"Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa", di Luis Sepùlveda - Recensione

29 nov 2018

Libri

 

Mi piacciono le presentazioni dei libri con gli autori, e a Torino ho molte più opportunità, grazie soprattutto alle iniziative del Circolo dei Lettori. Una di queste, o meglio l'ultima, è stata quella con Luis Sepùlveda che ci ha raccontato del suo ultimo romanzo, pubblicato da Guanda Editore, e intitolato "Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa".  Queste occasioni sono speciali perché non solo ti permettono di vedere con i tuoi occhi l'autore di quelle storie che hai amato o amerai, ma anche di comprendere molto di più, di capire il messaggio e come è nato quel racconto, quella magia fatta di parole ed emozioni. È stato bello ascoltarlo. Lo è stato ancora di più in compagnia della persona che ami, e non sempre da sola, come spesso mi è successo negli ultimi anni.

   

La tua tristezza e la mia non sono uguali.

 

"Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa" è l'ultima delle "favole" scritte da Luis Sepùlveda, ma come sempre è corretto dire che non sono semplici racconti per bambini, ma contengono dei messaggi più profondi. Spesso è proprio raccontando una storia con parole semplici, che si può contribuire a far emergere pensieri e riflessioni, o anche a usare il libro stesso come una sorta di strumento di condanna.

Come è nata questa storia? Come ha detto Sepùlveda stesso, l'idea è sorta dall'ennesima lettura di Moby Dick di Melville. In quest'opera il vero protagonista è il Capitano Achab, e il tutto è narrato dal punto di vista degli uomini. E se invece si donasse voce alla Balena? Così facendo si può mostrare al lettore un nuovo tipo di sguardo, e cercare di comprendere il suo comportamento ai nostri occhi troppo minaccioso e crudele. No?

Ed è così che nasce la storia di Mocha Dick, come viene chiamata, una balena del color della luna, e soprattutto di un popolo quello della tribù Lafkenche, la cosiddetta "Gente del Mare", popolo Mapuche del sud del Cile.

Proprio da un bambino di questa tribù e da una balena arenata sulla spiaggia inizia tutto. Il bambino raccoglie una conchiglia dalla quale si leva la voce del Capodoglio del color della luna che inizia a narrare, con sue parole e con il suo sguardo attento, non solo la sua storia, ma anche quella delle altre balene - di diverso tipo - della tribù Lafkenche, di una leggenda importante che lega questo popolo alle balene, ma anche del rapporto con gli uomini. Sì da voce al mare e ai suoi abitanti, e non più all'uomo.

Mocha racconta e osserva. Narra delle storie delle Balene, dell'Oceano, della vita che scorre, del suo rispetto dimostrato per gli uomini, ma che poi si scontra con l'emergere della loro avidità e crudeltà. L'uomo non ci mette nulla a far scorrere il sangue in quell'oceano di luce, ad arpionare e uccidere senza cuore le balene e i loro cuccioli, senza il benché minimo rispetto. Ma Mocha racconta anche di una diversa umanità, quella di una Tribù meravigliosa e del bellissimo rapporto che hanno con il mare e il suo popolo.

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Questo libro è quindi una favola, ma racchiude anche storia e leggende. In particolare quella secondo la quale una volta morti, i Lafkenche venivano portati da quattro balene all'isola di Mocha in attesa dell'ultimo viaggio. Solo quando l'ultimo di loro fosse morto, tutti insieme, guidati dalle balene, potranno intraprendere questo tragitto verso un luogo in cui le sofferenze avranno per sempre fine.

Ed è proprio questo ruolo che assume Mocha Dick, la protagonista e voce di questa storia. Con la sua forza e la sua imponenza, deve cercare di proteggere quelle quattro balene e di permettere alla semplice leggenda di divenire realtà. Ma l'uomo - come sempre - intralcia la bellezza.  

Non mi avvicinavo mai troppo alle imbarcazioni. Rispettavo il coraggio degli uomini e consideravo anche loro abitanti del mare.

 

In questa breve ma bellissima storia quindi si dà ancora una volta importanza alla preservazione dell'ambiente, al rispetto della natura e alla difesa delle diversità. Temi per cui Luis Sepùlveda ha sempre - e continua - lottato. Durante la presentazione ci ha anche raccontato di azioni concrete per aiutare gli altri uomini.  Perché come da lui stesso espresso lui è "nato in una cultura proletaria, tra persone capaci di condividere, che credevano in qualcosa e che mettevano davanti la vita collettiva e la solidarietà".  Creare quindi un noi, un senso di comunità. E combattere non solo per preservare l'ambiente - sempre più a rischio - ma anche per difendere e proteggere le differenze naturali e culturali che sono sempre più in pericolo in questo nostro mondo.

Ed è per questo che anche questa storia può diventare uno strumento di denuncia: come da lui narrato, infatti, il Cile è l'unico paese ad aver privatizzato il mare, andando contro anche alla tribù Mapuche che con la natura e in particolare il mare ha un rapporto importante. Ed è per tal ragione che questo popolo ha iniziato una resistenza pacifica, ma molti sono stati uccisi.

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La minuscola sardina non attacca un'altra sardina, la lenta tartaruga non attacca un'altra tartaruga, il vorace pescecane non attacca un altro pescecane. A quanto pare gli uomini sono l'unica specie che attacca i propri simili, e non mi piace questa cosa che imparai da loro.

Il racconto narrato da Mocha Dick, il Capidoglio del color della luna, diventa quindi molto di più di una semplice favola per bambini. Un modo per riflettere, un modo per comprendere. Un libro anche - e forse soprattutto - per adulti, che può smuovere un po' le coscienze. Il tutto narrato in maniera semplice, ma emozionante. Con parole che scorrono leggere - ma allo stesso tempo profonde - come il mare, e ti fanno sprofondare in quel blu che sa di magia ma anche di malinconia. Non ci sono condanne o forzature nelle sue parole, semplicemente vengono narrati i fatti così come sono, mescolando storia, leggenda e fantasia, dando voce a chi non ne ha avuta e facendo semplicemente pensare.

Io l'ho letto in un giorno e mi sono ritrovata a sognare, ma allo stesso tempo a provare una grande rabbia. Perché ogni giorno di più mi accorgo di quanto gli uomini con le loro azioni e la loro mancanza di cuore stiano distruggendo un mondo pieno di bellezza. Un mondo dove bisognerebbe imparare a rispettarci tutti a vicenda, soprattutto a rispettare quelle diversità culturali e naturali, a non distruggere tutto come invece si sta facendo.

È una storia davvero bella che vi consiglio di cuore di leggere. Spero di recuperare al più presto altri libri di questo autore.                
luis-sepulveda-storia-di-una-balena-bianca-raccontata-da-lei-stessa-9788823521964-11-300x445 Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa, di Luis Sepùlveda Editore: Guanda Pagine: 108 Prezzo: 14 euro cartaceo Novembre 2018   Voto: ♥♥♥♥
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