Tracce di arte in città!

8 mag 2017

Arte, Musei e Teatro

L'arte mi è sempre piaciuta. Non tutti i generi, ovvio. Però, ad essere sincera, non sono per nulla un'esperta e quindi non potrei mai soffermarmi ad analizzare un'opera nei minimi dettagli, negli aspetti tecnici, nel messaggio che si vuole comunicare. Anche se, credo, che soprattutto per quest'ultimo, ogni visitatore dovrebbe essere capace di interpretare l'opera a suo modo. No? Quando vado a vedere una mostra, che sia di autori conosciuti o di altri locali, lo faccio per curiosità e per... emozionarmi. Esatto. Io cerco sempre di trovare l'emozione. Non importa sia essa bella o brutta, ma l'opera deve colpirmi, deve provocare qualcosa all'interno della mia anima. Deve smuoverla in qualche modo. Sia che mi turbi in maniera negativa, sia che mi spinga alle lacrime o quasi per la sua bellezza. Mi è capitato spesso di innamorarmi di un'opera. Di restare del tempo ad osservarla, di sentire il cuore battere più forte. Di commuovermi e sentire gli occhi lucidi. Altre volte ho provato una profonda tenerezza, o anche tristezza. Di restare sgomenta di fronte a certi temi proposti. Di sicuro però non so mai descrivere a parole le opere che vedo. Ne ho sempre una grande difficoltà. Perché mi piace quell'opera? Non saprei dire i motivi, ma... risponderei un semplice "perché mi emoziona". Forse è sbagliato come concetto, ma questo è il mio pensiero. Ci sono casi in cui, invece, certe opere proprio non mi piacciono, altri (soprattutto con certa arte contemporanea) che non capisco per nulla. Non critico, ma ammetto che certe cose forse non fanno proprio per me. Comunque, tutta questa premessa per dire che venerdì - e sabato - sono stata a una mostra di due artisti ascolani e all'inaugurazione di una terza sezione di un'artista tedesca. E mi è piaciuta molto! Lo ammetto, ci sono stati alcuni particolari che rientrano nel "io non capisco", ma molti altri (la gran parte!) mi hanno emozionata, in maniera diversa.

La mostra in questione è intitolata "Spuren/Tracce" ed è visitabile presso le sale del Palazzo dei Capitani fino al 21 maggio. Questo sodalizio artistico tra Ascoli e Treviri è nato anche in relazione al gemellaggio tra le due città, e dopo l'esposizione tenuta proprio nella città tedesca dai due artisti ascolani.

Ammetto anche che sono sempre più orgogliosa di trovare artisti della mia città così pieni di talento. Quando ho svolto il mio Servizio Civile al Comune, ho avuto la possibilità di collaborare con molti di loro (anche se per molti versi non è stato un periodo facile), e alcuni mi hanno lasciata davvero senza parole per la bellezza che sono capaci di regalare al "mondo".

Ed è per questo che all'invito di un amico, non ho resistito.

L'amico in questione è proprio l'artista che più mi ha colpita positivamente. Il suo nome è Stefano Tamburrini e i suoi dipinti si focalizzano soprattutto sulla natura, ma anche su particolari ritratti che esegue solitamente sul momento, durante qualche evento o manifestazione. Ho avuto il piacere di vederlo all'opera in qualche occasione, e sono rimasta davvero piacevolmente sorpresa dal suo talento! Della mostra però mi hanno colpito molto i dipinti "naturalistici", in modo particolare gli alberi... rappresentati in maniera più inusuale, come se fossero sospinti - a mio parere - da una sorta di vortice, in un collegamento tra cielo e terra, tra dentro e fuori, che sorprende e che mi ha molto emozionato; e uno dei notturni ("Notturno: ulivo"). Vi mostro qualche foto per meglio comprendere le mie parole.

Notturno: Ulivo

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Amo la natura, amo la primavera. Amo la notte. Quindi potete ben capire che tutti questi elementi insieme influiscono molto sul mio "giudizio", sulle mie emozioni.

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Pio Serafini mi ha colpita soprattutto per l'uso dei colori. Molto accesi, e spesso lontani da quelli reali, della natura o animale rappresentato. Alla città di Ascoli, circondata dalla natura e dalle dolci colline, si alternano le figure di animali, soprattutto galli, che spiccano per le loro espressioni, ma in modo particolare per i colori, molto espressivi e di forte impatto visivo. Gli ambienti da lui dipinti, sono silenti e spesso privi della presenza umana:  sono il frutto di una ricerca interiore che inclina gli agglomerati urbani ed i campi, le montagne e i cieli, come se l'onda della memoria e dei ricordi si infrangesse sulla realtà spesso piegandola, rendendone evanescenti contorni e tratti distintivi.

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La terza artista, come già detto, è tedesca: Aniela Künne. Quello che più mi ha sorpreso delle sue opere sono sicuramente i contrasti, la rappresentazione di elementi - umani - e temi spesso contrapposti tra loro che riescono, però, ha creare un forte coinvolgimento emotivo. Io ho provato una sorta di inquietudine e anche una certa tristezza nel vedere alcune immagini da lei realizzate. Trae riferimenti da parabole bibliche, ma anche da avvenimenti storici e politici. Molti volti noti della storia compaiono nei suoi lavori, collegati ad altri elementi spesso in contrasto con la loro immagine (Martin Luther King, Albert Einstein, Che Guevara, ecc...).

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Tracce. I segni che lasciamo dopo il nostro passaggio o il ricordo che rimane nelle persone che incontriamo. Questo il tema della mostra. E alcune tracce, come piccole emozioni, sono rimaste dentro di me. Arte bellissima, da condividere e conoscere.

Come vedete, non mi sono addentrata in troppe descrizioni o in una critica vera e propria. Non ne sono capace. Volevo solo condividere in questo mio spazio virtuale, teso alla ricerca e condivisione della bellezza, un po' di arte!

Ps. Lo so, le foto non sono fatte molto bene, e non rappresentano neanche tutte le opere! È solo uno scorcio tra le tracce dell'arte presente in città fino al 21 Maggio (Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno).

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