Io parlo di sogni.
Quei sogni che smettono di rimanere sfuggevoli come l'aria e, a volte, si trasformano in una bellissima realtà.
Oggi, finalmente, voglio parlarvi di musica. Di un concerto meraviglioso a cui ho preso parte una settimana fa.
Lo so, sono in ritardo nel parlarne, ma sono quel genere di persona che prima si occupa dei doveri e poi dei piaceri. E poi, insomma, non sono una giornalista che viene pagata per scrivere un articolo il giorno dopo, ma una semplice Sognatrice che vuole condividere con quante più persone possibili le proprie passioni.
Dicevo. Parlo di un concerto: quello dei Negramaro.
23.02.2019 PalaAlpitour.
Una data da segnare e imprimere nel cuore e da conservare tra i ricordi più belli. Perché la vita alle volte sa donarti delle gioie, che arrivano grazie a persone che dimostrano ogni giorno di amarti, e vogliono solo che tu sia felice.
Questo concerto è stato il dono di compleanno del mio ragazzo. Dovevamo andarci a novembre, ma per chi sa un po' la storia di questo gruppo, Lele ha rischiato molto, e hanno dovuto rimandare tutto.
Per fortuna la sua forza e l'amore immenso dei suoi compagni di viaggio e di tutti i fan che si sono uniti quasi in un unico, grande, cuore, lo ha riportato a noi, alla vita. Lele non poteva lasciarla così presto. Ha ancora tanto da dare musicalmente parlando, ma poi... la stessa vita a cui si è aggrappato con forza, gli ha donato un figlio che deve crescere e amare. Insomma, Lele è tornato e in questo nuovo anno è iniziato il tour.
Purtroppo non ha ancora la possibilità di fare tutte le date e, infatti, a Torino non era proprio presente. Ma suo fratello Giacomo è davvero bravissimo e tanto lo ricorda, e poi, in fondo, c'era sempre sul quel palco. Presente nelle parole di Giuliano che non ha mai smesso di nominarlo, visibile nei video sullo sfondo, ma anche nei cuori dei fan, che proprio dei cuori di carta con il suo nome hanno sollevato ben presto in alto.
Se penso ai Negramaro, mi torna alla mente un bel ricordo di molti anni fa. Non erano ancora famosissimi e ci fu un loro concerto nella mia piccola città - Ascoli Piceno -. Io avevo deciso di andarci con un'amica del tempo - attualmente per me neanche esiste più - pur non sapendo quasi nessuna canzone, a parte alcune eccezioni (come Parlami d'amore, canzone tormentone di quell'anno). Ed è lì che è scoccata la scintilla.
Giuliano e la sua follia, l'energia e la musica. Un gruppo particolare che mi ricorda tanto altri ragazzi a cui auguro di avere lo stesso successo.
Ricordo che ogni volta che partivano le prime note, tutti urlavano, mentre io restavo un po' perplessa e a disagio. Insomma, non le sapevo! Eppure, alla fine, non è importato. Perché anche se non sai tutti i testi a memoria, quello che conta è lasciarti trasportare dalla musica, emozionarti, e passare qualche ore felice, lontana dalla realtà di tutti i giorni, come sospesa in un altro mondo.
Sospesa in un altro mondo.
Così mi sono sentita sabato.
Felice, emozionata, sentivo tutta la loro energia, ma non solo.
Se dovessi usare una parola per descrivere quel che ho vissuto, quella parola sarebbe AMORE.
L'amore del mio ragazzo per me, nel farmi quel regalo e accompagnarmi, pur non conoscendoli così tanto.
L'amore per Lele, che ho menzionato prima.
Il legame unico che lega quei "ragazzoni", che è tangibile, evidente, e molto molto forte. I Negramaro sono una vera famiglia, lo si avverte, ed è bellissimo. Amo le band legate da sentimenti così forti, da una bellissima amicizia, così forte da sentirsi come fratelli.
L'amore che si respira nelle loro canzoni, e quello di Giuliano per la sua famiglia, per la sua compagna che ci ha detto aver conosciuto proprio a Torino, e per il frutto del loro amore, la piccola Stella.
L'amore, infine, dei fan... che non hanno smesso di attenderli, anzi. Senza sapere le sorti di Lele, in fondo, non si poteva andare avanti.
Il concerto è stato pazzesco. Davvero.
Non solo per la musica, e il loro talento immenso, ma anche per tutta la struttura che hanno creato, da una serie di elementi mobili che modificano continuamente la scena, ai visual, video anche molto emozionanti, dove si susseguono vari elementi: dalle piume - molto presenti anche negli ultimi video - agli uccelli, alle bolle e alla presenza di una bambina, al mare. Quel mare che hanno portato anche a Torino, dove se ne avverte costantemente la mancanza.
Quel mare che è di tutti!
È stato un flusso continuo - intervallato da bellissime parole da parte di Giuliano - di successi di ieri e di oggi. Dalle bellissime canzoni dell'ultimo album (come Fino all'imbrunire, La prima volta, Amore che torni, Per uno come me - intensa e molto significativa! - Mi basta, Ci sto pensando da un po'...), a quelle degli anni passati, che ci mi hanno spinta a emozionarmi (come per Attenta, Basta così, Solo per te, Solo 3 minuti, l'Immenso), o di ballare e scatenarci, con i bellissimi Estate, Parlami d'amore (che mi ha fatto fare un tuffo nei ricordi della mia prima volta con loro), fino a concludere con Mentre tutto scorre e Nuvole e lenzuola. Un pieno e proprio vortice di energia, di coinvolgimento, di gioia, di emozioni.
Ovviamente quelli citati non sono tutti i brani, ma solo alcuni.
Uno dei momenti più commoventi è stato sicuramente l'omaggio/ricordo a Dolores O'Riordan, cantante dei Cranberries andata via troppo, troppo presto, con cui Giuliano ha avuto la possibilità di realizzare la meravigliosa "Senza fiato".
Nello sfondo, in quella serie di visual che si susseguivano rendendo il concerto una pura magia, sono rimasta anche molto colpita da un monologo che poi ho scoperto essere stato preso da Charlie Chaplin e che vi propongo per intero. Lo ammetto, avevo le lacrime agli occhi, perché in fondo mi ha toccata nel profondo. Per tutte quelle volte in cui vorrei arrendermi per le mie troppe paure e ingiustizie, per quando non trovo il modo e il motivo per battermi. Quando un motivo c'è: è la vita stessa, che per quanto possa essere complicata e possa farti soffrire, è un'avventura da vivere con coraggio.
Per che cosa dovrebbe battersi? Per tutto!
Per la vita stessa.
Non le basta, forse?
Per viverla, soffrirla, goderla.
Per che cosa battersi?
La vita è una bella magnifica cosa. Anche per una medusa.
Per che cosa dovrebbe battersi? Ma c'è una cosa altrettanto inevitabile quanto la morte, ed è la vita.
Viva, viva, Viva!
Pensi alla forza che è nell'universo, che fa muovere la terra e fa crescere gli alberi.
C'è la stessa forza dentro di lei. Purché solo abbia il coraggio e la volontà di usarla. - Le luci della ribalta, Charlie Chaplin.
Vita, amore, coraggio, legami forti, sogni.
Tutte queste parole possono riassumere quanto ho vissuto.
Non smetterò ma i di ringraziare il mio amore per questo sogno realizzato, e ogni singolo membro dei Negramaro, perché mi hanno donato tantissimo e su quel palco hanno portato non solo la loro musica, ma molto molto di più. Sentimenti così belli e profondi, un amore immenso che non potrò mai dimenticare e conserverò sempre nel cuore.
A volte può sembrare che tutto sia finito
Un attimo dopo ti guardi le mani
le sollevi al cielo
e copri le nuvole,
afferrandole le riporti giù
nascondendole dietro la schiena
in un prossimo sole
fino su all'imbrunire
per vedere meglio le stelle
che domani sarà ancora un nuovo inizio