E il gigante disse: «Lontano lontano, in mezzo a un lago, c'è un'isola, e sull'isola c'è una chiesa, e nella chiesa c'è un pozzo, nel pozzo nuota un'anatra, dentro l'anatra c'è un uovo, e dentro l'uovo c'è il mio cuore».
Ho una particolare curiosità per le fiabe, così come per le leggende, i miti, i misteri. Credo che spesso possano aiutare a comprendere società diverse, luoghi differenti e lontani dal nostro, o magari a trovarne delle affinità con le nostre credenze, la nostra storia.
Sono anche attratta dai paesi nordici, che per ora sono solo lande lontane a cui aspiro con i pensieri e i sospiri. Non so se potrò mai andarci, se riuscirò mai a vedere quei luoghi ricchi di verde, bellezza, o se avrò mai l'opportunità e la fortuna di vedere un'aurora boreale, ma nel frattempo mi nutro di libri. Letture che parlano di questi luoghi, anche in forma fiabesca. Ecco perché mi affido alla casa editrice che su queste lande si focalizza: Iperborea.
Come ormai saprete è una delle case editrici che più mi piacciono, non solo per l'originalità sia nei libri/autori pubblicati che nel formato diverso dal consueto, ma anche per la cura che hanno per i dettagli, le copertine, le illustrazioni. Ecco, diciamo che io inizio seriamente a pensare che non è sempre vero che un libro non si giudichi dalla copertina, ma anzi, questa è fondamentale per dare quel tocco in più al libro stesso. Perché per quanto lo si ami, per quanto ci faccia bene, un libro è un prodotto, e se è anche bello da vedere, a mio avviso, ti dona quel qualcosa in più.
La Iperborea mi ha omaggiato di questo libriccino che racchiude al suo interno quindici fiabe norvegesi a cura di Bruno Berni, con meravigliose illustrazioni di Vincenzo del Vecchio (le ho amate, tantissimo!). Tra questi brevi racconti troverete Giganti, troll a tre, sei, nove teste, principesse da salvare, giovani coraggiosi che devono affrontare molte prove, a volte dure, ma che come in ogni fiaba che si rispetti alla fine troveranno la felicità e l'amore. La particolarità - forse (ma io ho letto solo queste e le Islandesi per ora) - sta nel fatto che sono spesso i fratelli più giovani, siano essi figli di re o di persone povere, o chi è considerato inferiore a riuscire a emergere, a risolvere gli enigmi, a sconfiggere mostri, draghi, troll e giganti, e ottenere la principessa più bella. Spesso sono ingannati, derisi, derubati, lasciati soli, ma anche grazie all'aiuto di numerosi animali - lupi, cavalli, uccelli, ecc -, e al loro ingegno, riusciranno a superare ogni genere di avversità e pericolo.
Come molte fiabe, sono spesso giovani di buon cuore, disposti a tutto pur di aiutare, e spesso sbeffeggiati da persone più arriviste, arroganti, e allo stesso tempo codarde, capaci solo di imporre il proprio “potere” e minacciare gli innocenti di ucciderli se rivelano la verità.
Sono fiabe in cui anche il Vento gioca un ruolo importante, capace di condurre i protagonisti più in fretta verso il luogo di destinazione, o di donare oggetti a un ragazzo povero, dopo avergli rubato più volte la farina.
Interessante è ritrovare in queste fiabe, attinte dal patrimonio folkloristico popolare della Norvegia a lungo tramandate oralmente e poi trascritte e raccolte per la prima volta da Asbjørnsen e Moe nell'Ottocento, delle similitudini con quelle a noi più affini, più conosciute. Ad esempio, in questo caso, ritroviamo dei collegamenti con Cenerentola e la sua scarpetta, nel racconto Kari Vestedilegno: c'è una scarpetta dorata da indossare, e una ragazza disprezzata per il suo aspetto, e non può mancare la sorellastra che spinta dalla matrigna si taglia il piede pur di indossarla e diventare principessa!
Concludendo, è una raccolta di fiabe che consiglio, anche se ho ritrovato una certa ripetitività in molte delle storie, le stesse frasi, gli stessi avvenimenti (cambiava quasi solo il numero di teste del troll!), che dopo un po' mi hanno annoiata. Allo stesso tempo, però, ce ne sono molte altre davvero interessanti e degne di nota. Il gigante che aveva nascosto il suo cuore, Il ragazzo che andò dal vento del nord a farsi restituire la farina, Il figlio della vedova, Il macinino che macina in fondo al mare, che spiega un po' a suo modo il motivo per cui il mare sia salato, La cintura azzurra, e la già citata Kari Vestedilegno, sono solo alcune di quelle che forse più colpiscono, perché in qualche modo diverse.
Personalmente, però, ho amato un po' di più le Fiabe Islandesi, soprattutto perché spesso, in queste ultime, sono le donne ad affrontare le prove, a mettersi in gioco, per avere il proprio lieto fine. Sono loro a salvare, e non più solo a essere salvate.
Comunque, ve le consiglio entrambe, e spero di recuperare appena possibile le altre!Fiabe Norvegesi Casa editrice: Iperborea Pagine: 178 Prezzo: 16 euro Voto: ♥♥♥.5