Mi sono un po' tenuta lontana dal blog in questi giorni, perché nell'ultimo weekend era festa a Torino e ho cercato di godermi diversi eventi. Per alcuni sono rimasta molto colpita, altri mi hanno delusa (vedi voce “droni”), e l'afa assurda non mi sta aiutando. Succede anche a voi di sentirvi costantemente stanchi e aver solo voglia di dormire o comunque non far nulla? È una cosa che odio, perché vorrei fare molte cose e invece crollo. Comunque, oggi mi metto d'impegno e vi propongo una nuova recensione. La Mondadori mi ha gentilmente inviato due graphic novel che ho richiesto. Due titoli che ho tanto amato e che avevo una gran voglia di scoprire in queste nuove vesti.
La Fattoria degli animali di George Orwell con tavole di Odyr l'ho praticamente divorato nel giro di neanche un'ora. È un graphic novel che si legge davvero velocemente, perché sono ripresi solo gli estratti più salienti del libro, eppure bastano per riuscire a far emergere un'opera meravigliosa quanto dura che tutti dovrebbero leggere. Del romanzo di Orwell ve ne ho già parlato qui. Come anche 1984, i libri di quest'autore fanno molto riflettere e anche provare una certa dose di rabbia. C'è molta attualità nei suoi scritti, anche se ovviamente i suoi sono degli “attacchi” ai regimi dittatoriali della sua epoca. Leggendo le sue pagine però, io ho sempre provato dei brividi assurdi nel notare quanto tutto ciò non sia poi tanto differente dalla nostra realtà.
Ne La fattoria degli animali sono questi ultimi i veri protagonisti. Siamo nella fattoria padronale del Signor Jones e qui tutti gli animali vengono chiamati a raccolta dal Vecchio Maggiore, il maiale più anziano e saggio, che vuole svelare loro il sogno fatto e la sua idea di rivoluzione. La vita degli animali è ben misera, tutta dedita al lavoro, e nel momento esatto in cui l'energia viene meno, l'uomo pone fine alla loro esistenza. Sofferenza e schiavitù sono quindi da combattere per avere la libertà. Combattere contro il loro unico nemico: l'uomo.
Perché... “Tutto ciò che va su due gambe è nemico. Tutto ciò che va su quattro zampe, o possiede ali, è amico.”
Il Vecchio Maggiore, però, invita anche a non assomigliare mai al loro nemico: nessun animale dovrà mai vivere in una casa, dormire in un letto, indossare i vestiti, bere alcolici o compiere qualsiasi altra attività umana, in quanto tutte le abitudini degli uomini sono malvagie. E soprattutto...
“Tutti gli animali sono uguali!”
L'idea del Vecchio Maggiore sembra bellissima e in qualche modo, dopo la sua morte, gli animali riescono ad attuarla. Cacciano il loro fattore e si appropriano della fattoria, cambiandone il nome in “Fattoria degli Animali”, appunto. A guidarli ci sono i maiali (sostenuti dai cani), animali considerati più intelligenti e adatti. In particolare a prendere le redini di questa ribellione e nuova forma di vita sono Napoleone e Palladineve. Vengono poi istituite delle regole da rispettare. E in un primo tempo tutti sembrano godere di questa rinnovata e squisita libertà.
Nel pensiero di Orwell però, questa apparente favola, si trasforma in qualcosa di terribile: perché tutte le rivoluzioni sono destinate a trasformarsi in una nuova dittatura. E questo succede quando Napoleone prende ben presto un ruolo decisamente importante, cacciando il suo rivale Palladineve e iniziando a stravolgere tutte le regole, fino a far perdere i veri ideali, e trasformandosi pian piano in un nuovo dittatore, e tornando a una realtà non così diversa da quella iniziale. Attraverso l'uso della violenza, l'abilità di Piffero nel persuadere le persone mostrando come verità delle cose false, puntando soprattutto sull'ignoranza delle “masse”, delle persone - o meglio animali in questo caso - semplici, quella libertà per la quale hanno tanto lottato, via via si perde. Orwell con questo romanzo tentò di fare un attacco satirico alla politica di Stalin, alla Russia a quel tempo alleata con la sua Inghilterra. Ma anche alla sua patria, al governo inglese che non accettò subito di pubblicare la sua opera, per non andare contro i suoi alleati. Ci sono delle vere e proprie allusioni a eventi e personaggi storici. Dopo aver letto 1984 e La fattoria degli animali posso dire con certezza di amare la sua scrittura. Perché nella sua semplicità trasmette tantissimo. E a fine lettura mi sono sempre ritrovata a provare così tanta rabbia e anche tristezza. Parlando più nello specifico di questo graphic novel, posso dire che mi è piaciuto. A mio parere riesce a rappresentare bene il libro, a trasmetterne il messaggio e la trama in maniera chiara. Da un punto di vista soggettivo, non ho amato molto i disegni, lo ammetto. Allo stesso tempo, però, li ho trovati molto, molto, originali! Non sono un'esperta di fumetti, ma non ne ho visti di simili. E questo l'ho apprezzato. Più che al disegno, si dà importanza al colore: come se fossero tante pennellate unite a creare forme umane e animali, senza contorni ben definiti. Ai colori più tenui dedicati ai momenti più gioiosi, soprattutto nella prima parte, si contrappongono quelli più sanguigni e cupi presenti soprattutto durante le punizioni ed esecuzioni e le scene di battaglia, con conseguenti morti. In alcuni casi l'uso di queste pennellate permette di avvertire chiaramente la fame provata da alcuni animali (si scorgono le ossa) in contrapposizione ai maiali sempre più grassi. Anche in questo caso il personaggio che ti entra più nel cuore è Boxer/Gondrano. A lui, per me, sono dedicate alcune tavole più intense. E non puoi non provare una fitta di dolore ancora una volta. Mi è mancata un po', però, la presenza di Berta/Trifoglio.
In definitiva, il graphic novel di Odyr mi è piaciuto, per come è stato impostato, per aver dato risalto a una storia meravigliosa, e anche se i disegni non rientrano molto nei miei gusti personali li ho trovati originali. Lo consiglio, soprattutto perché la ritengo un'ottima idea per far avvicinare tutti al mondo di Orwell. Iniziare a leggere i suoi libri in queste vesti, per poi arrivare ai suoi romanzi distopici che devono essere letti, perché vi resteranno per sempre impressi sottopelle.
Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri.