.
Dopo Torino, Sweeney Todd ora è a Roma fino al 10 Novembre, presso il Teatro Olimpico. A seguire:
- dal 14 al 17 novembre: MILANO - Teatro Nuovo
- dal 6 all'8 dicembre: VERONA – Teatro Nuovo
- 31 dicembre: ASTI – Teatro Alfieri
Un grazie speciale a Dimensione Eventi per avermi concesso l'uso di materiale fotografico per completare il mio articolo.
Le foto appartengono ai rispettivi proprietari: © Marco Borrelli e © MarioLuca Bariona