Primo Levi - Graphic Novel di Matteo Mastragostino e Alessandro Ranghiasci - Recensione

29 lug 2019

Libri

   

Di ritorno dalle mie amate Marche, in attesa del treno per Milano - e poi per Torino -, ho trovato in edicola un graphic novel che ha subito attirato il mio interesse. Se vi dicessi Primo Levi?

Devo ammetterlo. Purtroppo ancora non ho avuto modo di leggere i suoi libri - pur conoscendo lui, la sua esperienza, i suoi scritti ovviamente - ma ho deciso comunque di prendere questo libro e l'ho divorato in neanche un'ora.

   

Quante volte li ho scritti... in quanti incubi mi sono apparsi! Uno... sette... quattro... Sapete bambini, quando avevo la vostra età amavo molto i numeri. cinque... uno... e per finire, sette. ... ma non potevo immaginare che ne avrei portati sei sul braccio per tutta la vita.

     

Un uomo anziano scrive dei numeri su una lavagna, numeri che poi rivelerà essere incisi anche sul suo braccio. Simili a un semplice tatuaggio agli occhi dei bambini, ma in verità, monito e ricordo doloroso di un passato che non si può dimenticare e a cui non si dovrebbe mai tornare. Un'esperienza terribile, umiliante, disperata nei lager di Auschwitz e Monowitz. Quell'uomo è Primo Levi.

Così inizia questo graphic novel ideato da Matteo Mastragostino con disegni di Alessandro Ranghiasci che immagina l'autore del "Se questo è un uomo" e altre importanti opere, in una scuola. Proprio quella da lui frequentata da ragazzo, per parlare della sua esperienza nei campi di concentramento.

       

L'idea di quest'opera nasce proprio da una domanda dell'autore: cosa avrebbe potuto dire Levi a un bambino? E le risposte, come esprime anche alla fine del volume, Mastragostino le ha trovate nei libri di Levi, nelle sue interviste e nelle sue dichiarazioni, ma ha integrato il tutto anche attraverso ciò che gli altri hanno detto o scritto di lui.

Ed è così che Primo Levi fa ritorno - in questo fumetto pubblicato da BeccoGiallo che potete trovare in questi giorni in edicola con La Repubblica - nella sua scuola d'infanzia, per poter parlare a dei bambini. Esseri spensierati e felici, che non hanno mai dovuto affrontare una guerra, il terrore delle bombe, la paura. Bambini anche un po' sfrontati che paragonano il lager alla scuola, non comprendendo che la scuola serva a rendere liberi!

In queste tavole tutte in bianco e nero, viene narrata anche della sua partecipazione alla resistenza in Val D'Aosta, della sua amica preziosa Vanda Maestro, di un terribile evento che peserà per sempre nel cuore di Levi - l'uccisione di due giovani da parte dei compagni della resistenza - la delazione che porterà alla cattura del loro piccolo gruppo, per poi essere trasferiti nel campo di transito di Fossoli e infine deportati ad Auschwitz. Levi rivela ai ragazzi che la sua sopravvivenza fu possibile anche per vari colpi di fortuna: grazie alla sua laurea in chimica poté lavorare in un laboratorio, un uomo - non detenuto - lo aiutò in più di un'occasione, e inoltre sottolinea l'importanza della conoscenza delle lingue - in particolare il tedesco - che fu uno dei motivi di vita o di morte nel lager.

Nelle tavole, infatti, da notare è l'uso di diversi idiomi: dalla lingua tedesca, al dialetto Piemontese. Il tentativo è quello di far comprendere ancora di più al lettore quanto potessero sentirsi smarriti tutti coloro che non conoscevano la lingua.

I disegni, come dicevo, sono tutti in bianco e nero e con linee curate e ricercate Ranghiasci riesce a colpire, quasi a svelare l'anima dei diversi personaggi. Ci sono disegni molto duri che mostrano la disperazione dei prigionieri dei campi di concentramento, i corpi sempre più magri, scheletrici, le lacrime, gli occhi smarriti e pieni di orrore. L'incredulità e poi rassegnazione nel comprendere di non essere più persone, ma numeri. Inoltre, pian piano arrivano a perdere anche la loro anima. Lo scopo primario di ogni recluso diventa quello di vivere un giorno in più, di sopravvivere, anche se questo comporta il mandare a morire i propri fratelli.

Tra le mostruosità delle tavole riferite a quella terribile vicenda, a quel fatto storico che non dovrebbe mai essere dimenticato, c'è anche un gesto bellissimo dei bambini, in una delle grafiche che a mio parere più commuove. Quasi un'espressione di quanto un atto di bontà possa veramente aiutare le persone.

È un graphic novel che consiglio con tutto il cuore. Si legge veramente in un soffio, ma ti lascia dentro tanto. Un'idea molto molto bella. Un altro modo per trasmettere un messaggio forte che, soprattutto in un'epoca simile, non andrebbe mai rimosso dalla nostra conoscenza. Perché non è solo il ricordo di un olocausto, di un periodo del terrore, ma anche un monito, una riflessione sul fatto che la storia può ripetersi, se le persone non aprono davvero gli occhi di fronte al diffondersi dell'odio per quello che viene definito diverso.

Alla conclusione delle tavole, oltre a una spiegazione dell'autore sul suo lavoro, potete trovare anche la cronologia della vita di Primo Levi, un elenco - completo di biografia - dei personaggi citati, e una lista di siti e libri per saperne di più.

Un libro che non può mancare nelle vostre librerie! Da far leggere anche ai ragazzi, per non dimenticare.

   

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre. Primo Levi.

     

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Primo Levi, graphic novel di Matteo Mastragostino e Alessandro Ranghiasci Casa editrice: Becco Giallo - edizione speciale con la Repubblica Pagine: 125 Prezzo: 9.90 euro Voto: ♥♥♥♥ ½
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