Ernest e Celestine, Daniel Pennac - Recensione

28 gen 2019

Libri

 

Le letture di Gennaio si sono rivelate tutte molto, molto belle. Sono pienamente soddisfatta delle mie scelte, perché questi libri mi hanno donato tanto. Attualmente ho in lettura "La lista" di Thomas Keneally, un romanzo-biografia di Oskar Schindler, l'industriale tedesco cattolico amante del lusso e delle belle donne, che contribuì a salvare migliaia di ebrei dalla morte certa in un campo di concentramento. Una lettura perfetta per questi giorni. Oggi, però, voglio parlarvi di un libro molto più "semplice", più dolce, e divertente con il quale ho voluto intervallare delle letture più forti e tristi: Ernest e Celestine di Daniel Pennac.

Quando ho visto questo libro nella libreria del mio ragazzo, ho provato subito una certa curiosità. Un'amicizia tra una topolina e un orso? Perché non entrare nel loro mondo e scoprire così come è nata? Così ho fatto, e me ne sono innamorata. Davvero una bella favola per i più piccini, ma anche per i più grandi: per quel bambino che ancora vive in ciascuno di noi.

Il libro inizia subito con la presentazione della piccola topolina Celestine, del grande orso Ernest e dell'Autore che narra le loro vicende. Ebbene sì, il libro oltre a una narrazione degli eventi della vita di questi due personaggi, intervalla anche dei dialoghi tra Ernest, Celestine, l'Autore ma anche il Lettore! Questo è stato forse l'aspetto più divertente, in un certo senso.

 

Ciao. Io sono Celestine. Sono un topo. Anzi, "una topolina" Ci avete fatto caso che tutti dicono sempre "un Topolino, una topolina"? Quando non hanno paura , ovviamente. Perché se invece hanno paura ci indicano urlando: "UN TOPO! UN TOPO!". Gridano come se avessero trovato un orso in bagno. E ci inseguono con la scopa. Be', i più coraggiosi... Gli altri saltano su una sedia e continuano a gridare: "UN TOPO! UN TOPO!". Ciao. Io sono Ernest. Sono un orso. Anzi, "un grande orso". Avete notato che tutti dicono sempre "un grande orso"? Quando non hanno paura ovviamente. Perché se hanno paura, se per esempio ci incontrano nel bosco, ci indicano gridando: "UN ORSO! UN ORSO!", urlando come se avessero visto un esercito di topi in cucina. E scappano via di corsa. Insomma, i meno cattivi. Perché gli altri ci prendono a fucilate. Proprio così, a fucilate!

 

Dai deliziosi disegni della sua amica d'inchiostro, d'acquarello e di carta, Gabrielle Vincent, Pennac elabora un romanzo pieno di tenerezza che tocca le corde del cuore. La storia di Celestine, una topolina del mondo di sotto, destinata a diventare dentista - come vuole la rigida società - ma nel cuore il sogno di diventare pittrice; e di Ernest, un orso del mondo di sopra amante della musica e del canto, discendente da una famiglia di orsi giudici. Due mondi, all'apparenza simili, ma distanti, che non possono entrare in contatto. Perché alla vista dei topi, gli orsi impazziscono di paura; mentre ai topini, sin dalla più tenera età, viene inculcata nella testa l'idea che esista un Grande Orso Cattivo pronto a divorarli. Mondi che, però, entrano ben presto in contatto grazie a un incontro tra Ernest e Celestine, a un cesto della spazzatura dove la topina viene trovata. Da quel primo incontro, si svilupperà un rapporto che diventerà via via più profondo, più intenso. Entrambi dovranno scappare dai poliziotti dei loro rispettivi mondi, perché accusati l'uno di aver mangiato tutti i dolciumi del negozio "Il re dei dolciumi", l'altra di aver portato il Grande Orso Cattivo nel mondo di sotto, mettendo a rischio tutte le vite dei suoi abitanti. Entrambi di aver rubato tutti i denti della Clinica Dente per Dente. Sì, perché Celestine è una topina che con il suo zainetto bianco ogni notte si reca nel mondo di sopra per rubare i dentini dei piccoli orsetti e portarli nella Clinica Bianca, dove verranno creati nuovi denti per i topi più anziani. Ernest, invece, non riuscendo a vivere della propria musica, e non seguendo il percorso dei suoi avi, ha fame. E questa fame lo porta a divorare tutti i dolciumi del negozio. E così, costantemente inseguiti dalla polizia, i due protagonisti cercano di aiutarsi a vicenda, e raggiungono la casa nel bosco dell'orso, dove vivono insieme tutto l'inverno fino alla primavera. Qui, nonostante i loro scontri, i loro battibecchi, si prendono cura anche l'uno dell'altra (delizioso Ernest che tranquillizza la piccola Celestine dopo un incubo:

- Mi hanno cacciata! Nessuno mi ama, sono sola al mondo... Ernest ora la teneva davanti a sé, con le braccia. La guardò dritto negli occhi. - Come sarebbe, nessuno ti ama? E io, allora? Non conto niente? - Non ho più un posto, una casa. Ernest, io... - Come sarebbe, non hai una casa? E casa mia non è forse una casa? Casa mia è casa tua, Celestine!

o quando Celestine si prende cura dell'amico malato.) Gesti deliziosi e pieni di tenerezza. Ma con l'arrivo della primavera, tornano i pericoli. Ed è così che i due vengono catturati e processati: Celestine dagli orsi nel mondo di sopra, Ernest, dai topi nel mondo di sotto. Ma entrambi, grazie alla loro amicizia, e a un gesto di coraggio e amore, si proteggeranno a vicenda e dimostreranno quanto l'amicizia anche tra mondi e persone del tutto diverse, può esistere.

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È un romanzo che appare come una lieve carezza sul cuore. Apparentemente una semplice favola per bambini, ma come tutte le favole racchiude molto di più. Messaggi molto più profondi e anche attuali, che anche gli adulti non dovrebbero mai smettere di imparare.

Due società apparentemente distanti, quanto simili. Due mondi che pongono dei limiti alle persone, che anzi, addirittura, impongono certe scelte, al di là dei sogni dei singoli individui. Ernest, infatti, ha avuto una famiglia di giudici ed è quello il ruolo che dovrebbe svolgere, anziché dedicare la sua vita alla musica, a quell'arte che ama in maniera profonda. Così come Celestine è destinata a raccogliere i dentini degli orsi, a diventare una dentista, mettendo da parte il suo immenso talento per la pittura. Ma sarà proprio la loro amicizia e l'arte a strapparli fuori da quel regime, da quell'imposizione di una società che non aiuta chi vuole fare delle scelte diverse, più attinenti al proprio io.

C'è anche, a mio avviso, un'attenzione alle parole che possono far del male. O meglio, se prendiamo la figura de La Grigia, la capo sorvegliante dell'orfanotrofio dove è cresciuta Celestine, ci accorgiamo di come, attraverso le sue storie piene di terrore, abbia portato al dilagare della paura per il diverso: sin da bambini, i topolini, sono cresciuti con il terrore per questo Grande Orso Cattivo che potrebbe divorarli, far loro del male. La realtà, invece, è ben diversa. Basterebbe conoscere il "diverso" per poter scoprire che in verità non farebbe mai del male.

E questo lo scopriamo grazie al coraggio di Celestine. Alla sua voglia di andare oltre la paura, di conoscere più a fondo. Creando così un'amicizia speciale con una persona totalmente diversa da sé. Un altro che fa paura, ma che in realtà si rivela la fonte più bella della sua felicità. Ed entrambi, grazie a quest'amicizia, riescono a coltivare anche le loro passioni. L'arte permea le loro vite, e accende il mondo di colori e di musica, di risate e di gesti d'affetto. Attraverso l'arte, grazie a quei quadri creati da Celestine, vengono fissati sulla carta, sul telo, quei piccoli momenti di felicità che rendono la vita più facile, più bella.

 

Perché ogni secondo della loro amicizia era un secondo di felicità.

 

Tante minuscole felicità, che sommate insieme fanno l'immensa felicità senza storia di coloro che hanno scelto di volersi bene.

Un libro che consiglio. Da leggere ai vostri bambini, ma anche al vostro bambino interiore.

     
  ernest_Celestine Ernest e Celestine, Daniel Pennac Feltrinelli Editore Pagine: 187 Prezzo: 9 euro Voto: ♥♥♥♥
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