Emozioni in Musica: Ermal Meta & GnuQuartet al Teatro Colosseo di Torino - Concerto

28 mar 2019

Musica e Film

 

Lunedì non è stata una giornata facile.
Dovevo tornare a Torino dopo aver trascorso un bellissimo weekend a casa, nella mia Ascoli Piceno, cercando di passare più tempo possibile con la mia famiglia. Ma, ovviamente, non poteva procedere tutto benissimo, no? Non sarebbe la mia vita, altrimenti. Ebbene, a pochi minuti dalla partenza da Ancona, il treno si è fermato per due ore a causa di un incendio. Rabbia, ansia, dispiacere profondo. Perché quella sera avrei avuto un concerto.
Dopo quattro treni, tre cambi, dodici ore di viaggio, una corsa a casa e un cambio rapidissimo, però, siamo riusciti a sederci sulle poltroncine del Teatro Colosseo di Torino, e la magia ha spazzato via, come un alito di vento, tutto il malessere della giornata.
Vi ho già parlato di Ermal Meta in questo blog, ho già visto due suoi concerti, ma questo è stato davvero magico, poetico, divertente. Quel tipo di concerto che piace a me.
Amo l'aspetto più "acustico". Non disdegno quei concerti in piedi, nelle piazze, pieni di energia e voglia di saltare, sia chiaro, ma sono sempre più attratta dai brani più lenti, da quelle poesie in musica, da quel tocco delicato di suoni e armonie. Se poi unisci la chitarra classica, al piano, ai suoni degli archi, racchiudi tutto quello che più amo. Sapevo che avrei vissuto un bellissimo sogno, ma è stato tutto così bello, anche più di quanto mi aspettassi, che non è facile esprimerlo a parole. Però, ci proverò.

 

Appena arrivati, c'era già Cordio - insieme a Davorio - sul palco, deliziando il pubblico con i suoi brani. Lo avevo già ascoltato all'apertura del primo concerto a cui ho partecipato, e mi era rimasto impresso. Un ragazzo semplice, dagli occhi luminosi, e da quella voglia di far conoscere la sua passione al pubblico. Mi ha trasmesso fin da subito tenerezza e semplicità, due doti che a me, personalmente, piacciono molto. Sin da principio, comunque, ho subito capito che quest'ultima data del tour nei teatri sarebbe stata forse un po' diversa, e sicuramente dotata di un pizzico di risate in più. Ermal, infatti, è comparso all'improvviso sul palco, ha bevuto un po' d'acqua ed è tornato dietro le quinte. Poi, rieccolo con GnuQuartet e resto dello staff tecnico ricomparire sul palco, muovendosi divertiti. Come ha detto poi, solitamente nell'ultima tappa dei tour, amano farsi scherzi. Il bello dei gruppi affiatati che diventano poi una famiglia, no?
Cordio è un cantautore delicato che vi consiglio di tenere d'occhio. Sono sicura che accanto e grazie a Ermal riuscirà a farsi strada in questo difficile mondo della Musica. E glielo auguro, vivamente.

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Concluse le canzoni, il sipario è stato chiuso e dopo qualche momento di attesa, ha avuto inizio la magia portata in scena non solo da un Ermal Meta in ottima forma - di cui ormai conosco le doti e il talento - ma anche da un gruppo di musicisti superbi e meravigliosi che purtroppo ho conosciuto solo ora: gli GnuQuartet! La vera sorpresa della serata. Bravi, bravissimi, ma anche pazzi. Sì, sono completamente fuori di testa, e hanno contributo tantissimo a farmi ridere in più di un'occasione.

 

Come state? Io, lo vedremo dopo. Ogni fine porta dentro di sé la gentilezza del sole che tramonta e quella gentilezza fa un po' più male delle altre cose.

 

Il teatro si è trovato ben presto al buio, segno inequivocabile che il concerto stava per iniziare. Il sipario di nuovo aperto, e pian piano le luci del palco hanno illuminato dapprima i quattro musicisti, e poi Ermal che, dal piano, ha iniziato a suonare e intonare la bellissima Voce del Verbo, dando così avvio all'ultimo concerto di questo tour.

Ho scelto di non ascoltare né vedere nulla prima, per lasciarmi sorprendere, ma in cuor mio ho tanto sperato di poter sentire alcune canzoni che fino a ora avevo potuto ascoltare solo in video. Ebbene, le ha fatte tutte, con mia grandissima gioia ed emozione!

Ed è così che ho potuto sognare finalmente con Quello che ci resta, Niente che ti Assomigli, Sperare, Due Lacrime e Invecchio. Canzoni che, insieme alla mia amatissima Piccola anima, mi sono entrate profondamente nel cuore. Brani di fronte ai quali è stato difficile trattenere le lacrime.

Un mix di brani non solo presi dai suoi tre dischi da solista (Lettera a mio padre, Caro Antonello, 9 primavere, Le luci di Roma, Bob Marley, Dall'alba al tramonto, Umano, Volevo dirti, Mi salvi chi può, Un'altra volta da rischiare, Molto bene molto male, Voodoo Love, Non abbiamo Armi, Vietato Morire, Non mi avete fatto niente, Ragazza Paradiso, Schegge e A parte te. - sperando di non averne tralasciato nessuna!), ma anche dal repertorio de La Fame di Camilla, e qualche cover: dall'ormai conosciuta Amara Terra Mia, a Sweet Dreams, Billie Jean (con tanto di balletto sul palco da parte di tutto il cast tecnico), e Unintended dei Muse.

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Si avvertiva una sorta di tristezza per essere arrivati alla fine di un bellissimo percorso, malinconia però stemperata dalla follia: dalle battute di Ermal Meta,  alla sorprendente e splendida allegria degli GnuQuartet, arrivati sul palco, a un certo punto, senza pantaloni, con parrucche assurde e occhiali dai colori fluo, creando non poche difficoltà al cantautore, che in più di un'occasione si è ritrovato a ridere mentre cantava. Ma del resto, come era possibile rimanere seri e concentrati?
Altri momenti divertenti sono stati i contatti di Ermal con il suo pubblico, soprattutto nel cercare e parlare con i pochi uomini presenti - sicuramente portati lì, costretti dalle proprie donne, come ha detto, ma che sperava di colpire positivamente (anche io ho portato il mio ragazzo, e gli è piaciuto molto. Ecco); o quando hanno suonato versi di gabbiani con viola e violino mentre Meta faceva il suono del mare - che poi si è addormentato, perché anche il mare dorme!. Ce ne sono stati sicuramente altri, perché, accanto alle forti emozioni che la sua musica può donare, ho riso tantissimo, e trascorso delle ore molto, molto, piacevoli, nonostante la gran stanchezza dopo un viaggio estenuante.

Mi è dispiaciuto avvertire una sorta di malinconia nel parlare de La fame di Camilla, il suo vecchio gruppo. Quando ha citato Niente che ti Assomigli, sono partiti spontanei gli applausi, applausi che però a lui sono sembrati quasi falsi. Un aggettivo che io non avrei mai detto. Falsi, perché all'epoca erano ben pochi i fan sotto i loro palchi. Ecco, io - ma è un mio pensiero - ci ho letto tristezza nelle sue parole. Perché quel bellissimo progetto che stava portando avanti con i suoi amici e fratelli di musica (Giovanni Colatorti, Dino Rubini e Lele Diana), purtroppo non ha avuto il successo meritato. E solo ora, dopo anni, finalmente la loro musica è stata riconosciuta e amata da un numero sempre più alto di persone. Mi dispiace, moltissimo. Perché, ammetto di essere tra quelli che non li conosceva proprio, e ho perso canzoni meravigliose, brani che, invece, ora amo forse un pochino di più di altri recenti, e che hanno ormai un posto speciale nel mio cuore. Ecco, è un peccato scoprire tardi dei talenti, vedere le loro ali spezzarsi. Però, come ha detto anche lui, quella sua scelta, quel suo percorso lo ha portato ad avere altro. Un successo grande, e dei tour magici che hanno lasciato tanto non solo nei cuori dei suoi numerosi fan, ma anche certamente nel suo. A volte la vita ci riserva percorsi diversi, scelte non facili, ma che poi sorprendono in maniera nuova. E la musica, purtroppo o per fortuna, arriva a ognuno in modo e tempi diversi. L'importante è che arrivi, e che nutra il cuore di emozioni. No?

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Tutti i brani hanno indossato un abito nuovo, fatto di archi, pianoforte e chitarra - con suoni di batteria e basso registrati (? - dal punto di vista tecnico non ho competenze, scusate!), che però a me e al mio ragazzo non sono stati troppo graditi. Son sincera, sebbene abbiano contribuito a donare quel tocco in più di energia che ci vuole in determinate canzoni, avrei preferito che fosse completamente lasciato tutto ai suoni del violino, viola e violoncello, del flauto, del pianoforte e della chitarra acustica. - , e io li ho trovati ancor più belli, in molti casi. Brani che mi piacevano meno di altri, in questa nuova sfumatura, mi hanno colpita molto di più.
Un abito nuovo, più delicato, più armonioso forse, più elegante e magico. Impreziosito dall'infinito talento degli GnuQuartet:  Raffaele Rebaudengo (viola), Francesca Rapetti (flauto), Roberto Izzo (violino) e Stefano Cabrera (violoncello). Mi hanno sorpresa, rapita, ammaliata. E spero di riuscire a seguirli molto di più.

Le luci e gli effetti di quella sorta di lampioni (quei lampioni preferiti tanto dal Meta nei suoi brani?  - Io non amo le stelle, preferisco i lampioni... - Sono rimasta colpita dal fatto che ne fosse rimasto uno, al "come vola via una bolla".) che si muovevano a tempo di musica e parole, mi sono piaciute, anche se a tratti purtroppo hanno provocato un po' di fastidio agli occhi, quando venivano rivolte in alto, verso di noi, e non vedevi quasi più nulla. Unica nota un po' stonata, in una serata magica in ogni singolo momento.

Ringrazio Ermal, Cordio&Davorio, e gli GnuQuartet per avermi permesso di vivere una serata speciale accanto al mio amore.
E noi ci rivediamo dopo la pausa.

Voi, se potete e volete seguirlo ancora, trovate altri due appuntamenti:

  • 4.04 Trezzo sull'Adda - Live Club
  • 20.04 Forum di Assago, per concludere questo viaggio nel giorno del suo compleanno.

Biglietti su Ticketone

 

 

 

 

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