Fahrenheit 451, di Ray Bradbury - Recensione

17 set 2019

Libri

 

Ma ci sono altre cose che io so e voi non sapete! Per esempio, c'è la rugiada sull'erba, la mattina presto. [...] E se guardate bene c'è un volto umano sulla luna.

 

Su Instagram, Ambra di @sonosololibri ha ideato una challenge che permette di rispolverare un po' alcuni dei libri di due generi che sono un pochino distanti dalla mia comfort zone: la distopia - che in verità mi piace molto - e la fantascienza - con la quale ho molta più difficoltà -. Ho deciso di lanciarmi anche io in questa sorta di sfida, per tentare di ampliare le mie letture, non solo per conoscere altre forme di distopia che mi mancano, ma anche per leggere qualcosa di più di un genere da cui fino a poco fa mi tenevo un po' lontana.

Per il mese di settembre di questa #fantadistochallenge il tema era: Un distopico classico con regime dittatoriale. Avendo letto di già - e amato! - Orwell, ho deciso di scegliere un altro classico di cui ho tanto sentito parlare e che volevo leggere: Fahrenheit 451 di Ray Bradbury.  L'ho concluso qualche giorno fa e ora scriverò i miei pensieri!

 

Che cosa faresti se ti ritrovassi a vivere in una società dove i libri vengono bruciati? Per un'amante della lettura come me, sarebbe un mondo terribile. Io che sto male nel vedere libri rovinati, o ancor peggio buttati nei bidoni dell'immondizia, al sol pensiero di immaginarli in cenere ho un colpo tremendissimo al cuore. Quando ho letto la trama di questo classico della distopia/fantascienza avevo quasi paura ad affrontarlo. Ma poi, ho superato quel muro e ho fatto entrare la storia di Montag nella mia vita.

Siamo in una società dove i pompieri anziché spegnere gli incendi, li accendono con dei lanciafiamme. Il motivo? Purificare le case da una presenza quasi minacciosa: i libri. Tra le strade di questa città, poi, c'è il Segugio - una creatura meccanica - capace di trovare le sue prede - un topo, un pollo, un gatto, ma anche persone che non rispettano le leggi - e ucciderli con il suo ago.

È un bel lavoro, sapete. Il lunedì bruciare i luminari della poesia, il mercoledì Melville, il venerdì Whitman, ridurli in cenere e poi bruciare la cenere. È il nostro motto ufficiale.

   

Protagonista della storia è Montag, un pompiere, che all'inizio del libro è molto felice di fare il suo lavoro. All'apparenza vive una vita normale, nel rispetto delle leggi, con un lavoro e una moglie. Però dietro quella parvenza di normalità si cela una scintilla, che si fa più viva grazie a un incontro con una ragazza sconosciuta: Clarisse. La giovane sembra un po' folle, parla di molte cose che confondono Montag: della bellezza dei fiori, della rugiada al mattino, della presenza di un volto umano sulla luna. Una moltitudine di pensieri che mettono un poco in difficoltà l'uomo, così lontani dal mondo in cui vive, dall'apatia della donna che ha al fianco, troppo presa dalla televisione, da quei monitor che sono accesi a gran volume troppe ore al giorno, frenando i pensieri, intorpidendo i sentimenti. Ma c'è una domanda che lo punge nel vivo, e lo spinge a riflettere: Sei felice?

Montag è davvero felice?

Un altro evento lo spinge a porsi numerose domande, a provare una sorta di rabbia, nuovi sentimenti che turbano l'animo. Un'anziana signora, scoperta a possedere libri nella sua casa, si lascia morire con loro in mezzo alle fiamme. Come è possibile che possa accadere una cosa simile? Cosa c'è all'interno di quelle pagine che possa spingere un individuo a un atto così estremo?

   

Ci dev'essere qualcosa di speciale nei libri, delle cose che non possiamo immaginare, per convincere una donna a restare in una casa che brucia.

     

Ed è così che qualcosa cambia in Montag. L'interesse per i libri si fa vivo, tanto da spingerlo a rubare anche alcuni testi, rischiando la sua stessa vita. In un crescendo di tensione, si arriva a un finale che però riesce a trasmettere una sorta di speranza per un nuovo futuro, un nuovo mondo, dove l'importanza dei libri e del ricordo possa tornare a rinascere come una fenice dalle sue ceneri.

         

(c) Una Valigia Ricca di Sogni

     

Il libro mi è piaciuto molto. Sono felice di averlo finalmente letto. Non sono riuscita a dare il massimo nella valutazione, semplicemente perché a tratti lo stile di Bradbury mi ha un pochino infastidita, soprattutto nell'uso di diverse ripetizioni, che possono anche essere utili alla fine della trama - forse - ma a me non sono piaciute. Per il resto è un libro che va sicuramente letto, perché come ogni distopico apre la via a una serie di riflessioni che riguardano anche il nostro presente.

Nel mondo di Montag la televisione, i media, hanno un ruolo molto importante. Sono così presenti nella vita degli individui, così invasivi, che raggiungono uno scopo ben preciso: rendere le persone tutte uguali, impedire loro di avere propri pensieri, farli sembrare quasi come esseri senza anima, apatici, come delle macchinette pronte a rispettare leggi assurde, e a non avere una propria personalità. Una delle immagini più terribili - oltre a quella dei libri bruciati - è la discussione tra la moglie di Montag e le altre donne. Leggere del modo in cui si occupano - o meglio non si occupano, lasciandoli a scuola per gran parte del tempo, e nel restante davanti alla tv! - dei propri figli, della voglia di non averne perché è una disgrazia, è veramente triste.

 

Noi dobbiamo essere tutti uguali. Non è che ognuno nasca libero e uguale, come dice la Costituzione, ma ognuno vien fatto uguale.

   

La televisione con quelle immagini spesso realizzate con uno scopo ben preciso, arriva a plasmare l'individuo, a fargli credere che certe cose siano vere, perché non si ha il tempo né la possibilità di controbattere. Questo aspetto lo si riscontra anche nella nostra società. Quante volte anziché indagare a fondo su una faccenda, la si prende per vera solo perché vista in tv e trasmessa con forza dai media? Si diventa così assuefatti dai personaggi televisivi, dalle loro chiacchiere, dalle immagini che ci fanno passare e che spesso risultano false, che si perde invece il contatto con la realtà. E inizia anche a mancare la comunicazione nel nostro quotidiano, con persone che abbiamo vicino, e che conosciamo.

     

La lettura, invece, aiuta a comprendere molte cose della vita, a formulare dei pensieri propri, a riempire anche il nostro animo di varie emozioni. Ci aiuta a riflettere, ci permette di avere una voce, di analizzare le varie sfumature del mondo, della nostra realtà. Spesso, ci aiuta anche a comprendere delle ingiustizie portate avanti da politici, o fanatici. Ci permette di avere una propria visuale delle cose, anziché correre dietro al tizio di turno come delle pecore dietro a un pastore. Proprio per questo viene vista come un crimine, come un male da estirpare. Va bruciato tutto, per purificare, per permettere a tutti di essere felici allo stesso modo, di non creare disordini, di non portare problemi al governo. Ma le persone sono veramente felici? È ovvio che la risposta sia negativa. Se si mettono in contrapposizione Clarisse e Mildred - la moglie di Montag - vediamo due persone totalmente diverse. Da un lato abbiamo una ragazzina viva, aperta alla bellezza del mondo, capace di osservare anche le più piccole cose con attenzione, con cura. Una giovane che ha il desiderio di conoscere cose che non sa, che chiede molte volte il perché delle cose. Clarisse brilla di luce. Dall'altra abbiamo Mildred, che sin dalle prime pagine di presentazione appare come un essere grigio, cupo. La donna è l'esempio concreto di cosa porti una società simile. Sembra apatica, non riesce a comunicare davvero con suo marito, non sa ascoltare. È così presa da quei video, da quei personaggi che reputa quasi una famiglia, da non accorgersi di nulla, di quanto in verità la sua vita sia vuota, persa, senza neanche una scintilla di luce. Ed è triste. Provi davvero pena per questa donna, e anche una sorta di rabbia nel vedere come non riesca a reagire.

     

Sapete perché libri come questo siano tanto importanti? Perché hanno sostanza. Che cosa significa in questo caso “sostanza”? Per me significa struttura, tessuto connettivo. Questo libro ha pori, ha caratteristiche sue proprie, è un libro che si potrebbe osservare al microscopio. Trovereste che c'è della vita sotto il vetrino, una vita che scorre come una fiumana in infinita profusione. Maggior numero di pori, maggior numero di particolarità della vita per centimetro quadrato avrete su un foglio di carta, e più sarete “letterario”. [...] I buoni scrittori toccano spesso la vita. I mediocri la sfiorano con una mano fuggevole. I cattivi scrittori la sforzano e l'abbandonano

.         [SPOILER SUL FINALE]  

A differenza di un libro come 1984 di Orwell, dove quel senso di oppressione e negatività non svanisce neanche nel finale, ma anzi ti abbatte del tutto, qui ho scorto una speranza sul futuro. Bellissima l'immagine di questi uomini che diventano in un certo senso i depositari del sapere, che ricordano a memoria quei libri che sono stati bruciati, e che vogliono cercare di condividerli, per non permettere che tutto ciò vada perso. Nella prima edizione del romanzo il titolo italiano era Gli anni della fenice, che viene anche citato nel libro. E sì, come una fenice si lascia bruciare per poi rinascere dalle sue ceneri, così in quel mondo ormai di cenere c'è la speranza di una nuova vita.

Insomma, mi sono lasciata andare alle mie riflessioni, che non so se siano errate o meno, ma è quello che ho provato leggendo questo libro, che naturalmente consiglio!      
3760025 Fahrenheit 451, di Ray Bradbury Casa editrice: Mondadori Traduzione di: Giorgio Monicelli Pagine: 195 Prezzo: 6,20 euro Voto: ♥♥♥♥,5                        

499071022 BONUS - Il mio consiglio su un altro distopico che rientra nel genere trattato in questo mese: 1984 di George Orwell. Uno dei miei preferiti. Un libro che mi ha fatto molto, molto male. Ma che va letto. Vi lascio il link al mio vecchio blog, così potete leggere i miei pensieri, se vi va.

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