Ci sono autori che ti colpiscono in modo particolare e di cui vorresti leggere tutte le opere. Kent Haruf è uno di questi. L'ho scoperto navigato in rete. Ho visto i commenti entusiastici di molti lettori, e mi sono fatta prestare - ma conto di comprare presto - la Trilogia della Pianura. Lì mi sono persa tra storie che hanno il sapore del quotidiano, della vita semplice, con i suoi sprazzi di luce e di buio. Storie di persone con i loro rimpianti, le gioie, i dolori, le difficoltà e la speranza. Quella voglia di ricominciare quando tutto ormai sembra perso, e di riprendere a vivere. Attimi di vite tratteggiate con uno stile semplice ma, per me, speciale.
Con frasi semplici e leggere, e l'uso massiccio di dialoghi, Haruf ci trascina con sé ad Holt una piccola cittadina dove va in scena... la vita. Sì, quella di tutti i giorni. Ma in un territorio piccolo e anche chiuso, dove tutti sanno tutto, dove le chiacchiere scorrono velocemente, e spesso il cervello resta chiuso di fronte ad altre "aperture". Troviamo anziani colpiti da malattie che portano alla morte, che si ritrovano a far un viaggio indietro nella propria esistenza, cercando di affrontare quei momenti di ombra, quelle scelte sbagliate. Rimpianti e rimorsi e la ricerca di una speranza finale. Donne sole e ormai anziane che soffrono per amori sbagliati e scelte che hanno fatto loro del male, ma che riscoprono in una bambina e nelle piccole cose di tutti i giorni il piacere, quel pizzico di gioia che dà sapore alla vita. Troviamo una ragazza incinta, cacciata di casa, che trova riparo proprio nel luogo più inconsapevole e strano: in una casa in cui vivono due uomini, due fratelli (quanto li ho adorati! Quanto ho pianto!), scapoli e dediti solo alla loro fattoria, alla loro terra e ai loro animali. Quella che apparirà come una cosa strana e assurda, diventerà un motivo per cambiare la propria vita, per uscire fuori dal guscio, per ritrovare un motivo di riscatto. E poi cambiamenti, difficoltà, incomprensioni. Mancanza di apertura nei confronti del prossimo, ma anche teneri gesti che fanno ancora credere nella bontà dell'essere umano, nonostante tutto.
Ti affezioni ai personaggi. Vivi le loro gioie e i loro dolori. Vorresti confortarli, piangi con loro per alcune sorti davvero tristi. Ti rallegri quando le cose vanno bene, quando nascono nuovi amori, nuovi affetti, nuove piccole gioie.
Malinconia e speranza, la bellezza delle piccole cose, la condivisione di più solitudini sono alcuni dei tempi che percorrono Canto della Pianura, Benedizione e Crepuscolo, la cosiddetta Trilogia della Pianura, ma che si possono trovare anche nel libro di cui oggi voglio parlarvi: Le nostre anime di notte, pubblicato postumo dopo la morte dell'autore.
Si torna ad Holt, dunque, in questa cittadina immaginaria del Colorado e facciamo la conoscenza di due personaggi. Qui, in effetti, tutto si concentra soprattutto su di loro: Addie e Louis, due persone anziane che ormai vivono sole. Ma che sole non vogliono restare.
Mi chiedevo se ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me.
Così esordisce Addie, presentandosi un giorno a casa del suo vicino, Louis. Addie e Louis si conoscono da sempre. Ma del resto tutti si conoscono a Holt. Ma non hanno mai avuto dei contatti profondi.
Addie fa una domanda che sconvolgerà la cittadina. Incapace, spesso di andare oltre. E Louis accetta. Quello che può apparire come qualcosa di scandaloso agli occhi degli ignari abitanti di Holt, in realtà appare e sarà come una semplice condivisione di due esistenze, attraverso parole e ricordi. Due solitudini che decidono di unirsi, per soffocare quella noia, quella abitudine e quell'incapacità di ritrovare un poco di felicità. Ed è così che Louis, per diversi mesi, di notte in notte andrà a casa di Addie. E accanto a lei, sul suo letto, al buio condividerà pensieri e ricordi. Piccoli flash sulle loro vite e i loro peccati, sulle gioie e i dolori. Tante parole che accarezzano le loro anime, che pian piano li uniscono in maniera profonda, più del mero sesso. Dolci gesti che soffocheranno un poco quel senso di solitudine e faranno bene ad entrambi.
A me sta piacendo più di quanto io pensi di meritare, disse lui. Oh, ma tu meriti di essere felice. Non credi? Credo che sia quello che mi sta capitando in questi ultimi mesi. Per un motivo o per l'altro.
Nelle loro vite arriva anche un bambino: Jamie, il nipotino di Addie e a lei affidato perché suo figlio sta avendo dei problemi con la compagna. Jamie non riesce a dormire di notte. Ha incubi che lo fanno gridare e scoppiare a piangere, rifugiandosi tra le braccia di sua nonna. Ma sarà proprio attraverso l'amore di lei e l'affetto anche da parte di Louis che qualcosa si smuoverà in lui, tranquillizzandolo. Via la tecnologia, spazio alle piccole cose belle della vita. Alle curiosità, al contatto con la natura, all'affetto degli animali, in particolare della dolce cagnolina Bonny. Pian piano, un passo dopo l'altro, Jamie capirà cosa sia l'amore.
Sia Addie sia Louis non sono persone perfette. Hanno i loro momenti di buio, che affrontano insieme, un discorso dopo l'altro, sfiorando le loro mani, affondando nelle loro vite, nel loro passato, nei rimpianti, rimorsi, scelte errate... Ma il rapporto che si instaura in quei pochi mesi è limpido, è bellissimo da leggere. Una conoscenza che si trasforma in amicizia, e poi in qualcosa in più. Qualcosa che fa bene all'anima.
Ma si sa, la vita non presenta solo gioie. La società non accetta un rapporto del genere. Le malelingue sono ovunque e se quelle esterne possono non pesare troppo, quelle tra gli affetti più cari sono un macigno sul cuore. Addie dovrà fare una scelta. E qui mi fermo, ma aggiungo solo una domanda: chi sono gli altri per giudicare e decidere della tua vita? A volte non bisognerebbe cercare di comprendere e provare vero amore?
Il tutto è raccontato con frasi brevi, con l'uso di tantissimi dialoghi e parole. Si avverte una sorta di corsa per raccontare tutto, per donare al mondo questa sua ultima creatura che profuma di dolcezza, di amore, ma anche di malinconia. Una profonda malinconia. Come nei precedenti romanzi, anche qui ho provato emozioni diverse: gioia, un profondo senso di tenerezza, riflessioni, ma anche tristezza e rabbia e una malinconia che si è diffusa in tutto il mio essere.
Sì, per me Kent Haruf racconta la vita, così com'è. Senza troppi colpi di scena, senza tenere troppo col fiato sospeso le persone. Senza chissà quali fronzoli. In maniera schietta, chiara, semplice.
Ammetto che inizialmente ho trovato una certa difficoltà nel leggere tutto senza l'uso di virgolette nei dialoghi, ma passato quel momento di incertezza, mi sono tuffata in queste storie e ho trovato tanti amici. Sì. Alla fine ti sembrerà davvero di dover lasciare e dire addio a cari amici ai quali auguri il meglio. O magari, solo un arrivederci, no? Perché ad Holt si può sempre tornare. Ed io, penso proprio che in futuro ci tornerò.
Ah, una curiosità. C'è un punto nel libro in cui si fa un curioso riferimento agli altri! Proprio a quella trilogia con cui ho esordito questo mio articolo. Vi invito a scoprirlo. Ho stuzzicato un po' la vostra curiosità? Io sono rimasta sorpresa e colpita.
Vi consiglio quindi tutti i suoi libri. Vi lascio sotto i link per trovarli su Amazon, o potete comprarli naturalmente anche nelle vostre librerie di fiducia. Ma, se non lo avete ancora fatto, fate entrare la scrittura di Haruf, le sue storie e i suoi personaggi nelle vostre vite. Vi farà sicuramente bene.
Che altro vuoi sapere? Da dove vieni. Dove sei cresciuta. Com'eri da ragazza. Com'erano i tuoi genitori. Che rapporti hai con tuo figlio. Come mai ti sei trasferita ad Holt. Chi sono i tuoi amici. In cosa credi. Ci divertiremo un sacco a parlare, eh? disse lei. Anch'io voglio sapere tutto di te. Non abbiamo fretta, disse lui. No, prendiamoci il tempo che ci serve.
Le nostre anime di notte, di Kent Haruf Editore: NN editore Traduttore : Fabio Cremonesi Pagine 176 Prezzo : 14.45 € - 8.99 euro ebook Voto: ♥♥♥♥½